Case (poco) green: come è la situazione in Italia?

Sono diminuiti in Italia gli immobili in classi F e G? Secondo il V Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, realizzato da ENEA e Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI), migliorano le prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale certificato nel 2023.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 11/11/2024Aggiornato il 11/11/2024
Case (poco) green: come è la situazione in Italia?

Nel 2023 la percentuale di edifici nelle classi energetiche meno efficienti (F e G) in Italia scende sotto il 50% per la prima volta dall’inizio delle rilevazioni. È quanto emerge dal V Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, realizzato da ENEA e Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI) sulla base degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) registrati nel SIAPE, ossia il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica.

Nel 2023 sono stati registrati sul SIAPE 1,1 milioni di APE, di cui la quota più consistente è stata emessa in Lombardia (21,7%), con a seguire Piemonte (9,2%), Veneto (8,7%), Emilia-Romagna (8,5%) e Lazio (8,3%). A conferma del miglioramento delle prestazioni energetiche, nel residenziale il Rapporto evidenzia un incremento di circa il 6% delle classi energetiche più efficienti (A4-B) rispetto al 2022.

Un’ulteriore tendenza positiva è la crescita della percentuale di APE emessi conseguenti a riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni importanti, che rappresentano rispettivamente il 7,9% e il 6,4% (+2,3% e +2,4% nel confronto con il 2022). Questo è confermato anche dagli attestati collegati a passaggi di proprietà e locazioni che risultano in calo rispetto al 2022 (-5,3%), ma continuano a rappresentare il 54,2% del campione analizzato.

Cosa prevede la direttiva Case green dell’Unione europea

Il Rapporto arriva mentre l’Unione europea ha sancito la stretta sugli immobili energivori. Nello specifico entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, e poi D entro il 2033 con l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero.

Ciò significa che “gli edifici dovranno consumare poca energia, essere alimentati per quanto possibile da fonti rinnovabili, e non dovranno emettere in loco emissioni di carbonio da combustibili fossili” come ha spiegato Bruxelles illustrando la proposta di direttiva.

Per effettuare l’adeguamento, sarà necessario un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, quindi si dovrà intervenire con lavori importanti come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, l’installazione di nuove caldaie a condensazione e di pannelli solari. 

 Cosa succede se non ci si adegua?

A chi non si allineerà alla direttiva arriveranno sì sanzioni, ma saranno gli stessi Stati membri a decidere a quanto ammonteranno. Ad oggi, quindi  non sono previste sanzioni per chi non adegua il proprio edificio agli standard di efficientamento energetico richiesti, né vi sono restrizioni sulla compravendita o l’affitto delle proprietà. Ogni singolo Governo potrà quindi provvedere liberamente in tal senso. In Italia si aspetta ancora la decisione. 

 

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