La nascita delle lampade di design di domani passa anche per le collaborazioni tra scuole di progetto e aziende produttrici. Così è nel caso del connubio tra IED Milano e FontanaArte, esperienza ponte tra il passato della storia dell’illuminazione e il futuro delle nuove generazioni di creativi.
I giovani tesisti dell’anno accademico 2020/2021 del corso triennale di Product Design sono stati coinvolti nel progetto Identità di luce, per dare vita a una nuova collezione di apparecchi destinati ad ambienti domestici, oltre che alla ristorazione di alta gamma e all’hotellerie di lusso. Gli oltre quaranta giovani – guidati dai docenti Gianluca Ferullo, Enrico Azzimonti, Attila Veress, in collaborazione con l’art director dell’azienda Francesco Librizzi – hanno ricevuto l’incarico di disegnare una collezione variegata. Le diverse componenti (da tavolo, da terra, a sospensione, applique a parete e a soffitto) dovranno essere capaci di interpretare lo spirito che contraddistingue FontanaArte sin dagli esordi, con l’aggiunta di una apertura sui nuovi possibili scenari. Importante è l’applicazione di materiali e tecnologie innovative nel campo dell’illuminotecnica, come ad esempio le fonti luminose RGB, la luce dinamica, l’integrazione con i sistemi domotici, l’illuminazione creativa e il confort ambientale ottenuto coinvolgendo tutti i sensi.
Terminata a febbraio la prima fase di ricerca, di analisi e di impostazione del concept, il lavoro dei giovani al design delle lampade è entrato nel vivo, per chiudersi a luglio con la discussione delle tesi.
“Abbiamo voluto questa partnership con il prestigioso Istituto Europeo di Design di Milano, spiega l’amministratore delegato di FontanaArte Giuseppe Di Nuccio, perché siamo consapevoli della necessità di far conoscere ed apprezzare ai giovani il mondo di una azienda che dal 1932 racconta ed esprime, in forme e declinazioni differenti, la filosofia della luce come fonte di vita. Solo le nuove generazioni infatti, attraverso un nuovo linguaggio estetico, saranno in grado di rivisitare il passato, in un’ottica di sostenibilità e dunque d’innovazione”.