La Pop Art non smette di appassionare. Lo dimostrano le mostre che nel tempo ne ripropongono le opere, come quella attualmente ospitata fino a dicembre da una galleria londinese dal titolo Marilyn, Flowers, Lips, Gun, Mirror, Cactus, un originale dialogo tra opere pittoriche, prodotti di design e consumatore.
Interamente dedicata alla Pop Art, la mostra presenta opere di Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Tom Wesselmann, lungo un percorso con quarantaquattro Radiant Cactus, edizione limitata dell’iconico appendiabiti di Gufram, ideato nel 1972 da Guido Drocco e Franco Mello. Appositamente realizzata per l’occasione, questa speciale versione è caratterizzata da una spettacolare rifinitura fotoluminescente, che carica l’opera di luce, facendola brillare al buio, a testimonianza della volontà di promuovere la comunicazione tra arte-design-consumatore.
Ed è proprio Gufram, il design brand italiano fondato nel 1996 e profondamente influenzato dal movimento della Pop Art, ad aver supportato la creatività dei primi “radical designer”, dando loro la possibilità di sperimentare con forme e colori, demolendo quindi l’idea di mobile borghese che dominava l’arredamento di interni e promuovendo una contaminazione unica tra arte e design
La riproduzione seriale dei Cactus crea quindi un sentiero luminoso lungo lo spazio espositivo, ponendo sotto la nuova luce dell’interazione fra diverse discipline e differenti fruitori le opere in mostra, che rappresentano la speranza, la notorietà, la bellezza e la tragedia, emblemi dell’America degli anni Sessanta.
Nata in Gran Bretagna ma sviluppatasi in America alla fine degli Anni Cinquanta, la Pop Art o Arte Popolare – mettendosi in contrapposizione con la rappresentazione dell’interiorità che fino a quell’epoca era stato il tema guida degli artisti nelle loro creazioni – si dedicò alla manifestazione dell’immaginario collettivo, dell’uomo come consumatore in una società che aveva introdotto la produzione di massa. Oggetti creati in serie, soggetti comuni, personaggi scontati, proprio nella loro infinita ripetizione, nella pubblicità che ne fecero i mass-media, nella loro globale divulgazione, persero la loro banalità. La Pop Art investì varie correnti artistiche e influenzò anche la produzione dell’arredamento dell’epoca: divenuti prodotti di massa anche i mobili, nella loro riproduzione in serie, si distinsero per le caratteristiche non più solo funzionali ma anche di decoro.