Simbolo del design radicale degli anni ’70, Cactus® compie cinquant’anni

A metà tra opera d’arte e oggetto di design, Cactus® festeggia il mezzo secolo da icona del progetto made in Italy.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 13/04/2022Aggiornato il 14/04/2022
Biancocactus di Gufram

Cactus®, ironico appendiabiti disegnato nel 1972 da Guido Drocco e Franco Mello per Gufram, compie cinquant’anni, ma non li dimostra.

Simbolo del design radicale di quegli anni, ovvero di quella parte della comunità creativa che contestava lo status produttivo e che dall’Italia – a Firenze con Archizoom e Superstudio prima, poi a Milano – si espanderà all’Europa intera, ne riassume in toto l’essenza: sperimentazione, ironia, originalità. Forme inconsuete, spesso derivate dalla Pop Art, colori decisi, funzioni inedite: Cactus® nasce da questo tipo di ricerca progettuale, ma l’aspetto sorprendente, al contrario di altri oggetti degli anni Settanta pur altrettanto famosi, è che ancora oggi non rivela la sua età.

Come i suoi contemporanei divano Bocca® e chaise longue Pratone®, anch’essi nel catalogo del marchio (fondato nel 1966 a Torino), continua ad entrare nelle case di tutto il mondo, quale sorta di scultura domestica frutto della contaminazione tra arte e design. E proprio come un’opera artistica è entrato nei musei ed è stato negli anni oggetto di numerose edizioni limitate, anche in collaborazione con creativi tra cui lo stilista Paul Smith e la rivista Toiletpaper, fondata dall’artista Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari. Da verde, tinta originale, si è vestito così di bianco candido, di rosso, di nero, di blu, di colori psichedelici…  

Tante sfaccettature per un oggetto che ha saputo attraversare comunque inalterato i decenni e con la sua forza criticamente espressiva è diventato un’icona del progetto made in Italy.

Cactus® di Gufram

Cactus® di Gufram

Di poliuretano flessibile, Cactus® di Gufram viene ancora oggi realizzato con lo stampo originale e rifinito a mano, trasformandosi così ogni volta in un pezzo unico. Le oltre duemila “spine” che coprono i quattro bracci e la sua superficie sono infatti rifinite da artigiani, verniciate con una speciale finitura brevettata (il Guflac®) che dà colore al materiale strutturale, mantenendone flessibilità e morbidezza. http://www.gufram.it

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