La deforestazione rappresenta il 18% delle cause di incremento dell’effetto serra per il Pianeta; nell’ambito dei negoziati sul clima della Cop26, i leader mondiali hanno quindi dichiarato di voler porre fine alla deforestazione entro il 2030 con un impegno da quasi 20 miliardi di dollari. Tra i firmatari della dichiarazione anche il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin.
“Eliminare le cause del degrado e della perdita di superficie forestale vuol dire prima di tutto cambiare radicalmente stili di vita e reinterpretare i consumi attraverso la lente della bio-economia e della decarbonizzazione – ha commentato Antonio Brunori, segretario generale del PEFC Italia, ente promotore della sostenibile gestione delle foreste – Per combattere la deforestazione si devono combattere le illegalità ma anche ritornare ad un modello di consumo vicino a quello delle società precedenti all’ubriacatura dell’economia lineare, cioè quella economia basata sulla produzione di rifiuti e sull’uso del petrolio e sui suoi derivati”.
In Italia il 2020 si è chiuso positivamente con una superficie certificata di 889.032,60 ettari (+8.000 ettari rispetto al 2019), ma nonostante continuino a crescere boschi e foreste gestite in maniera sostenibile, il lavoro da fare è ancora molto.
“Il mondo forestale deve essere protetto per preservare la biodiversità globale, ma può anche contribuire moltissimo alla realizzazione di una visione del mondo affrancato dalle energie fossili e dall’uso di plastica – ha proseguito Brunori – Questo però potrà avvenire solo se la gestione delle risorse forestali sarà responsabile e sostenibile, se i consumi saranno adeguati alle necessità e se ci sarà uguale attenzione al Capitale sociale e al Capitale Naturale”.
“Di fatto, il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta anche all’interno dei Paesi che hanno firmato questa importante dichiarazione. – ha concluso il PEFC Italia – L’impegno di questi Paesi non deve quindi fermarsi ai “Bla-bla-bla” ma tramutarsi subito in impegno concreto per contrastare deforestazione nel Sud del Mondo e abbandono delle aree forestali (fenomeno che interessa i Paesi europei). In Italia e in Europa, infatti, il problema principale legato alle foreste non è dovuto alla deforestazione, quanto piuttosto all’abbandono di estese superfici di foreste e aree montane, con conseguenti effetti negativi per l’ambiente e per l’uomo (anche in termini di maggiori importazioni di prodotti alimentari ad alto livello di “deforestazione incorporata”). Pensiamo per esempio al rischio idrogeologico o alla diffusione degli incendi spesso legati all’incuria e alla mancata gestione delle foreste e per i quali la prevenzione è l’unica arma davvero efficace che abbiamo a disposizione”.