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Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: la legge di Lavoisier, o di conservazione della massa, si applica perfettamente all’economia circolare. In agricoltura e nella trasformazione industriale dei prodotti vegetali destinati al consumo – in particolare frutta e verdura – oggi più che mai gli scarti sono da considerarsi tutt’altro che rifiuti. Dalle bucce alle foglie, dai rami tagliati alle erbacce, quanto avanza può essere riutilizzato, con potenzialità ecosostenibili che fino a qualche anno fa erano inimmaginabili.
Recupero e riuso, spesso grazie a innovative tecnologie, rispondono a due imperativi dei nostri tempi: ridurre gli sprechi alimentari in un’ottica di economia circolare, e trovare nuove risorse eco e rinnovabili in alternativa a quelle tradizionali a rischio esaurimento. Nella loro seconda vita, gli scarti vegetali possono prendere diverse forme, la ricerca lavora in più direzioni.
Nell’edilizia e nel design, ma anche nel settore delle energie derivate da biomasse, il riciclo di queste materie salvate dalla discarica apre nuovi orizzonti, benché si tratti per ora di nicchie di mercato da sviluppare. Le difficoltà ancora da superare riguardano soprattutto le modalità di reperimento, raccolta e trasporto delle materie avanzate agli impianti specializzati per la trasformazione, al momento poco numerosi. Occorre d’altra parte valutare il dispendio energetico necessario per portare a termine i processi. Sono questi aspetti che vanno sicuramente migliorati proprio perché la sostenibilità di un prodotto, naturale o sintetico che sia, è strettamente correlata a tutti gli step della filiera.
Lampade con le bucce d’arancia
È un progetto di economia circolare quello che guida l’attività di Krill Design (www.krilldesign.net), azienda specializzata nella realizzazione di complementi d’arredo a partire da innovativi biomateriali. Rekrill Orange® è una fibra 100% biodegradabile e compostabile prodotta con le bucce d’arancia; viene impiegata per realizzare oggetti di design modellati con la stampante 3D. Attraverso questa tecnica sono ottenuti, per esempio, la lampada da tavolo Ohmie, il portapenne Metho e il vaso Hidee. Per altri modelli di Krill Design vengono invece impiegati altri sottoprodotti di recupero come i fondi del caffè, i gusci d’uovo e diversi avanzi della catena alimentare, reperibili in grandi quantità.
Oggetti di design con i gusci di noce
L’Italia è uno dei più grandi produttori mondiali di frutta secca: se ne consumano tonnellate, in particolare di noci e nocciole. E il guscio? Ricco di lignina, anziché finire tra i rifiuti può essere trasformato in un materiale ecocompatibile per realizzare elementi d’arredo che si chiama Keep Life (www.keeplife.it), brevettato dall’omonima start up di Caserta, in Campania. Le collezioni di mobili e complementi sono progettate in collaborazione con studi di architettura e design, la materia prima è fornita da produttori agricoli locali: tutto è 100% made in Italy.
Packaging con i resti di frutta
Recuperare gli scarti della frutta e riutilizzarne le componenti per sviluppare nuovi materiali biodegradabili e 100% vegetali da utilizzare per il packaging: il progetto internazionale Ecofunco (www.ecofunco.eu) è coordinato da INSTM(www.instm.it) – Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali. Le molecole dei prodotti vegetali contengono infatti proteine, polisaccaridi, amminoacidi e altre sostanze che, opportunamente lavorate, possono dare vita a imballaggi sostenibili e biodegradabili per alimenti e anche per altro. Le caratteristiche di resistenza e durata sono paragonabili a quelle del packaging tradizionale.
Mattoni ricavati da foglie e bucce
I rifiuti industriali derivati dalla trasformazione di frutta e verdura rappresentano una voce importante degli sprechi alimentari. Si sperimentano però interessanti alternative: bucce, foglie, semi e altri avanzi, lavorati e pressati ad alte temperature, possono diventare materiali da costruzione a basso impatto ambientale, con inedite qualità di resa e resistenza. I ricercatori dell’Istituto di Scienze industriali dell’Università di Tokyo sono da anni impegnati su questo fronte: sembra che i mattoni vegetali saranno più duri del cemento!
Ecocippato dalla potatura degli ulivi
Nelle campagne pugliesi del Salento, le periodiche operazioni di potatura degli ulivi nelle aziende agricole locali producono in enorme quantità ramaglie e altri sottoprodotti destinati al macero. Questo legno vergine può essere convertito in una biomassa ad alto rendimento per la combustione, in grado di produrre energia rinnovabile. È l’attività svolta dall’impresa Fiusis, il cui impianto ha sede a Calimera (Le). Le ceneri generate dal processo sono raccolte e consegnate a ditte che le smaltiscono nel rispetto dell’ambiente.