Sono stati proclamati i vincitori del concorso indetto dall’azienda Toscanini, dedicata alla produzione di portabiti e soluzioni per appendere.
Giunta al centenario dalla propria fondazione, ha indetto il bando “Toscanini – L’arte di Appendere / 100 anni e non sentirli” rivolgendosi agli studenti di architettura, design e moda. Si chiedeva la progettazione e il restyling di tre oggetti simbolo della storia aziendale, cioè il portabito per camicia, una pinza per i pantaloni e un indossatore (o servomuto). Fra i criteri da rispettare, anche i materiali da utilizzare per la realizzazione degli oggetti; legno, pelle e plexiglass – concedendo un uso ridotto di metallo per ganci e accessori – dovevano essere alla base del progetto per gli appendiabiti, di cui studiare e proporre anche la fattibilità produttiva, la funzionalità e l’ecosostenibilità.
I vincitori sono stati premiati con un riconoscimento economico (rispettivamente 2.000, 1.000 e 500 euro) e la promozione da parte dell’azienda delle competenze acquisite, con una parallela valorizzazione dei giovani studenti.
La giuria (composta dall’architetto Alberto Maffei, dall’industrial designer Giulio Iacchetti, dal visual merchandising and windows designer Guido Calcagni e dalla marketing and sales director di Toscanini Federica Toscanini) ha conferito il primo premio al progetto Alvar, presentato da Giulia Aida Tosetti e Pietro Boz e ispirato alle opere di Alvar Aalto. Proposto in due configurazioni, Alvar può essere declinato nella versione con una parete verticale con pannello rivestito in pelle, oppure completamente in legno. L’indossatore è ispirato al modello Cecilia (Leather Touch Collection), e comprende anche una vaschetta vuota tasche, una barra portapantaloni in metallo e uno spazio per riporre le calzature delimitato da due dettagli sempre in metallo. Il sistema è personalizzabile scegliendo i colori dei materiali e aggiungendo iniziali o loghi cuciti sulle superfici in pelle.
Secondo posto per Yacht, il portabito per camicia, pantaloni e cravatta disegnato da Giacomo Barabino e Francesco Velasquez. La struttura è in legno di faggio, su cui sono scavate asole su cui appendere le cravatte; per le gonne e i pantaloni è stato inserito un cordino elastico.
Sempre avendo come obiettivo l’organizzazione dell’armadio, Damiano Lorenzoni ha proposto Appendi Molla, arrivato al terzo posto e ispirato alla forma delle mollette da cancelleria; propone una pinza in plastica con funzionamento meccanico per i pantaloni; il sistema è composto da due guancette distanziate attraverso un perno, e le tre componenti sono unite da un elemento in acciaio flessibile a forma di “U” che ne garantisce il movimento.