A Milano sette abitazioni su dieci sono inefficienti dal punto di vista energetico. È quanto è emerso dal dossier presentato da Legambiente e Rete Irene (network di imprese lombarde per la riqualificazione energetica) nell’ambito del progetto Condomini Efficienti, promosso con il patrocinio del Comune di Milano e di ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominali e Immobiliari) Lombardia. Lo studio è stato divulgato in occasione della prima tappa del tour “La casa che guadagna”, iniziativa finalizzata alla diffusione di una maggiore sensibilizzazione nei confronti delle tematiche riguardanti l’efficienza energetica. Dalla ricerca, infatti, è emerso che, tra le 200mila abitazioni provviste di certificazione energetica, oltre la metà (il 52%) sono in classe G (la peggiore) e il 18% sono in classe energetica F: il 70% delle case del capoluogo lombardo, quindi appartiene alle classi energetiche peggiori, mentre solo lo 0,6% fa parte delle classi migliori A e A+.
L’inefficienza energetica, oltre ad avere come diretta conseguenza un elevatissimo consumo energetico, si traduce anche in un notevole spreco a livello economico e in un pessimo impatto ambientale. Come dimostrano le fotografie dello studio gestito da Rete Irene con l’utilizzo di termografie, speciali immagini in grado di fotografare la temperatura superficiale degli oggetti, le zone rosse (ovvero quelle dove si verifica la maggiore dispersione energetica) abbondano sulla cartina di Milano. Si evidenzia, inoltre, che il problema riguarda i palazzi più antichi, ma anche quelli di più recente costruzione. Il tour La casa che guadagna, dunque, vuole sensibilizzare i cittadini sul il problema energetico, presentando le possibilità aperte dagli interventi di riqualificazione degli edifici, in grado di ridurre non solo le tonnellate di CO2 nel capoluogo, ma anche le bollette dei suoi cittadini.