Le case della felicità sono quelle disegnate da piccoli: lo dicono le neuroscienze

Saranno sempre più “green” le dimore del futuro, senza divisioni tra interno ed esterno e con la natura che diventa protagonista della vita domestica. Lo affermano i bambini, con i disegni della loro casa ideale: immagini che secondo le neuroscienze riflettono le ataviche esigenze di benessere e protezione dettate dal cervello umano, anticipando quelli che saranno i prossimi stili architettonici.

Stefania Lobosco
A cura di Stefania Lobosco
Pubblicato il 09/12/2023Aggiornato il 09/12/2023
Ricerca My Dream House di Pratic

Come immaginano i bambini la propria casa? E noi come l’abbiamo disegnata nella nostra infanzia? Secondo le neuroscienze, le case che abbiamo immaginato, sognato e disegnato da bambini sono quelle che in realtà ci rendono più felici, ovvero abitazioni immerse nella natura, senza divisioni tra dentro e fuori e realizzate con materiali green. 

Le case del futuro andranno in questa direzione per garantirci un maggiore benessere psico-fisico, saranno dunque una nuova versione della tanto desiderata “casa sull’albero”, archetipo ancestrale dell’homo sapiens, che dopo millenni di evoluzione continua a soddisfare le esigenze di benessere dettate dal cervello umano.

La casa è da sempre il luogo della memoria e dell’identità individuale, come affermava il filosofo francese Gaston Bachelard, tutto ciò che l’uomo desidera mostrare al prossimo lo posiziona nella zona living, i segreti più reconditi e intimi in cantina, i ricordi d’infanzia in soffitta. La casa è quindi il guscio che contiene e difende dall’oblio le nostre esistenze, ma come sono davvero le case dei nostri sogni? A rivelarlo sono proprio i disegni dei bambini che raccontano una realtà “più vera del vero”. Nella prima infanzia paure, sensazioni e desideri trovano espressione tramite il codice visivo: immagini innate ed estranee ai condizionamenti culturali.

Quando i bambini disegnano la loro dimora dei sogni, indicano dunque le linee di una progettazione ideale, di un futuro che l’uomo ha sempre sognato. Questi dati emergono dalla quinta ricerca neuroscientificaMy Dream House – Semiosi dell’abitare e immaginario infantile” commissionata da Pratic, azienda italiana leader nel settore outdoor, e condotta dal Prof. Stefano Calabrese, narratologo dell’Università IULM di Milano, insieme alla Dott.ssa Ludovica Broglia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con la collaborazione di Officina Educativa, unità operativa del Comune di Reggio Emilia affiliata alla costellazione Reggio Children, presente all’incontro con i coordinatori, Dott. Michele Campanini e Dott.ssa Angela Borrillo. L’azienda specializzata in outdoor già da diversi anni è impegnata nell’ambizioso progetto culturale che apre lo scenario del design verso inedite prospettive che interessano neuroscienze, psicologia e processi cognitivi.

La prima ricerca, intitolata Healthy Lighting, ripercorre la storia della contrapposizione primaria tra luce e buio. La seconda edizione, Lively Colours, indaga il significato dei colori e gli effetti che essi svolgono sugli individui. La terza, Design for Well-being, esplora forme, volumi e proporzioni dal punto di vista degli schemi cognitivi. Al ruolo della bellezza e dell’estetica ideale nel design è infine dedicata la quarta ricerca, Beauty&Brain.

L’ultima sperimentazione “My Dream House“, da novembre 2022 a maggio 2023, ha coinvolto oltre duecento bambini e ragazzi tra i 3 e i 14 anni, residenti nelle province di Parma e Reggio Emilia, ai quali è stato chiesto di disegnare la propria casa ideale. Modelli creati in totale libertà, sia dal punto di vista progettuale che della realizzazione, attraverso materiali grafici e costruzioni.

Straordinari i risultati ottenuti, da cui è emersa la lucidità con cui i mini-architetti integrano nelle proprie opere elementi capaci di creare benessere e piacere dell’abitare. Se da un lato gli elaborati mostrano input progettuali che si rifanno ai desideri innati dell’uomo (la casa come protezione, luogo da cui osservare l’ambiente senza essere visti, edificio in continuità con il contesto green), dall’altro lato anticipano l’immaginario di una generazione che orienterà a breve gli stili di vita e i gusti estetici del design

Una casa collegata alla natura disegnata da una bambina di dieci anni.

Una casa collegata alla natura disegnata da una bambina di dieci anni.

L’architettura della felicità passa dalla casa-natura

Se in futuro gli spazi della casa continueranno a essere divisi in modo funzionale, a cambiare saranno le funzioni stesse, con ambienti pensati per assecondare le ambizioni personali e lavorative, ma soprattutto il desiderio di svago e wellness, strettamente legato all’onnipresente biofilia.  A dominare i disegni è l’elemento vegetale che non solo circonda la casa, ma ne diventa parte integrante, con alberi che si inseriscono nella dimora e facciate “verdi” avvolte da piante e rampicanti. Allo stesso modo, nelle case immaginate dai bambini, in e outdoor sono sempre necessariamente collegati attraverso stratagemmi architettonici originali come ampissime finestre, scivoli o giardini che interessano l’intero piano terra. Le ragioni, ha spiegato il prof. Calabrese, vanno cercate nella spontanea sensazione di benessere percepita durante la permanenza in ambienti naturali, che è parte essenziale del nostro corredo genetico. Fin dai primi anni di vita, infatti, l’uomo tende a preferire gli spazi outdoor, che vengono considerati come luoghi dedicati al gioco e alla socializzazione, tanto da influire positivamente sul benessere individuale e contrastare i comportamenti antisociali e i disturbi dell’attenzione in età infantile.

Altro elemento comune alle case disegnate dai bambini è la radicata volontà di accogliere gli animali a tutti gli effetti come membri della famiglia, pensando a degli spazi appositamente dedicati a loro. Colpisce, inoltre, che bambini, di diverse fasce di età e di diverse scuole, abbiano disegnato degli scivoli per raggiungere lo spazio esterno direttamente dall’interno dell’abitazione, a testimonianza di voler creare quasi un link diretto tra indoor e outdoor e renderli quasi intercambiabili; stesso discorso per le finestre disegnate sempre di grandi dimensioni per poter ammirare la natura e poter godere il più possibile di luce naturale. Protagoniste nei disegni anche le case sugli alberi, case con soffitti in vetro per poter ammirare la volta celeste, oggetti di design che assomigliano a dei frutti, abitazioni antropomorfe per assomigliarci un po’ di più; insomma sembra che la direzione sia proprio quella di una vera fusione tra casa e natura e del desiderio profondo di riconnettersi con gli ambienti naturali.

Una casa con elementi naturali disegnata da un bambino di sei anni.

Una casa con elementi naturali disegnata da un bambino di sei anni.

Il legame indissolubile tra emozioni positive ed elementi del mondo vegetale diventa così un must della progettazione domestica. Un binomio che rende la casa uno spazio aperto e al tempo stesso riparato, immerso nel verde e insieme protetto, esposto alla realtà esterna ma anche dedicato alla privacy. Più che di una casa nella natura, il futuro parla già di una casa-natura.

Un estratto della ricerca è pubblicato a questo link

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