Ikea ha deciso di eliminare, entro ottobre 2021, le batterie alcaline non ricaricabili dal proprio assortimento in tutto il mondo, a favore invece di quelle ricaricabili. Il cui utilizzo regolare permette di ridurre sensibilmente la quantità di rifiuti speciali prodotti e nel contempo di risparmiare.
L’impatto ambientale di una batteria ricaricabile – dato anche il numero spropositato necessario, nelle nostre case, per alimentare giocattoli, torce, telecomandi, piccoli elettrodomestici e apparecchi tecnologici senza fili – risulta infatti drasticamente inferiore. Secondo le analisi del grande gruppo svedese, già dopo dieci ricariche le batterie ibride ricaricabili a nichel-idruro di metallo (NiMH), a parità di energia fornita, garantiscono un livello minore di emissioni di gas serra; arrivati alla cinquantesima ricarica l’impatto ambientale derivato dall’utilizzo delle ricaricabili è inferiore o al massimo uguale a quello delle batterie alcaline non ricaricabili.
“Ci sono diversi vantaggi per i consumatori che sostituiscono le batterie alcaline con quelle ricaricabili e le usano di frequente, spiega Emelie Knoester, business area manager di Ikea Range & Supply. Innanzi tutto un risparmio economico nel tempo e poi la tutela dell’ambiente. Nel 2019 Ikea ha venduto circa trecento milioni di batterie alcaline in tutto il mondo. Esiste quindi un enorme potenziale, se riusciamo a convincere i nostri clienti ad adottare nuovi comportamenti e a usare al meglio le batterie ricaricabili.” Se infatti, per ipotesi, tutti i clienti del gruppo scegliessero le pile ricaricabili al posto di quelle tradizionali usa e getta e le utilizzassero almeno per cinquanta ricariche (anche se queste ultime per i prodotti Ikea potrebbero aumentare di dieci volte tanto), la quantità totale di rifiuti domestici annui si ridurrebbe di cinquemila tonnellate.
Reteranno invece per il momento ancora in assortimento le batterie a pastiglia, poiché alcuni articoli sugli scaffali del gruppo attualmente prevedono solo questo tipo di alimentazione.