Progetti sostenibili di trasformazione urbana

In occasione di Milany Design City Fulvio Irace ha partecipato all'evento "La cura come tema per l’innovazione", dedicato ai temi del recupero e della valorizzazione dei beni architettonici.

Floriana Morrone
A cura di Floriana Morrone
Pubblicato il 29/11/2020Aggiornato il 29/11/2020
Bozzetto dello scultore Francesco Somaini, credit Archivio Somaini

Bozzetto dello scultore Francesco Somaini, credit Archivio Somaini

Il convegno “La cura come tema per l’innovazione” ha voluto stimolare fra i professionisti del settore e le amministrazioni municipali un confronto fra passato e presente, con l’obiettivo di promuovere una progettualità di ampia prospettiva.

In occasione di Milano Design City, le due settimane di appuntamenti dedicati alla cultura del progetto – fra talk e presentazioni di prodotti e showroom – in calendario lo scorso ottobre, l’iniziativa “La cura come tema per l’innovazione” si è posta come un’interessante riflessione sui progetti sostenibili di trasformazione urbana.

Organizzato dal distretto urbano Area Porta Romana presso la Palazzina Liberty, l’appuntamento ha voluto stimolare una riflessione collettiva sui progetti sostenibili di trasformazione urbana legati al Municipio 4 di Milano.

Nello specifico, focus dell’evento è stato il progetto firmato da Luigi Caccia Dominioni e dallo scultore Francesco Somaini negli anni Sessanta per la trasformazione del mercato ortofrutticolo di Largo Marina d’Italia in una zona verde pubblica: “Quello di Caccia Dominioni e Francesco Somaini fu il progetto di un parco-monumento“,  ha spiegato Fulvio Irace.  “Alla vigilia dell’epoca della contestazione giovanile la loro fu una proposta visionaria e rivoluzionaria: incendiaria si direbbe perché bruciava in un fuoco creativo ogni antiquata idea di cosa potesse essere un monumento. Di questo grande fuoco è rimasta oggi solo una scintilla: la bellissima massa plastica di Somaini: un’onda, una vittoria senza ali, una sirena. Ma è una scintilla che ricorda tutta la fiamma dell’utopistico fuoco. È estremamente importante che quest’eredità venga riconosciuta coma patrimonio della città, insieme alla tante architetture che hanno reso l’intera città della Milano del XX secolo un’icona dell’architettura mondiale. Bisogna che il lavoro di questi ‘master builders’ venga riconosciuto non solo come quantità edilizie da trasformare a piacimento, ma come veri e propri monumenti, cioè detentori di memorie che perpetuino il ricordo attivo della creatività della nostra città”.

Il commento su questo specifico progetto è stato poi lo strumento per allargare il dibattito verso temi legati alla riqualificazione e rigenerazione urbana delle città e a interventi come Reinventing Cities, progetto spiegato da Mario Bottini, della Direzione Urbanistica Comune di Milano: “il bando Reinventing Cities rappresenta una grande occasione non solo per il rilancio di alcune aree di Milano attualmente sottoutilizzate ma anche, e soprattutto, per misurare, attraverso una competizione di grande visibilità a livello globale, le sfide e gli obiettivi del nuovo Piano di Governo del Territorio, entrato in vigore a febbraio 2020. Le aree messe a bando, infatti, rappresentano punti strategici nel nuovo PGT che vuole accompagnare Milano verso il 2030 proponendosi ridurre gli squilibri economici e sociali e di estendere lo sviluppo a tutti i quartieri della città, coniugando la crescita con il miglioramento delle condizioni ambientali e della qualità della vita dei suoi cittadini. L’alto livello delle proposte pervenute nella prima fase del bando mostrano il ruolo chiave di Milano come città fortemente attrattiva a livello globale”.

 

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