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Tutte le nostre azioni hanno un impatto sull’ambiente, compreso il modo in cui ci si prende cura dei vestiti. Con le giuste attenzioni, infatti, è possibile prolungare la durata dei capi di abbigliamento, a tutto vantaggio dell’ambiente: è quanto emerge da una nuova ricerca ora pubblicata all’interno della quarta edizione di The Truth About Laundry report di Electrolux Group, una ricerca condotta su circa 14.000 persone in quattordici Paesi europei. Lo studio fa parte di un programma di ricerca scientifica focalizzato sull’estensione della vita degli indumenti in corso da ben 7 anni.
L’impatto dell’abbigliamento sull’ambiente
Dalla ricerca The Truth About Laundry emerge che ogni giorno in Europa vengono scartate circa 13,5 tonnellate di vestiti, che in buona parte vengono bruciati o finiscono in discarica. Spesso questo avviene prima del tempo: alcune accortezze riguardanti la temperatura e la durata del ciclo del lavaggio possono influire in maniera significativa sulla longevità dei vestiti, prolungando anche del 50% la vita di jeans e magliette. Questo avrebbe un impatto importante non solo sul guardaroba, ma anche e soprattutto sull’ambiente. Il consistente impatto ambientale dell’industria della moda è stato ampiamente evidenziato: è infatti responsabile di emissioni annuali di gas serra maggiori rispetto a tutti i voli internazionali e al trasporto marittimo combinati e contribuisce al 10% delle emissioni globali di carbonio. Secondo WRAP, una ONG britannica impegnata sul fronte dell’azione climatica, prolungare la vita dei vestiti rappresenta la principale opportunità per ridurne l’impronta di carbonio, acqua e rifiuti.
I dati raccolti dalla quarta edizione di The Truth about Laundry 2024 dimostrano però che le famiglie europee sono spesso restie a cambiare le proprie abitudini:
- il 59% delle famiglie in Europa afferma di lavare i propri vestiti principalmente a 40°C e oltre;
- solo il 12% degli europei pensa che la durata del ciclo abbia un impatto sulla longevità dei vestiti;
- il 66% degli europei ha avuto a che fare, dopo il lavaggio, con un capo di abbigliamento rimpicciolito o deformato;
- il 74% ha sperimentato lo sbiadimento del colore;
- il 79% ha riconosciuto gli errori nel bucato come conseguenza delle proprie azioni. La ragione più comunemente citata è l’uso di una temperatura eccessiva.
Perché quindi si continua a lavare gli indumenti con temperature elevate? In Europa le ragioni sembrano essere complesse: anche se solo il 12% del campione afferma che il lavaggio a 30 °C non è stato efficace come previsto, ben il 34% riferisce di non essere sicuro che questa temperatura rimuoverebbe le macchie. Sicuramente è anche l’abitudine che porta a non abbassare la temperatura.
Le impostazioni degli elettrodomestici
Secondo i dati di Electrolux Group, nelle lavatrici l’impostazione cotone a 40 °C è la più frequente, con cicli che durano da 90 a 120 minuti. Nonostante i nuovi elettrodomestici consentano di regolare le impostazioni predefinite, quasi il 74% degli europei si attiene alla temperatura predefinita e quasi il 30% non sa di poterla modificare. Allo stesso modo, il 78% degli utenti si attiene alla durata predefinita del ciclo, con il 35% che non sa che può essere regolata. Lavaggi più brevi e a temperatura più bassa aiutano a prolungare la vita dei capi: proprio per questo oltre il 70% dei programmi in tre delle ultime gamme di Electrolux ha come impostazione predefinita 30 °C o 20 °C.
Longevità dei vestiti e lavaggio: la ricerca
Attraverso approfonditi test di laboratorio sono stati sperimentati diversi metodi di lavaggio su vari tessuti scelti tra i più comuni, come ad esempio jeans in denim e magliette di cotone. Lo sbiadimento del colore è stato monitorato regolarmente e oltre 600 partecipanti hanno individuato il momento in cui i vestiti andassero smaltiti.
Il risultato è una nuova metrica, l’Electrolux Care Index, una metodologia in grado di misurare l’impatto di diversi trattamenti di lavaggio sulla longevità dei vestiti. Una maglietta di cotone lavata a 30°C per 59 minuti, per esempio, durerà oltre il 50% in più rispetto a quando viene lavata con un ciclo regolare a 40°C, che può durare fino a 120 minuti. Il risultato è stato simile per i jeans in denim.
