A Trento, il Castello del Buonconsiglio ospita nelle sue splendide sale la mostra dedicata a Cesare Battisti, di cui pochi conoscono la vita, la storia umana, la passione per la storia. Più conosciuto di nome che di fatto, di lui si ricorda soprattutto la fine tragica nella Fossa dei Martiri del Castello del Buonconsiglio a Trento, il 12 luglio 1916, dopo essere stato processato e condannato dal tribunale militare austriaco. Tra le iniziative dedicate alla Prima Guerra Mondiale e in occasione del centenario della sua morte, la mostra presenta, attraverso una selezione di opere d’arte dell’epoca e di testimonianze storiche, una personalità che ha avuto un ruolo importante nella recente storia del Trentino e dell’Italia e merita di essere conosciuta nella sua complessità e modernità. La vicenda umana di Battisti contribuisce a leggere e interpretare la storia sociale e culturale del Trentino tra l’Ottocento e il Novecento, dove convivevano fermenti legati alla civiltà di segno italico e fermenti stimolati dalle esperienze transalpine, portando ad un’esperienza travagliata, destinata a cambiare dopo la fine della Grande Guerra e dell’annessione al Regno d’Italia.
In mostra al Castello del Buonconsiglio sono esposti dipinti, sculture, libri, documenti, fotografie, cartografie e cimeli storici messi a disposizione da istituzioni museali italiane e straniere per sviluppare un approccio storico e artistico al tema. La prima sezione traccia un quadro della situazione culturale del Trentino nel contesto austro-ungarico prima del 1914 e lo fa attraverso i dipinti di artisti come Giovanni Segantini, Eugenio Prati, Bartolomeo Bezzi, Franz von Defregger. Le opere di Guglielmo Ciardi e le immagini che riprendono un Trentino soprattutto rurale accanto ai dipinti a sfondo sociale di Felice Carena spiegano, nella seconda sezione, l’impegno di Battisti nelle questioni sociali, politiche e culturali della sua terra, fino all’elezione a deputato a Vienna. La terza sezione è dedicata invece al periodo precedente all’entrata in guerra dell’Italia e presenta i lavori, tra gli altri, di Depero e Balla, Bonazza, Alfons Walde. Altre testimonianze storiche e figurative raccontano gli anni cruciali della guerra, le fatiche sulle cime alpine e la macchina militare austro-ungarica che aveva il suo quartier generale nelle sale cinquecentesche del Castello del Buonconsiglio. L’ultima parte è dedicata a delineare l’iconografia di Battisti con i dipinti di Carrà e Barbieri eseguiti nel 1934, le sculture di Wildt e Minerbi, i bozzetti per il monumento alla Vittoria di Bolzano e il monumento di Cesare Battisti a Trento, i progetti decorativi per il Castello del Buonconsiglio, finora poco conosciuti.
IN SINTESI
- Che cosa: Mostra “Tempi della Storia, Tempi dell’Arte. Cesare Battisti tra Vienna e Roma”
- Quando: dal 12 luglio al 6 novembre 2016
- Orario: 10-18. Lunedì chiuso
- Dove: Castello del Buonconsiglio, via B. Clesio 5, Trento
- Info: Tel. 0461/492811; http://www.buonconsiglio.it
- Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro
Ad Aosta il Museo Archeologico Regionale ospita una bella mostra dal taglio inedito, dedicata all’artista milanese Enrico Baj (1924-2003) e al tema dell’ultracorpo nella sua opera a partire dal 1951 fino al 1985. Passando attraverso i diversi periodi produttivi, l’esposizione ricostruisce le trasformazioni e i cambiamenti di questa particolare “figura” sempre al centro della ricerca dell’artista. L’ultracorpo è una creatura antropoide, un’invenzione frutto di una scienza cosmica ancora misteriosa, un’allegoria di una vita oltre la conoscenza, capace di spaziare da un microcosmo cellulare ad un macrocosmo extra-terrestre. Per Baj questa creatura era un veicolo di amara ironia, metafora di paure inconsce, come quella della guerra nucleare o, più in generale, la paura dell’ignoto. La mostra indaga proprio questo aspetto legato alla natura dell’uomo e alla sue pulsioni.
