La casa come luogo più intimo e sociale allo stesso tempo e specchio del modo di vivere contemporaneo è il cuore della ricerca LivingScapes. Lo studio, condotto da Milano Trend Lab – il nuovo laboratorio di ricerca del Salone del Mobile – prende in esame i principali trend che emergono a livello internazionale nel mondo del design, dell’arredo e dell’abitare per studiare gli stili di vita in divenire e prevedere quelli futuri. La metodologia di ricerca è basata sull’osservazione sul campo e combina fonti (un network di ricercatori e antropologi internazionali), desk e web, per cogliere le evoluzioni socioculturali in atto e il modo in cui queste prendono forma. Il campo di osservazione abbraccia tutti i principali mercati internazionali (Europa, Russia, USA, Asia) con un focus sui Paesi “emergenti” come la Cina.
Oggi, la casa ha assunto una nuova centralità nell’esperienza sociale contemporanea e rappresenta una precisa immagine, non solo delle nuove tendenze estetiche ed espressive, ma anche dei comportamenti e degli stili di vita di chi la abita. Diventa un contenitore poroso, sempre più aperto alle contaminazioni con l’ “esterno” e alle innovazioni.
La ricerca considera la doppia dimensione di questo luogo: HOUSE – lo spazio e gli strumenti materiali e strutturali – e HOME – lo spazio vissuto e i comportamenti, le idee e le scelte che ne determinano l’organizzazione, il rapporto con gli oggetti, i gesti, i riti e le relazioni. I due maggiori fattori che stanno ridisegnando e risignificando gli spazi privati nell’ottica di uno sconfinamento sempre più spinto verso lo spazio pubblico sono: la crisi, che ha decretato l’emergere di una pluralità di pratiche e nuove abitudini – lo swapping, l’autoproduzione, il fai-da-te, ecc. e la rivoluzione digitale con il paradigma emergente della sharing economy (Airbnb, il social eating, ecc.).
Nove sono i Megatrend che la ricerca ha individuato come l’espressione delle attitudini, delle pratiche e degli stili di vita che stanno plasmando e modificando gli spazi abitativi contemporanei. Vediamoli nel dettaglio.
Cosy Home. È l’abitare dei sensi, il luogo emozionale, lontano dai dettami delle mode. Le mura domestiche sono il luogo in cui si vive e si torna per riconnettersi con se stessi e con la propria rete di affetti.
Customized Home. È il luogo costruito sui gusti e sulle necessità di chi lo vive. È l’abitare su misura. La personalizzazione degli oggetti si traduce in mobili e arredi unici, non ripetibili perché “adattati” alla persona. Il nuovo mood dell’autoproduzione trasforma le mura di casa in luogo di sperimentazione in cui si può mettere alla prova la propria creatività.
Wild Style Home. L’abitare naturalizzato è lo stile di chi ricrea in casa un ambiente ispirato alla natura. Il mondo organico e vegetale si traduce nelle forme, nei colori e nella texture dei materiali, che sono quelli “sostenibili” (legno) e/o “grezzi” (cemento grezzo, metallo spazzolato…), capaci di generare un’estetica con forti rimandi all’immaginario rurale.
InsideOut Home. La casa come luogo privato ma sempre più “social” che si apre a esperienze aggreganti e socializzanti – spesso legate alle dinamiche della cultura digitale (social eating, house concert/theatre, house swapping, ecc.) – o a esperienze prima prerogativa degli spazi pubblici (il cinema, la palestra, l’ufficio, il museo, il negozio ecc.).
L’abitare iperconnesso e tecnologico dà vita al Phigytal House. Gli arredi e gli oggetti domestici diventano il tramite attraverso cui comunicano il mondo digitale e quello fisico. Pensiamo, per esempio, alla domotica che permette la gestione (anche in remoto) degli spazi abitativi.
Shared House. Le persone condividono spazi anche se non hanno legami famigliari. Persone che condividono pratiche, valori, inclinazioni e scelte esistenziali. O anche persone e animali, co-inquilini a tutti gli effetti con bisogni ed esigenze specifici. O ancora si condividono gli spazi per progetti di lavoro temporanei o per dividere le spese di alloggio.
Enabling House. È la casa alleata che contribuisce attivamente al benessere di chi la vive, attraverso mobili e arredi che si “prendono cura” di chi li usa, favorendo comportamenti e interazioni “salutari” per corpo e mente. È l’abitare del benessere che, a fronte di un’aspettativa di vita che si allunga sempre di più, è un luogo in cui il design è pensato anche per le persone con mobilità e “funzionalità” ridotte.
Supernormal House. L’abitare basico che rende speciale la quotidianità. È la casa che semplifica la vita, in cui si mettono in primo piano la praticità e la funzionalità senza rinunciare all’estetica. È il design che progetta la quotidianità e l’ordinarietà in modo semplice e intelligente, ma mai banale.
Nomadic House. Un abitare provvisorio che soddisfa la tendenza delle persone al cambiamento. Nella casa specchio della contemporaneità mutevole e liquida, mobili e arredi diventano facilmente spostabili e/o smontabili per rendere agevoli gli spostamenti e le riconfigurazioni.