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Quello dei marchi e delle attestazioni di salubrità o di produzione responsabile è un panorama in continua evoluzione che merita di essere approfondito.
Negli ultimi mesi, le EPD (Environmental Product Declaration) ovvero le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto, sono aumentate del 63%. A dichiararlo è Lorenzo Orsenigo, Chairman di EPDItaly. Sicuramente, questo dato dimostra come l’attenzione verso i protocolli di certificazione ambientale legati ai prodotti per l’edilizia sia in continua crescita, parallelamente all’evoluzione del panorama normativo sull’argomento.
Un’attenzione che nasce tanto dalle aziende – visto che ciò che è munito di bollino di certificazione ha un valore più alto rispetto a ciò che è privo di attestato di qualità ambientale – quanto dai consumatori finali. Cresce, infatti, anche la sensibilità del singolo che sceglie per la propria casa prodotti che diano garanzie legate alla salubrità, alla filiera produttiva, al rispetto di cardini legati al ciclo di vita, all’uso di materia prima riciclata, alla riduzione (o alla totale assenza) di emissioni nocive e di impatto ambientale.
Marchi anche per gli edifici
Per non fare confusione, occorre prestare attenzione a sigle e denominazioni. Gli standard LEED, come anche i protocolli a marchio GBC, che si declinano a seconda delle tipologie di edifici, certificano solo ed esclusivamente un edificio completato, mai un prodotto o un’azienda.
Per quali aspetti del prodotto
Sigle e protocolli sono numerosi e comprendono diversi aspetti:
- riguardano il comportamento dello specifico materiale post-posa
- riguardano la filiera produttiva;
- collaborano nell’ottenimento di crediti per le certificazioni che riguarderanno l’intero involucro (come Leed o CasaClima)
- certificano l’assenza di componenti dannose per l’uomo o l’ambiente e il rispetto di una serie di parametri.
Casa sana a 360 gradi
In tema di salubrità, si è soliti prestare attenzione solo ai prodotti di finitura. E invece tutti i materiali presenti negli ambienti domestici concorrono alla qualità, compresi quelli utilizzati per la costruzione, come evidenziato già nel 2016 dal Rapporto dell’Osservatorio Recycle – Legambiente.
Certificazioni per quali tipi di prodotti
- il cartongesso
Per uno dei materiali più utilizzati negli interni, il sistema di certificazione più diffuso è quello EPD. - gli isolanti
Dalle attestazioni volontarie ai kit certificati, tutto quello che occorre per una coibentazione efficace e a norma - il parquet
Due i maggiori standard specifici, FSC e PEFC, che assicurano la provenienza del materiale da foreste a gestione controllata. - le pitture
Tra le varie valutazioni di sostenibilità e salubrità, il protocollo Ecolabel fornisce garanzie da un punto di vista scientifico.
Materiali per la costruzione
Vediamo ora in particolare cartongesso e isolanti e rimandiamo ad altri due articoli per parquet e pitture.
Il cartongesso
Dal controsoffitto alle pareti divisorie, fino alla libreria: molti elementi interni alla casa sono realizzati con questo materiale “veloce” nei tempi di applicazione. Salubrità e sostenibilità sono quindi importanti.
È usato così di frequente per la definizione degli interni che avere alternative “eco e salubri” non può che essere un vantaggio. In questo caso il protocollo più diffuso è quello EPD ma, trattandosi di un prodotto composito, perché le singole lastre sono formate da più materiali assemblati fra loro, diventa fondamentale la filiera produttiva, quindi il tipo di materia impiegato per le varie parti (sempre più spesso provenienti da riciclo), e la possibilità di ottenere crediti necessari per l’eventuale successiva certificazione dell’intero involucro (Leed, CasaClima, Well).
La parola all’esperto
Intervista a Lorenzo Orsenigo Chairman di EPDItaly http://www.epditaly.it
Che cosa rappresenta l’EPD nel contesto dei materiali per l’edilizia?
La Dichiarazione Ambientale di Prodotto, EPD appunto, è uno strumento che consente di comunicare le prestazioni ambientali di uno specifico prodotto. Deriva da una valutazione del ciclo di vita Life Cycle Assessment (LCA), che mette a disposizione del produttore una metodologia di analisi dei propri processi, dalla “culla al cancello” o dalla “culla alla fine”, cioè dall’estrazione delle materie prime al cancello dell’impianto produttivo alla dismissione del prodotto, passando attraverso le fasi di produzione e uso, alla ricerca degli impatti ambientali, ma anche degli sprechi e delle possibilità di ottimizzazione e risparmio.
EPDItaly è il Program Operator italiano, riconosciuto da Accredia, all’interno del quale le aziende possono pubblicare le proprie EPD, comunicando al mercato, anche internazionale, in modo trasparente e verificato, gli impatti ambientali di un proprio prodotto o di un servizio fornito.
Qual è il valore aggiunto di una EPD?
Una delle caratteristiche che rende l’EPD un fondamentale strumento di valorizzazione delle caratteristiche ambientali di un prodotto è la credibilità: il documento EPD è, infatti, verificato da un organismo di certificazione di terza parte indipendente accreditato, che attesta la correttezza dei metodi utilizzati e la veridicità dei dati contenuti. Grazie all’EPD, il consumatore che sceglie materiali e prodotti per la propria casa, come per esempio gli isolanti o le piastrelle, ha la possibilità di conoscere gli impatti ambientali di tali prodotti e poter, quindi, effettuare delle scelte consapevoli in un’ottica di sostenibilità ambientale, ovvero prediligendo quelli che hanno un minor impatto sull’ambiente.
Grazie all’EPD un consumatore può:
• conoscere le prestazioni ambientali, convalidate da un Ente terzo accreditato, dei prodotti che sta acquistando
• contribuire a salvaguardare l’ambiente scegliendo prodotti e servizi che hanno minor impatto ambientale
• aumentare lo standard di qualità della propria casa e quindi il valore economico.
Quali parametri vengono analizzati nel processo di certificazione?
Per redigere il documento EPD, ed ottenerne la convalida da parte di Organismo di Certificazione accreditato, i parametri su cui impostare il ciclo di vita del prodotto sono definiti nelle Regole di Categoria di Prodotto (PCR) di riferimento. Si tratta di documenti che definiscono i principi e i requisiti per la stesura delle EPD di una specifica categoria di prodotti/servizi e definiscono le regole a cui i diversi produttori devono attenersi nel condurre l’analisi del ciclo di vita (LCA) secondo la norma ISO 14040. Per i prodotti da costruzione, tali parametri sono:
• Global Warming Potential (GWP) ovvero “potenziale di riscaldamento globale”
• riduzione dello strato di ozono
• creazione di ozono fotochimico
• acidificazione del suolo e dell’acqua
• eutrofizzazione
• esaurimento delle risorse abiotiche non fossili
• esaurimento delle risorse abiotiche fossili
• altri parametri descrittivi del consumo di risorse energetiche rinnovabili e non rinnovabili, di materie seconde, di combustibili, di rifiuti pericolosi e non, di materiali per il riciclo e per il riutilizzo. Da poco è uscita la nuova norma EN 15804 che introduce nuovi indicatori di impatto, quali la suddivisione del GWP in una parte fossile, biogenica e sull’uso del suolo. La nuova norma sarà applicata nel sistema EPDItaly dopo un adeguato periodo di transizione.