Il teatro ideale di Gabriele d’Annunzio, la “conca marmorea sotto alle stelle” che il poeta aveva commissionato per le rappresentazioni dei suoi spettacoli, è stato riportato allo splendore originale grazie a un nuovo rivestimento marmoreo.
Situato in un punto panoramico del parco del Vittoriale a Gardone Riviera, l’anfiteatro è opera dell’architetto Gian Carlo Maroni, mandato a Pompei dall’originale committente per studiare architettura e peculiarità di questo tipo di costruzioni romane. I lavori, iniziati negli anni Trenta, videro però il loro corso interrotto dalla morte di d’Annunzio e dall’avvento della seconda guerra mondiale. Il completamento poté essere portato a termine solamente agli inizi degli anni Cinquanta, con l’impegno della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani. Dal giorno dell’inaugurazione, tenutasi l’8 agosto 1953 con un concerto dell’orchestra del Teatro alla Scala di Milano, diretta dal maestro Carlo Maria Giulini, il teatro restava tuttavia privo del rivestimento sia di gradinate sia di platea, lasciate allo stato grezzo del cemento.
Oggi, grazie al sostegno di Regione Lombardia e della stessa Fondazione Il Vittoriale, con la collaborazione di Margraf, azienda specializzata nella estrazione e nella lavorazione del marmo, le strutture architettoniche lasciate per anni incomplete del “Parlaggio” – come lo aveva denominato il poeta (che diede il nome anche ai grandi magazzini la Rinascente) – hanno riacquistato l’originario splendore. Oltre millecinquecento metri quadrati di lastre di marmo Rosso Verona, dalla superficie volutamente lasciata grezza, rivestono infatti il teatro ideale di Gabriele d’Annunzio, trasformato in una conca preziosa affacciata sull’isola del Garda, il monte Baldo, la penisola di Sirmione e la rocca di Manerba. Una finitura di gusto tradizionale, seppure lavorata con gli attuali mezzi all’avanguardia, che inserisce la realizzazione in modo armonico nel complesso sia naturalistico sia architettonico circostante, senza tralasciare un pizzico di estetica scenografica che tanto amava il poeta.