Promosso da Triennale Milano e dal MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, il Premio italiano di Architettura ogni anno segnala le migliori realizzazioni a firma di nostri connazionali, alternando le sedi di esposizione al pubblico dei progetti vincitori tra le due città. Giunto quest’anno alla quarta edizione, tutta milanese, prevede così che i lavori finalisti siano in mostra proprio alla Triennale, fino al 24 settembre 2023.
Innovazione, qualità del progetto, ruolo sociale dell’architettura made in Italy i criteri di selezione della giuria internazionale di esperti nominati dalle due istituzioni, che hanno assegnato un Premio per il miglior edificio ex-aequo al complesso parrocchiale con la chiesa di Santa Chiara a Sini (in Sardegna) e al nuovo complesso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare S-lab a Torino, un Premio under 35 all’Art Pavillion M. ad Almere (nei Paesi Bassi) e un Premio alla carriera ad Aimaro Oreglia d’Isola, duo del riconosciuto studio di architettura Gabetti & Isola.
La selezione del Premio italiano di Architettura
Tutti i progetti vincitori si contraddistinguono, secondo il presidente della Triennale Milano Stefano Boeri, “per la straordinaria qualità e per la grande capacità di sperimentazione“.
Il Premio mette infatti in luce costruzioni significative nel panorama edilizio contemporaneo italiano, tali da proporre soluzioni innovative ed eppur concrete in merito alle questioni più attuali del costruire e dell’abitare.
Primo premio ex-aequo
Il Complesso parrocchiale di Santa Chiara a Sini, all’interno della Sardegna, di Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci e Franceschino Serra ha ricevuto il primo premio ex-aequo per il rigore formale e per la sapienza nell’interagire con il tessuto preesistente, espressi reinterpretando gli elementi tipici sia delle costruzioni spontanee locali sia dei paesi mediterranei.
S-Lab, nuovo complesso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a Torino a firma di ELASTICOFarm, primo premio ex-aequo, si distingue per il carattere fortemente espressivo dell’involucro, nato da un totale ripensamento della tipologia tradizionale dell’architettura prefabbricata. Una occasione di sperimentazione non solo architettonica, ma ambientale, percettiva e paesaggistica.
Menzione d’onore, invece, allo studio Labics per il completamento delle aree museali di Palazzo dei Diamanti a Mantova, opera di qualità soprattutto visto il sito di pregio.
Premio under 35
La palma della sezione Under 35 del Premio italiano di Architettura è andata quest’anno allo Studio Ossidiana per il progetto Art Pavillion M. nei Paesi Bassi: una costruzione sull’acqua che, secondo la giuria, “coniuga in un gesto sintetico le principali caratteristiche del lavoro” di questi giovani progettisti. Due, inoltre, le menzioni d’onore, ad (ab)Normal e a Orizzontale, rispettivamente per le realizzazioni Paraphernalia e More with Less.
Premio alla carriera
Il riconoscimento alla carriera, dopo Renzo Piano, Paolo Portoghesi e Andrea Branzi nelle edizioni passate, è andato a Aimaro Oreglia d’Isola, conosciuto per le opere compiute con il socio di una vita Roberto Gabetti, tutte per gran parte in Piemonte, e successivamente con il figlio Saverio (in foto il centro direzionale IBM a Segrate).