Insetti impollinatori fondamentali per la biodiversità terrestre, le api in città possono essere un perfetto indicatore della qualità dell’aria che respiriamo. Esse infatti volando si ricoprono di pulviscolo atmosferico, che può essere analizzato morfologicamente e chimicamente, in modo da individuare la portata delle diverse fonti di emissione e il relativo impatto sulla nostra salute.
Uno studio, condotto durante la pandemia in diverse metropoli mondiali, ha ad esempio evidenziato che a Milano mentre il particolato ultra-fine respirabile (PM2.5) è calato, i livelli di biossido di azoto (NO2) sono al contrario aumentati sensibilmente. Le api in città potrebbero allora diventare sensori mobili, utili a tracciare un quadro in tempo reale dell’aria urbana.
A tal fine Dyson, forte della sua esperienza nella produzione di apparecchi per la purificazione dell’aria e soprattutto nella gestione di una azienda agricola nella campagna inglese, in cui vengono messi a punto programmi di gestione sostenibile delle coltivazioni e più in generale dell’ambiente, ha donato quattro arnie all’Associazione Parco Segantini Onlus di Milano. Le oltre duecentomila api in città, ospitate a pochi passi dalla Darsena, nell’area verde dell’ex Istituto Sieroterapico, saranno le guardiane dell’aria, contribuendo nel contempo alla progressione delle fioriture e alla produzione di miele. L’Università Cattolica di Piacenza, partner scientifico dell’iniziativa, effettuerà i campionamenti sugli insetti e sul miele nelle tre stagioni produttive (ovvero a maggio, luglio, settembre), mentre un apicoltore professionista si curerà della salute delle api stesse, raccogliendo i circa centoventi chili di miele previsti.
“Collocare un apiario nella città di Milano”, spiega il biologo Marco Pellecchia, che si occuperà delle analisi unitamente ai colleghi Ilaria Negri e Christian Mavris, “è innanzitutto un segnale di attenzione per la conservazione dell’ambiente, in un ambito come quello cittadino, che non è più agli antipodi con la biodiversità: dal punto di vista ecologico, infatti, la città deve essere ormai considerata come un habitat peculiare per piante ed animali, i quali (sempre più spesso e sempre più numerosi) vi trovano rifugio.” L’esperienza aumenterà comunque la conoscenza delle particelle che “galleggiano invisibili nell’aria di una grande città”, oggi spazianti dai metalli pesanti ai pesticidi, dal particolato aero-disperso al PM 0,1, fino ai composti organici volatili.
Le arnie sono state posizionate in una zona dedicata e delimitata, in modo che anche chi passeggia nel parco Segantini potrà osservarne l’attività in totale sicurezza.