La curatrice, Chiara Gatti con il contributo di Roberta Cerini Baj, ha selezionato cinquanta opere tra le più significative: dipinti, sculture e collage, esemplari della serie dei “mobili” e degli “specchi”, dei “meccani”, dei “generali” e delle “modificazioni”; oltre a trenta piccoli personaggi “in meccano” che costituiscono il Teatro di Ubu (1985) e l’installazione monumentale dell’Apocalisse (1978-1983).
Il percorso espositivo segue uno sviluppo cronologico scansito in alcune sezioni tematiche, accompagnate da una serie di contributi video-documentari.
IN SINTESI
Che cosa: Mostra “Enrico Baj. L’invasione degli ultracorpi
Quando: dall’11 giugno al 9 ottobre 2016
Orario: 9-19, tutti i giorni
Dove: Museo Archeologico Regionale, piazza Roncas 12, Aosta
Info: Tel. 0165/275902; http://www.regione.vda.it
Ingresso: 6 euro; ridotto 4 euro
Il Museo del Paesaggio di Verbania, che ha sede a Palazzo Viani Dugnani, dove si trova una bella collezione permanente di opere di pittura, scultura e archeologia, riapre nel piano terra dopo due anni e mezzo di chiusura per importanti lavori di restauro, con una rassegna spettacolare dedicata
al grande scultore Paolo Troubetzkoy (1866-1938) in occasione dei centocinquant’anni dalla nascita. Sono esposte 150 sculture in gesso, tutte di alta qualità tecnica e intensità emotiva, parte del patrimonio di opere donate al museo dagli eredi dell’artista per sua stessa volontà. Le opere rappresentano una eccellente selezione di quello che è stato considerato uno dei maggiori scultori del Novecento, paragonato a Rodin e definito “impressionista” dalla critica internazionale. Troubetzkoy, nato a Intra nel 1866, dal principe russo Pietro e dalla cantante americana Ada Winans, viene a contatto nella villa di famiglia a Ghiffa con i pittori Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni ed è proprio dal particolare impressionismo della pittura scapigliata lombarda che inizia la sua ricerca scultorea.
Il percorso espositivo si apre con opere, fotografie e documenti storici che ripercorrono questa prima formazione, il suo rapporto con il territorio di Verbania e del Lago Maggiore oltre che le sue esperienze internazionali. Nel 1898 Troubetzkoy lascia Milano, dove aveva fatto il suo apprendistato, e si trasferisce in Russia, a Mosca, dove tiene un corso di scultura all’Accademia di Belle Arti. Qui incontra Lev Tolstoj, a cui dedica due busti, un ritratto a cavallo, un dipinto a olio e alcuni disegni; esegue diversi ritratti di esponenti dell’aristocrazia russa e di politici dove emerge la ricerca di un’introspezione psicologica. La sua esperienza continua a Parigi, dove nello studio del pittore Sargent esegue il busto di George Bernard Shaw, e a New York, dove ritrae molti attori del cinema, come Mary Pickford.
La mostra presenta eleganti figure femminili, delicati nudi, animali, ballerine e ritratti dal vivo, sculture leggere e quasi parlanti. Il segreto della leggerezza delle sue sculture sta nel lavorare materiali teneri come l’argilla, la cera modellata, il mastice con la stecca. Termina il percorso della mostra la parziale ricostruzione del suo studio francese e dello studiolo di Suna, distrutto in un incendio.
IN SINTESI
- Che cosa: Mostra “150 Troubetzkoy. 1866-2016”
- Quando: dal 4 giugno al 30 ottobre 2016
- Orario: 11-18 da martedì a venerdì; sabato, domenica e festivi 10-19. Lunedì chiuso
- Dove: Palazzo Viani Dugnani, via Ruga 44, Verbania
- Info: Tel. 0323/556621; http://www.museodelpaesaggio.it
- Ingresso: 4 euro; ridotto 2,50 euro
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