Biennale di Venezia: al Padiglione Turchia, co-sponsorizzato da Schüco Turkey e VitrA, la mostra “Ghost Stories: The Carrier Bag Theory of Architecture”

Il Padiglione Turchia alla 18esima Mostra Internazionale di Architettura-Biennale di Venezia esplora come gli edifici inutilizzati possono essere riportati in vita in un momento cruciale per la Turchia alla luce dei terremoti.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 05/07/2023Aggiornato il 05/07/2023
Biennale di Venezia: al Padiglione Turchia, co-sponsorizzato da Schüco Turkey e VitrA, la mostra “Ghost Stories: The Carrier Bag Theory of Architecture”

Alla Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, fino al 26 novembre 2023, si può visitare al Padiglione della Turchia, coordinato dalla Fondazione per la Cultura e le Arti di Istanbul (İKSV), co-sponsorizzato da Schüco Turkey e VitrA e realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e del Turismo e il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Turchia, la mostra Ghost Stories: The Carrier Bag Theory of Architecture curata da Sevince Bayrak e Oral Göktaş.

Biennale di Venezia: il Padiglione Turchia

L’esposizione documenta per la prima volta le centinaia di edifici abbandonati sparsi in tutta la Turchia – da grattacieli parzialmente o completamente vuoti, appartamenti di lusso, hotel, scuole, ospedali, ristoranti e strutture ricreative – e mostra in che modo, con l’ausilio di tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, possano essere riportati in vita in un momento cruciale per la Turchia, recentemente colpita da gravi terremoti e crisi economica.

Il Padiglione Turchia è coordinato da İKSV con il contributo del Ministero della Cultura e del Turismo e con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Turca, e co-sponsorizzato da Schüco Turkey e VitrA. I curatori della mostra Sevince Bayrak e Oral Göktaş – fondatori di SO? Architecture and Ideas – hanno dichiarato: “La mostra trae forza dai cambiamenti radicali che il mondo dell’architettura ha subito negli ultimi due decenni e suggerisce di ascoltare e comprendere le storie degli edifici abbandonati, piuttosto che concentrarsi su esempi più eroici e di successo.  Poiché la costruzione in Turchia è innescata dalla crescita economica piuttosto che dalle esigenze spaziali, abbiamo un’enorme varietà di edifici inutilizzati, dagli ospedali agli aeroporti. Mentre stavamo preparando questo progetto, due terremoti, di magnitudo 7.7 e 7.6, hanno colpito la Turchia sud-orientale, causando ingenti danni. In un paese con un enorme patrimonio edilizio che deve essere rafforzato per resistere ai terremoti – dal momento che non è possibile ricostruirli tutti – dobbiamo trovare modi per trasformare l’esistente e introdurre nuovi strumenti e metodi per alimentare i nostri sogni e discussioni collettive”.

Il titolo della mostra si ispira alla visionaria autrice di fantascienza Ursula K. Le Guin, il cui libro, The Carrier Bag Theory of Fiction, racconta la storia dell’origine umana, confutando l’idea che la lancia sia stato il primo strumento umano, e raccontando invece la storia del sacchetto, il recipiente vuoto con cui i primi esseri umani potevano trasportare più di quanto si potesse tenere in mano, sulla base della teoria dell’evoluzione del sacchetto di Elizabeth Fisher.

La mostra è composta da due sezioni, La Nuvola e Il Banco di Lavoro. La Nuvola espone esempi di edifici inutilizzati della Turchia, mentre il Banco di lavoro è costituito da quindici tavoli che corrispondono ai quindici articoli del manifesto: Storia, Teoria, Dipendenza, Fantasmi, Entropia, Data di Scadenza, Perché Demoliamo?, Indagine sulla Scena del Crimine, Concrescere, Negozio di Riparazioni, Carta di Venezia – Rivisitata, Imparare da, Giro di Prova, Trasformatori, La Piscina.

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