Il suolo è il delicato ecosistema che è alla base della vita sulla Terra e che più soffre per i processi di urbanizzazione e antropizzazione sregolati, causa del suo snaturamento e deterioramento.
L’impermeabilizzazione e il consumo di suolo aumentano a ritmi esponenziali in ogni parte del globo, e l’Italia non fa eccezione: alla radice del problema c’è l’azione umana che asfalta, impermeabilizza, costruisce, inquina, erode e fragilizza i territori, accentuando i danni dovuti ai cambiamenti climatici, quindi l’erosione e il dissesto idrogeologico.
È appena uscito in libreria “Dalla parte del suolo”, edito da Laterza: nuovo libro di Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano, da anni impegnato nella difesa del suolo al quale dedica corsi universitari e saggi specializzati ma alla portata di tutti per approfondire il tema.
Al centro dell’attenzione ci sono gli usi impropri che vengono fatti di questa imprescindibile risorsa e gli effetti ambientali che ne derivano.
Analizzato dal punto di vista tecnico, il suolo è un sottile strato – di pochi metri o addirittura di pochi centimetri a seconda delle zone del Pianeta – in cui si concentra l’habitat di miliardi di esseri viventi vegetali e animali che stanno alla base della catena alimentare e della vita stessa di tutti gli abitanti della superficie terrestre. Esseri umani compresi, ovviamente.
I benefici contenuti in questo strato prezioso e invisibile sono spesso ignorati, così come i pericoli insiti nel suo progressivo deterioramento.
Un suolo asfaltato e antropizzato perde la capacità di assorbire e filtrare l’acqua e non è permeabile all’ossigeno: così in breve tempo “muore”. Per produrre uno spessore di 10 cm di suolo occorrono 2000 anni – spiega l’autore del saggio – mentre per distruggerli con una ruspa bastano 5-10 secondi“.
Senza contare che l’acqua non più assorbita dal terreno si accumula in superficie in seguito a fenomeni atmosferici rilevanti, come le forti precipitazioni, con effetti ambientali catastrofici quali le inondazioni.
Per recuperare un terreno impermeabilizzato i tempi sono lunghissimi, il lavoro e l’energia necessari enormi. E non sempre è possibile.
Nel frattempo, anche con il beneplacito di piani urbanistici che più o meno direttamente lo consentono, si continua a consumare terreni agricoli e vergini per costruire case e infrastrutture anche dove non sono necessarie.
Nel suo libro Pileri dà quindi voce al suolo e cerca di sensibilizzare sull’urgenza del suo rispetto e difesa: ne vengono analizzate caratteristiche e fragilità e vagliate possibilità concrete e pratiche non più rimandabili per “salvarlo” dal degrado. Nell’interesse di tutti gli abitanti della Terra, in particolare le giovani generazioni.