Calligaris, azienda storica del distretto friulano della sedia, ha inaugurato il suo museo aziendale, in attesa dei festeggiamenti per il centenario. Fondata nel 1923 a Manzano da Antonio Calligaris come semplice laboratorio artigianale, agli inizi l’impresa si specializza nella produzione di un tradizionale oggetto locale, ovvero la sedia Marocca con struttura di legno e seduta impagliata. Con il passare degli anni il capostipite ottimizza le lavorazioni manuali di stampo artigianale affiancando i primi macchinari e si rivolge a modelli internazionali di successo per mutuarne gusto e qualità. Esemplare in tal senso la sedia Milano, chiaramente ispirata alle prime sedute Thonet.
Modernizzati i processi produttivi durante il periodo del boom economico e nei decenni successivi (negli anni Settanta viene adottata la prima macchina impagliatrice automatica), Calligaris passa di generazione in generazione fino a trasformarsi in una realtà industriale ben strutturata e presente anche oltre i confini nazionali. Un percorso di crescita che è in parallelo quello della sedia friulana in genere, capace di diventare negli anni Novanta addirittura protagonista dell’80% della domanda nazionale.
Oggi il legno non è più l’unico materiale utilizzato per la realizzazione degli arredi che compongono il catalogo – sedie, tavoli, complementi –, e la ricerca sia tecnica sia estetica, oltre che l’attenzione per la sostenibilità, si è aperta al gusto contemporaneo e alle esigenze più attuali.
Il nuovo museo aziendale diventa così una tappa di rilievo nel lungo percorso del marchio e nel contempo nella storia del distretto. Per questo il progetto museografico è stato pensato per inserire il caso singolo nel più ampio panorama socio-industriale della zona. Ovviamente ospitato nella sede principale di Manzano, e sviluppato su una superficie espositiva di circa trecento metri quadrati, l’allestimento si sviluppa secondo un percorso organizzato per stanze. Dalla nascita delle prime piccole realtà produttive locali, addirittura nel 1700, i visitatori possono così seguire gli sviluppi tecnico-materici della produzione distrettuale e conoscere una storia che è anche quella dell’arredamento made in Italy.