Il Palaluxottica, centro congressi e esposizioni di Agordo, in provincia di Belluno, è il progetto risultato vincitore della diciassettesima edizione del Premio Architettura Città di Oderzo, riconoscimento alle migliori realizzazioni sul territorio del Triveneto. E in parte anche nazionali, grazie alle sezioni speciali Architettura dei luoghi di lavoro e Architettura di montagna (quest’ultima inaugurata proprio quest’anno).
Scelta dalla giuria – Paolo Baratta, presidente de La Biennale di Venezia, Maria Claudia Clemente e Alfonso Femia, architetti, Carlo Birrozzi, direttore dell’Istituto Centrale per il catalogo e la documentazione, Massimo Tonello, amministratore di Tonello Servizi – tra centoundici progetti e dieci finalisti, l’opera dei giovani Andrea Botter e Emanuele Bressan, con i loro studi professionali, si è contraddistinta per una presenza sul territorio sia di qualità progettuale sia di valenza sociale. Oltre che per essere “frutto di una committenza chiara e coraggiosa”. Le tracce formali e materiche delle tipiche costruzioni rurali del luogo hanno dato l’ispirazione al progetto dell’edificio, esplicitata attraverso l’uso del legno, l’originale profilo volumetrico, messo in relazione con la natura circostante, la cura dei dettagli.
“La pandemia, secondo il presidente dell’Ordine degli Architetti di Treviso Marco Pagani, ci ha fatto riaffermare con convinzione l’idea che l’uomo è un animale sociale e di questi spazi sente continuo bisogno.” Per ciò può essere significativo che l’edizione attuale del Premio Architettura veda primeggiare un’opera pensata con una finalità collettiva.
Organizzato dal Comune di Oderzo, dalla Provincia di Treviso, dall’Ordine degli architetti della cittadina veneta, dalla Fondazione Oderzo Cultura onlus e da Assindustria VenetoCentro, il concorso da oltre vent’anni promuove l’edilizia di qualità, focalizzandosi esclusivamente sulle aree geografiche di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Ormai un “vero e proprio archivio” dell’architettura locale contemporanea, testimone della crescita di un progettare a servizio della comunità e dell’evoluzione costruttiva in genere. Ma anche del ruolo dell’architetto e della sua professione.