Nel segno della sostenibilità promossa costantemente anche da Salone del Mobile.Milano, Grundig ha pensato di andare oltre l’impegno già applicato ai suoi prodotti e alle fasi realizzative. L’attenzione si è focalizzata su uno dei progetti generalmente più effimeri di ogni azienda, ovvero lo stand espositivo. E in questo caso quello costruito per l’ultima edizione di FTK a Eurocucina.
Stand a impatto zero
Lo stand è nato già a impatto zero, poiché la progettazione ha spinto lo sfruttamento di materiali riciclati o riciclabili fino alla quasi totalità dell’insieme (precisamente il 95%). Una ricerca che è andata tuttavia volutamente oltre la Design Week milanese: si è infatti voluto pensare anche alle fasi di fine vita di questa piccola architettura effimera. Così sono nati progetti diversi, nel segno della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare.
Due progetti per la sostenibilità
Tessuti riciclati dallo stand diventano borse
Il primo progetto è Second Life, in collaborazione con l’organizzazione umanitaria Humana People to People Italia. Parte dei materiali derivati dallo smontaggio dello stand al Salone – quasi duemila metri quadrati di tessuto – grazie al lavoro della società cooperativa sociale onlus Occhio del Riciclone sono diventati borse e accessori. L’upcycling, ovvero la valorizzazione migliorativa, porterà con la vendita fondi ad Humana, utili a sostenere il progetto di Food for soul di Massimo Bottura contro lo spreco alimentare, di cui tra l’altro l’azienda specializzata in elettronica di consumo e elettrodomestici è sostenitrice da tempo.
Riforestazione ad elevato impatto sociale
Il secondo progetto, Stand for Climate, vede come partner la società benefit italiana zeroCO2, che si occupa di sostenibilità eco-sistemica mediante progetti di riforestazione ad elevato impatto sociale. Tutte le fasi di realizzazione dello stand a Eurocucina sono state analizzate e quantificate in base al “carbon footprint” (l’emissione di gas ad effetto serra), in modo da poterle neutralizzare con la piantumazione di alberi. In questo caso un centinaio di piante da frutto e forestali autoctone (come avocado, cacao, lime, cedro, ramon) hanno dato vita a un bosco in un’area ad alto tasso di deforestazione del Guatemala, dove la comunità locale potrà sostenerne con il lavoro la cura e la crescita. E godere dei frutti raccolti per vivere e per ulteriori progetti di micro-imprenditorialità
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