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Dopo il discorso del presidente Conte del 21 marzo 2020, è stato pubblicato il Dpcm del 22 marzo 2020 (con validità fino al 3 aprile 2020) che prevede tra le severe misure per il contenimento della pandemia da Coronavirus anche la chiusura dei cantieri.
Fermi i cantieri edili
Fatte salve condizioni di necessità e di urgenza, i cantieri “ordinari” devono essere temporaneamente sospesi, ovviamente procurando di lasciare l’area di cantiere e le macchine in modalità sicure. La chiusura dei cantieri è responsabilità del coordinatore della sicurezza.
Attività non sospese per il Coronavirus
Gli studi professionali, invece, compresi quelli degli architetti, possono continuare la loro attività, prediligendo lo smart working e limitando al minimo gli spostamenti.
Abbiamo chiesto all’architetto Alessandra Sacchi, titolare dell’omonimo studio a Milano, quale sia il suo parere al riguardo e qualche consiglio su come affrontare questa emergenza dal punto di vista del cliente, proprietario di un immobile, che si trovi alle prese con una ristrutturazione proprio in questo periodo.
Questa disposizione, oltre che come provvedimento necessario per la salute dei lavoratori (spesso, per quanto riguarda Milano, provenienti dalle aree di Bergamo e Brescia, tra le più colpite dalla pandemia) e dei loro famigliari può essere vissuta come un’occasione per ripensare il lavoro di progettazione ridandogli quel valore che con il tempo è andato perso.
Troppo spesso, infatti, per mancanza di tempo, i lavori in cantiere e il progetto procedono di pari passo, mentre sarebbe opportuno soffermarsi sul progetto per tutto il tempo che serve per sciogliere tutti i nodi, definendo non solo le tematiche macro, ma anche i dettagli.
Occorre infatti tenere conto che anche con lo stop dei cantieri, gli studi professionali continuano a lavorare in smart working. Questo significa che professionisti e committenti possono comunque incontrarsi da remoto, sfruttando una delle tante piattaforme disponibili e valutare non solo disegni e schizzi, ma anche campionature ed esempi di realizzazioni.
E non è detto che questa esperienza non possa essere utilizzata anche in futuro per arrivare a mettere punto un processo di progettazione contemporaneo, dove non è più richiesta la presenza fisica dell’architetto e del committente che possono invece trovare nuovi modi per incontrarsi, rendendo il lavoro più fluido e anche più veloce.
In concreto, che cosa fare
È l’impresa che deve dare comunicazione ufficiale di sospensione dei lavori, assicurando di aver lasciato il cantiere in totale sicurezza. La comunicazione deve essere fatta al committente e al direttore dei lavori.
Si considerano ovviamente prorogati i termini per far valere eventuali penali poste a clausola dei termini di fine lavori.
Gli ordini dei vari materiali restano in essere e quello che è stato consegnato conservato in magazzino dall’impresa.
I dettagli del progetto da mettere a fuoco
Tra i nodi più cruciali che andrebbero risolti in fase di progettazione, per i quali si consiglia quindi di sfruttare al meglio questo tempo sospeso, ci sono:
- la definizione dell’impianto elettrico. Si può, per una volta, partire dalla scelta delle lampade e quindi stabilire i punti luce, in modo da non trovarsi a risolvere problemi in corsa.
- la scelta delle finiture per le pareti e i pavimenti, lavorando con le mazzette colore e le campionature.
- la progettazione di eventuali arredi e, in particolare della cucina.
“Visite virtuali” per scegliere finiture e arredi
Ancora di più in questo momento, i siti Internet e le riviste in edicola, come Cose di Casa, vi aiuteranno a trovare tutte le soluzioni giuste: non perdete le nostre case, grandi e piccole, e i nostri progetti ricchi di spunti e idee da copiare, ma anche tutti i nostri articoli su impianti, radiatori, piastrelle, carte da parati, sanitari, rubinetti, ma anche cucine e mobili bagno…