“Nel 2021 abbiamo pubblicato lo studio Life Cycle Assessment (LCA) sugli elettrodomestici Electrolux, che ha rivelato la possibilità di una riduzione del 20-25% del Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP) passando dai lavaggi a 40°C a quelli a 30°C – afferma la responsabile dello studio, Elisa Stabon (M. Sc Chemistry) Head of Product Experience, Product Line Care, Electrolux Group – Con questa nuova ricerca siamo andati oltre. Per ridurre la significativa impronta ambientale legata all’abbigliamento dobbiamo mantenere i capi in uso più a lungo. I due modi più semplici per raggiungere questo obiettivo sono, in primo luogo, evitare i lavaggi non strettamente necessari e, in secondo luogo, lavare i capi in modo più delicato, ricorrendo in particolare a temperature inferiori e cicli più brevi“.
I cinque step per prolungare la vita dei vestiti
Electrolux Group ha stilato un elenco di cinque passaggi per prolungare la durata dei vestiti e ridurre così il loro impatto ambientale:
- Prima di lavare, pensarci due volte: errori comuni nel bucato portano al restringimento o allo scolorimento dei vestiti, inconvenienti che possono essere evitati scegliendo le impostazioni giuste. Si possono ad esempio scegliere elettrodomestici con funzioni efficaci e antispreco come UltraQuick 59 min di Electrolux, che rimuove completamente oltre 50 macchie comuni a 30°C;
- Usare la tecnologia in modo più smart: conoscere a fondo le potenzialità del proprio elettrodomestico permette di fare scelte migliori. Gli elettrodomestici con tecnologia intelligente possono quindi venire in aiuto. La funzione SmartSelect di Electrolux, ad esempio, semplifica il processo, guidando gli utenti a risparmiare fino al 50% di tempo, all’80% di energia e al 20% di acqua;
- Impostare come predefinito il lavaggio a 30°C: le impostazioni predefinite si possono modificare, ma scegliere modelli in cui le impostazioni predefinite sono già ottimali è sicuramente più comodo. Nelle ultime tre gamme, per esempio, Electrolux ha impostato la temperatura a 30°C o 20°C nel 70% dei programmi;
- Ridurre il tempo di lavaggio: cicli più brevi possono prolungare la vita dei vestiti e riducono anche il consumo di energia in fase di lavaggio. Ridurre le impostazioni di tempo predefinite è un’azione che tutti possono fare, ma quando si sceglie un nuovo elettrodomestico si può puntare su un modello che preveda già cicli di lavaggio più brevi ma ugualmente efficaci;
- Leggere. Indossare. Rinfrescare: leggere l’etichetta con le istruzioni di lavaggio di ogni capo è importante, ma bisogna ricordare che la temperatura indicata è quella massima, non quella consigliata. Molti indumenti, tra cui jeans, magliette e top, possono inoltre essere indossati più volte tra un lavaggio e l’altro: spesso è sufficiente arieggiare i vestiti dopo averli indossati e trattare le macchie con un panno umido e un detergente delicato. Un’altra possibilità è quella di orientarsi su modelli di lavatrice dotati di funzione vapore; ad esempio il programma Vapore Refresh di Electrolux rinfresca i vestiti in 25 minuti e impiega fino al 96% in meno di acqua rispetto al lavaggio. Il vapore aiuta anche a ridurre le pieghe e gli odori.
“Il nostro rapporto con l’abbigliamento va oltre la mera praticità; contempla anche la gestione ambientale e il consumo responsabile – afferma Sarah Schaefer, VP Sustainability Europe and APMEA at Electrolux Group – Adottando pratiche di lavaggio consapevoli, come abbassare le temperature, abbreviare la durata del ciclo e ridurre l’uso di detersivo, possiamo contenere drasticamente l’impronta di carbonio delle nostre routine di cura dei vestiti. In quest’ottica, fare il bucato non è più un compito banale, ma diventa un atto di consapevolezza: un modo per onorare le risorse che sono state utilizzate per realizzare i nostri vestiti e il Pianeta che ci sostiene“.