Piastrelle: sostenibilità di produzione

I primati dell'industria della ceramica made in Italy non riguardano solo qualità ed estetica, ma sempre di più anche sostenibilità e basso impatto ambientale. Aspetti da conoscere e valutare per la salvaguardia del Pianeta.

Silvia Scognamiglio
A cura di Silvia Scognamiglio
Pubblicato il 19/02/2023Aggiornato il 19/02/2023
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Già da diversi decenni il settore dell’industria ceramica, una delle eccellenze del made in Italy, considera obiettivi imprescindibili l’attenzione e la responsabilità verso l’ambiente. La ricerca di soluzioni sostenibili si applica a tutti gli step della filiera: scelta delle materie prime, trasporto, processo produttivo, consumi idrici ed energetici, distribuzione e smaltimento; è contemplata come prioritaria dalle aziende anche la svolta eco del packaging. Si punta ad allungare la vita del prodotto rendendolo più durevole nella formulazione e contenere così la quantità di rifiuti edilizi. Un aspetto critico è l’alto consumo energetico per il funzionamento degli impianti produttivi, nonché le emissioni di sostanze nocive in atmosfera. L’impegno da tempo avviato è quello di rendere la produzione carbon neutral ricorrendo a fonti rinnovabili, quali il fotovoltaico, per alimentare gli stabilimenti. Vengono percorse anche altre strade, con risultati già tangibili e quantificabili: risparmio idrico con riciclo dell’acqua di lavorazione; impiego di alte percentuali di materie seconde di riciclo, pre e post consumo; miglioramento e incremento dei sistemi di depurazione. Dagli anni ’70 è diminuito in grandissima misura l’inquinamento derivato dalle industrie della ceramica; certificazioni ambientali di processo e di prodotto permettono alle aziende di conteggiare i risultati.

Rivestimenti della coll. Decora di Ragno.

Rivestimenti della coll. Decora di Ragno.

Norma internazionale: primo standard mondiale sulla sostenibilità delle piastrelle

Nel mese di giugno 2021 è stato approvato e pubblicato il primo standard mondiale che permette di definire, sulla base di 38 parametri ambientali, sociali ed economici, la sostenibilità delle piastrelle. La norma ISO 17889-1:2021- che era stata presentata a settembre dello scorso anno in occasione del Cersaie – è intitolata “Ceramic tiling systems – Sustainability for Ceramic Tiles and Installation Materials” e si incentra, in questa sua prima parte, sulle caratteristiche del prodotto (è previsto un seguito, dedicato ai materiali per la posa). I requisiti da rispettare, di cui 15 obbligatori, fanno riferimento ai goal di Agenda 2030 dell’ONU, e in particolare al n° 12, che riguarda la produzione e il consumo responsabili.

Riutilizzo degli scarti di lavorazione

Si avvicina alla percentuale massima (nel 1998 ero solo l’89%) il riutilizzo – interno alle aziende italiane – di scarti di lavorazione delle piastrelle per farne di nuove; si è ridotta così drasticamente la quantità di materiale, potenzialmente inquinante, da smaltire in discarica. Vengono riutilizzati anche prodotti di riciclo di provenienza diversa come vetro, fanghi, tessuti, tubi catodici.

Riduzione delle emissioni nocive durante la lavorazione

Dagli anni ’80 a oggi, grazie agli impianti di depurazione, sono state abbattute del 90% le emissioni di piombo e fluoro nei processi di produzione; per le polveri, il calo è del 99%. Il 97% degli stabilimenti non scarica le acque contenenti residui di sostanze inquinanti.

Una storia made in italy che parte da lontano

Già negli anni ’70, quando di sostenibilità di parlava ancora poco, nel Distretto ceramico emiliano ci si orientava sulla riduzione dell’impatto ambientale. Un caso-simbolo è quello di Coem (www.coemgreen.it), azienda di Fiorano Modenese che ha, tra i suoi marchi, anche Fioranese. L’attenzione si è incentrata fin da subito sull’intero ciclo di vita del prodotto. Sostenibile è innanzitutto la scelta delle cave da cui estrarre la materia prima senza incorrere nel rischio di danni idrogeologici; l’approvvigionamento avviene entro un raggio limitato, sempre in Italia, con trasporti di preferenza su nave o treno per contenere i consumi di energia. Alla fine degli anni ’90, l’impegno di Coem per l’ambiente e il risparmio energetico si è concretizzato in altre scelte ben precise. Nella miscela delle piastrelle entravano così scarti industriali riciclabili pre-consumo (crudi e cotti), vale a dire elementi difettosi che si rompevano durante il processo e sarebbero finiti tra i rifiuti. Nello stesso periodo veniva approntato un sistema di riciclo delle acque piovane e d’irrigazione che servono per la produzione del gres; il ricircolo consente di riutilizzare più volte la stessa acqua. In aggiunta ad altre certificazioni green, nel 2000 è stato registrato il marchio aziendale EcogresS® che, su alcuni prodotti, attesta l’impegno ambientale in linea con i principi di bioarchitettura, tra cui l’assenza di VOC (composti organici volatili) nelle emissioni post-produzione.

