Riscaldamento: quali sono le abitudini degli italiani?

Quali sono i comportamenti degli italiani in fatto di riscaldamento? Oltre a limiti e orari previsti dalla normativa, uno studio di tado° rivela le reali abitudini da Nord a Sud.

Stefania Lobosco
A cura di Stefania Lobosco
Pubblicato il 31/12/2019Aggiornato il 31/12/2019
Riscaldamento: quali sono le abitudini degli italiani?

Anche con il clima più rigido è necessario osservare le norme relative all’accensione del riscaldamento, sia quello centralizzato nei condomini sia quello autonomo. Ma quali sono le abitudini degli italiani da Nord a Sud? 

Le diverse zone climatiche in Italia

Innanzitutto, è bene specificare che non è semplice fare una distinzione delle zone in base al clima generale della Regione. Infatti, la formazione geologica dell’Italia è estremamente varia, ad esempio in Sicilia ci sono zone montagnose che subiscono cali di temperatura simili alla Valtellina, mentre in Liguria alcuni comuni, come Imperia, hanno un clima paragonabile a quello di Napoli e Taranto. Ad ogni modo, le zone identificate sono 6 e vanno dalla A alla F.

A, B e C comprendono i comuni più caldi del Sud Italia, le fasce D ed E comprendono zone del Centro o del Nord Italia in cui le temperature si abbassano notevolmente, infine, nella fascia F si trovano le province di Belluno, Cuneo e Trento.

In dettaglio:

Zone A: (Sud e Isole). Province di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle;

Zona B: (Sud e Isole). Province di Agrigento, Catania, Messina, Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria e Crotone;

Zona C: Province di Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto;

Zona D: Province di Genova, La Spezia, Savona, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Massa Carrara, Siena, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Roma, Viterbo, Terni, Avellino, Chieti, Pescara, Foggia, Isernia, Matera, Caltanissetta, Nuoro, Teramo e Vibo Valentia; 

Zona E:  Province di Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna.

Zona F: Province di Belluno, Cuneo e Trento.

La normativa prevede l’accensione del riscaldamento a partire da:

  • 1 dicembre per le zone A e B;
  • 15 novembre per la zona C;
  • 1 novembre per la zona D;
  • 15 ottobre per la zona E;
  • La zona F invece ha una regolamentazione a parte, in quanto non sono previste limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento. Per non commettere errori e non incorrere in sanzioni, è bene verificare in quale zona si trovi il proprio comune di residenza. 

Qui le date per ogni Comune. 

Limiti di orario per l’accensione del riscaldamento 

La norma prevede che i riscaldamenti restino spenti durante la notte, quindi non possono essere attivati oltre le 23 e possono essere riaccesi solo al mattino a partire dalle 5.

La norma 2019, inoltre, prevede che i comuni appartenenti alla zona A possano accedere i riscaldamenti per un massimo di 6h giornaliere; i comuni della zona B 8h al giorno; i comuni della zona C 10h al giorno; i comuni della zona D 12h al giorno; i comuni della zona E 14h al giorno; i comuni della zona F non hanno invece limiti di numero di ore. 

Naturalmente, questi limiti prevedono delle modifiche in caso di situazioni climatiche particolari come un improvviso abbassamento delle temperature e comunque questi limiti possono essere superati per un massimo della metà di quella consentita a pieno regime. 

Anche gli impianti dotati di centraline climatiche o impianti con cronotermostato e termovalvole, che garantiscono il massimo risparmio energetico, non sono soggetti a limiti orari.

Le abitudini degli italiani 

Nonostante in media in Italia il riscaldamento si accenda soltanto quando la temperatura esterna scende a 14,5 °C, mantenendo quella interna a 21°C, se si osserva più nel dettaglio sulla base di questa suddivisione si scopre come le abitudini degli italiani siano, apparentemente, molto diverse.

Secondo uno studio condotto da tado° – leader nella gestione intelligente del clima domestico – la temperatura esterna media necessaria per far sì che gli abitanti della zona A e B accendano per la prima volta il termostato (gli ultimi a poterlo fare, lo scorso 15 novembre e 1 dicembre) è di 16,5 °C. I nordici, ma anche gli abitanti del centro Italia, identificati come zona E, invece, aspettano invece che scenda a 14 °C, mentre chi vive nelle zone più fredde (F) resiste fino a quando la temperatura scende a soli 13 °C. Il grado di calore medio interno, inoltre, passa dai 22,5 °C per i primi indicati ai 21 °C per tutti gli altri.

Non stupisce che i risultati di questa ricerca mostrino come chi vive in aree più fredde tenda a resistere più a lungo prima di accendere il proprio riscaldamento in casa, ma ci sono alcune piccole eccezioni. I palermitani, ad esempio, nonostante facciano parte delle zone considerate più calde, sembra che abbiano più tempra dei loro vicini in quanto accendono il termostato quando la temperatura esterna scende a 14 °C e mantengono un’atmosfera interna di 22 °C, molto simile ai milanesi che invece resistono – di poco – meno: 14,5°C è la temperatura massima oltre il quale cedono all’accensione dei termosifoni e mantengono 21,5 °C in casa.

Anche Roma (zona D) e Napoli (zona C) possono essere accomunate per abitudini simili nonostante in realtà appartengano a due diverse zone: entrambe le città eccedono di 0,5 °C le temperature medie indicate nelle loro aree di riferimento, soprattutto per quello che riguarda il calore interno, rispettivamente di 21,5 °C e di 22 °C.

Zona dell’Italia

Temperatura interna

Temperatura esterna

Zona E

21 °C

14 °C

Zona D

21 °C

15 °C

Zona C

21,5 °C

15 °C

Zona A e B

22,5 °C

16,5 °C

Zona F

21 °C

13 °C

 

Città

Temperatura interna

Temperatura esterna

Milano

21,5 °C

14,5 °C

Roma

21,5 °C

15 °C

Napoli

22 °C

15,5 °C

Palermo

22 °C

14 °C

Trento

21 °C

12 °C

Secondo questo studio, quindi, gli italiani amano vivere in una casa confortevole tutto l’anno. Abitudine condivisa con i paesi più vicini, come la Francia e il Belgio, entrambi con una media di 21 °C interni sin da quando il clima esterno scende ai 14 °C.

I paesi europei più resistenti ai freddi invernali, invece, sono la Danimarca e l’Austria che aspettano finché le temperature scendono a 12 °C per accendere il riscaldamento e in questo modo si aggiudicano anche il primato di nazioni più ecologiche. Anche il Regno Unito, la Germania e l’Olanda si contraddistinguono per le buone abitudini: attivano i termosifoni ai 13 °C ma mediamente mantengono una temperatura leggermente più bassa in casa, sui 20 °C.

Che differenza fa un grado in bolletta?

Il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici e dell’industria rappresentano la metà del consumo energetico dell’UE. Mentre oltre tre quarti del consumo energetico domestico proviene dal riscaldamento e dall’acqua calda. Una ricerca dell’Energy Saving Trust ha dimostrato che abbassare il calore di appena 1 °C aiuta a risparmiare circa 90 euro all’anno sulla bolletta energetica di una famiglia media.

Inoltre, l’uso di termostati intelligenti può garantire che le case e gli ambienti siano riscaldati solo quando sono occupati, risparmiando fino a un terzo sulla bolletta energetica.

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