Privacy e minaccia di perdere il lavoro (a causa delle nuove tecnologie che sostituiscono le prestazioni “umane”) sono i timori principali legati all’uso delle tecnologie moderne, che si preparano persino a sostituire i medici in sala operatoria. Lo rileva un sondaggio condotto da BVA Doxa, in collaborazione con Win, che ha coinvolto 40 Paesi.
Da quanto emerso, il 42% degli intervistati teme ancora che alcune app possano implicare raccolta e tracciabilità dei propri dati personali. In Italia il 60% del panel è contrario all’uso di app in grado di tracciare i propri dati. Il 39% degli intervistati a livello globale non si avvale di questa tipologia di applicazioni, percentuale che sale al 50% nella popolazione con oltre 50 anni di età e al 62% fra coloro che hanno un’istruzione di basso livello. Viceversa, a usare le nuove tecnologie con maggior disinvoltura sono i giovani, con una percentuale che raggiunge il 25% nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni, e i più istruiti, come i laureati, che arrivano al 23%.
Se si effettua un’analisi geografica, tra Paesi più contrari all’uso di app che tracciano i dati personali troviamo l’Indonesia (80%), il Perù (72%) e il Vietnam (70%), mentre India e Brasile sono tra le nazioni meno preoccupate, con una percentuale di contrari all’uso delle nuove tecnologie pari al 9%.
Un altro frequente timore deriva dal fatto che tecnologie come l’Intelligenza Artificiale potrebbero in un futuro prossimo sostituire lavoratori umani in alcune attività, cosa che preoccupa circa il 40% degli intervistati, soprattutto nelle Filippine, in Messico e in Cina, aree in cui la manodopera è ancora elevata.
E se parliamo di uso d’Intelligenza Artificiale in medicina, fino al punto da sostituire completamente l’uomo, i contrari raggiungono il 43% in Germania, il 41% in Italia, mentre non superano il 6% in Cina.