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Ceramica fioranese: gres porcellanato I COCCI

 

Le novità dell’attuale produzione sostenibile

Oggi la tecnologia non può che interpretare  un nuovo approccio alla produzione e al consumo in sintonia con la natura. Un cambio di paradigma necessario e urgente che inizia dal progetto

Piastrelle antismog al titanio

Una piastrella ha tanti modi di essere sostenibile: la tecnologia lavora  in più direzioni. Da oltre un decennio  sono stati messi a punto rivestimenti  per l’outdoor che, oltre ad avere un basso impatto ambientale  nel ciclo produttivo e una qualità  elevata, contribuiscono attivamente  ad “assorbire” e neutralizzare l’inquinamento atmosferico. Parliamo delle piastrelle con rivestimenti  al biossido di titanio che è un composto metallico fotocatalitico. La fotocatalisi  è un fenomeno per cui, grazie all’azione della luce solare o artificiale, si produce un processo di ossidazione molto rapido in grado di decomporre le sostanze inquinanti organiche e inorganiche presenti nell’aria e di renderle innocue.  Nelle città in particolare, sull’esempio del Giappone che per primo le aveva sperimentate, le superfici al biossido  di titanio contribuiscono a ridurre l’inquinamento prodotto dal traffico, dal riscaldamento e dalle fabbriche. Sono autopulenti, non cambiano aspetto e colore e svolgono un’azione antibatterica anche contro muffe e funghi; gli effetti non si esauriscono nel tempo perché dovuti a una reazione chimica che si rinnova costantemente. La fotocatalisi applicata ai rivestimenti promette nuovi sviluppi interessanti. Il Centro Ceramico dell’Università di Bologna (www.centroceramico.it), punto di riferimento per le aziende dell’industria ceramica, concentra la ricerca su questi materiali  e trattamenti al fine di migliorarne  le prestazioni e la durabilità e rispondere a specifiche esigenze pratiche.

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Rivestimenti in gres porcellanato coll. Metropolis di Casalgrande Padana (www.casalgrandepadana.it) su cui si possono applicare trattamenti anti inquinanti Bios Antibacteria e Bios Selfcleaning.

Produzione piastrelle a ciclo chiuso

I principi dell’economia circolare applicati alla produzione industriale: è questo il punto fermo dei processi ecosostenibili sviluppati dal gruppo Marazzi (www.marazzi.it) che coinvolgono le diverse parti della filiera. Il sistema viene definito nell’insieme “a ciclo chiuso” proprio perché niente viene gettato; si riducono in questo modo il consumo di risorse naturali e l’impatto ambientale. In primo luogo, gli scarti di produzione del gres sono raccolti e riutilizzati; gli stessi criteri si applicano alle acque di lavorazione e al calore generato durante la produzione. Nel circuito interno circola sempre la stessa acqua che non viene mai scaricata, ma solo integrata nella misura in cui si consuma nella lavorazione. L’impegno eco del gruppo è attestato dalle numerose certificazioni ottenute nel corso degli anni, a cominciare dalle ISO 9001, 14001 e 45001 (nel 2018) e dalla LEED® (Leadership in Energy and Environmental Design). Al di là dei processi industriali e della salvaguardia ambientale, la sostenibilità assume anche un profilo sociale applicato alla gestione delle risorse umane, alla sicurezza, igiene e salute, e formazione.

Listelli in gres porcellanato della coll. Oltre di Marazzi (www.marazzi.it)

Listelli in gres porcellanato della coll. Oltre di Marazzi (www.marazzi.it)

Rivestimenti carbon neutral con l’energia solare

La riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera e dei consumi di combustibili derivati dal petrolio attraverso l’impiego di fonti rinnovabili è al centro degli obiettivi sostenibili, dell’industria ceramica e non solo. Nel parco industriale di Cantoria ad Almeria, nel deserto dell’Andalusia in Spagna, gli impianti di Cosentino (www.cosentino.com), azienda leader nella produzione di materiali innovativi per l’architettura, il 100% del fabbisogno elettrico è garantito da fonti rinnovabili di origine certificata, in particolare da pannelli fotovoltaici; il 99% dell’acqua per la produzione viene riciclata, anche per l’irrigazione dello stesso parco. I principi dell’economia circolare si applicano anche alla gestione dei rifiuti. Tutte queste soluzioni ecocompatibili hanno concorso a rendere carbon neutral il Dekton®, la superficie ultracompatta e ultraresistente a base di vetro, materiali porcellanati e quarzo sinterizzati e pressati che costituisce uno dei prodotti di punta dell’azienda spagnola. Per raggiungere la neutralità carbonio, Cosentino adotta il sistema della compensazione responsabile delle emissioni durante l’intero ciclo di vita; quelle generate dalla produzione del Dekton® (42.532 tonn. di CO2 l’anno) sono cioè “risarcite” tramite investimenti compiuti su progetti ambientali e per la diminuzione del gas serra in atmosfera.

Nella foto: a Cantoria, in Spagna, uno dei più grandi  parchi solari privati in Europa con la capacità  di 20 mega watt. A destra: una superficie in Dekton.

Nella foto: a Cantoria, in Spagna, uno dei più grandi  parchi solari privati in Europa con la capacità  di 20 mega watt.

Piastrelle ecosostenibili… con gusci d’uovo

Non è semplice trovare materie post-consumo che si prestino al riciclo per realizzare prodotti ceramici resistenti e durevoli. Però qualcuno ci è riuscito.  Si chiamano CArrelé, le piastrelle ecosostenibili ed etiche ideate da Elaine Yan Ling Ng e prodotte da Nature Squared (naturesquared.com): nella composizione entrano anche i gusci d’uovo recuperati da ristoranti e pasticcerie nelle Filippine. Il nome deriva dal simbolo del calcio (CA) contenuto nei gusci. Tutt’altro che fragili, sono una risorsa inesauribile:  si calcola che ogni anno  nel mondo ne vengano gettate 250.000 tonnellate.

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