Shopping e spese sostenibili per la casa

A tutti piacerebbe essere ecofriendly in ogni acquisto e scelta, ma spesso non si sa come fare oppure si pensa costi troppo… Si può iniziare per gradi, con consapevolezza e informazione.

Silvia Scognamiglio
A cura di Silvia Scognamiglio
Pubblicato il 05/07/2022Aggiornato il 05/07/2022
Shopping-green

Ci sono tante possibilità per applicare i principi della sostenibilità e dell’economia circolare alla vita domestica, per contribuire, nel proprio nucleo familiare, a salvaguardare le risorse. Il primo passo è prendere coscienza di quanto il tema ambientale ci riguardi tutti da vicino, ma poi? È bene comunque ricordare che inquinamento, sprechi, surriscaldamento globale e cambiamenti climatici dipendono più dalle politiche delle imprese industriali e degli Stati che dal comportamento individuale. Ciò non toglie che ciascuno possa fare la sua parte, dare un segnale e un esempio, e migliorare benessere e salute tutelando l’ambiente.

Ogni volta che si acquista

Certe scelte “eco” sembrano quasi scontate: comprare solo ciò che serve, meglio se di seconda mano, riciclare, scegliere materiali a basso impatto; fare il caffè con la moka e non con le capsule, preferire il treno all’aereo, e ancora… Eppure, per ogni scelta cosiddetta “sostenibile”, la lista dei pro e contro delle azioni può essere difficile da interpretare o riserva sorprese. Come orientarsi, allora? La parola d’ordine è informarsi, sempre, in modo quasi maniacale. Per acquistare un prodotto, un mobile o un oggetto, non bisogna guardare solo se è sostenibile in sé, ma se lo è anche il produttore, se osserva comportamenti corretti verso la natura e la collettività. A volte basta una ricerca su Internet per farsi un’idea. Quando il prezzo al consumo di un prodotto è molto basso, conviene chiedersi il perché: forse la filiera è inquinante, mette in pericolo biodiversità, flora e fauna; vi è scarsa manutenzione agli impianti o i rifiuti sono smaltiti in modo scorretto (con rischi di danni irreparabili), o alla base c’è lo sfruttamento di forza lavoro. Ci sono invece i valori positivi da considerare, per esempio il fatto che uno stabilimento sia alimentato da energie rinnovabili, come eolico e solare. Con un po’ di pratica di ricerca, si impara a distinguere ciò che è davvero sostenibile dal “greenwashing”, una sorta di facciata verde che alcuni si danno solo per convenienza. Non si può smettere di essere consumatori, ciascuno di noi fa parte dell’ingranaggio; ma se si consuma in modo sostenibile, o almeno ci si pone tale obiettivo, oltre che all’habitat si farà del bene a se stessi e al proprio futuro.

Certificazioni, una garanzia in più

Nel settore ambientale,esistono le certificazioni rilasciate alle aziende, relativealla sostenibilità degli standard di gestione o dei processi produttivi, e quelle che vengono invece assegnate ai singoli prodotti. Alcune si applicano a entrambe le categorie. Sono attestate da enti certificatori esterni: ecco alcuni esempi tra le tante a vocazione green.

certificazioni green

Ambiente Protetto PDR Uni 107 2021
Il marchio nazionale per aziende, filiere e processi produttivi, è rilasciato da Uni, Ente Italiano di Normazione (www.uni.com).Certifica l’efficacia nella prevenzione e riparazione dei danni all’ambiente.

ANAB
Rilasciata dall’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica (www.anab.it), la certificazione riguarda prodotti e servizi di bioedilizia e bioarredo. Garantisce la provenienza delle materie prime da filiere controllate, e l’assenza di componenti inquinanti o tossiche.

Carbon Footprint
Certifica, a livello internazionale, l’impronta di carbonio (cioè le emissioni di C02 e di gas serra in atmosfera (productcarbonfootprint.it) delle aziende e dei singoli prodotti. Gli standard di riferimento sono dettati dalle norme UNI EN ISO 14064 e UNI EN ISO 14067.

ECOLABEL EU
La certificazione europea del Comitato Ecolabel Ecoaudit attesta la qualità ecologica di servizi e prodotti – detergenti, tessili, elettrodomestici, materassi ecc,
(ec.europa.eu/environment/ecolabel) – con prestazioni elevate e basso impatto ambientale in tutto il ciclo di vita.

FSC
È riservata ad aziende e filiere che impiegano materie prime forestali (come il legno). Il marchio internazionale del Forest Stewardship Council (it.fsc.org/it-it) garantisce la gestione sostenibile delle foreste e dei prodotti derivati.

Vivere a basso impatto ambientale

Nella vita quotidiana dei singoli e delle famiglie, la sostenibilità è in molti casi un’aspirazione che non riesce a tradursi in scelte concrete. Anche quando si fa di tutto per acquistare beni di consumo o servizi garantiti, non è facile trovare gli strumenti per una valutazione oggettiva. È proprio questo “il dilemma del consumatore green”, titolo perfetto per questa guida pratica che spiega come provare a diventare eco-friendly in ogni ambito: alimentazione, casa, arredo, pulizia, cosmesi, trasporti e così via.

"Il dilemma del consumatore green", di Lisa Casali, ed. Gribaudo, 2021

“Il dilemma del consumatore green”, di Lisa Casali, ed. Gribaudo, 2021

L’albero della sostenibilità

Lo schema aiuta a comprendere che un prodotto è davvero eco quando tutto il suo ciclo vitale e anche l’azienda produttrice sono orientati alla salvaguardia dell’ambiente.
Radici
Il produttore deve operare per prevenire i danni ambientali (solo in Italia si contano 32.000 siti contaminati!).
Tronco
Le aziende devono includere nei loro obiettivi la riparazione di danni all’ambiente che possono prodursi.
Foglie e rami
Sono le azioni concrete messe in atto nel ciclo produttivo per migliorare le performance ambientali: per  esempio, la riduzione delle emissioni  e l’impiego di energie rinnovabili.
Frutti
Sono i prodotti finali della filiera che devono essere realizzati in materiali eco, durevoli e riciclabili.

 

Tratto da Cose di Casa cartaceo di aprile 2022

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