Sostituire una vecchia caldaia può rivelarsi oggi la scelta giusta non solo per migliorare le prestazioni dell’impianto di casa e per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti nell’ambiente: sono stati infatti prorogati anche per tutto il 2017 gli incentivi fiscali statali per gli interventi di riqualificazione energetica, che permettono di detrarre parzialmente la spesa d’acquisto di apparecchi e sistemi per il riscaldamento.
La sostituzione di una caldaia di vecchia generazione con un apparecchio moderno a condensazione, a biomassa o con pompa di calore nell’ambito di semplici opere di ristrutturazione di singole unità immobiliari o di parti comuni di condomini garantisce una detrazione fiscale del 50%, per una spesa massima agevolata di 96.000 euro per ciascuna abitazione. Cifra da suddividere tra tutti i soggetti che l’hanno sostenuta e che hanno diritto alla detrazione.
Nel caso di interventi più importanti di riqualificazione energetica che prevedano anche la rottamazione della vecchia caldaia a favore di un nuovo modello sempre a condensazione o alimentato a biomassa è invece prevista una detrazione pari al 65%. Percentuale che può salire sino al 75% in caso di riqualificazione delle parti comuni dei condomini al fine di ottimizzare la gestione del riscaldamento e includere lavori attuati fino al 31 dicembre 2021 (per un massimo di 40.000 euro). Da quest’anno tra l’altro possono essere incluse anche le spese relative all’installazione di tutti i dispositivi per il controllo da remoto (via cellulare o computer) della caldaia.
In entrambi i casi, per accedere alle detrazioni fiscali – recuperabili in dieci anni – è necessario effettuare i pagamenti con bonifico apposito che riporti causale del versamento, codice fiscale del pagante e codice fiscale o partita Iva del beneficiario. In presenza di riqualificazione energetica è inoltre necessario inviare all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) entro 90 giorni dal termine delle opere il certificato di conformità (che attesta la corretta posa in opera dell’apparecchio e degli impianti), l’APE (Attestazione di Prestazione Energetica redatta da un professionista abilitato) che riporti i nuovi dati di efficienza energetica, le ricevute dei bonifici e delle spese sostenute.
Per chi pensa invece di modificare l’impianto di casa in funzione della produzione di energia termica mediante fonti rinnovabili è possibile fare riferimento al cosiddetto Conto Termico 2.0 in vigore dal 31 maggio 2016. Che rispetto alla versione precedente introdotta cinque anni fa in caso di sostituzione della caldaia prevede incentivi maggiori con un tempo di riconoscimento più rapido: fino al 40% della spesa sostenuta per la posa di una caldaia a condensazione, fino al 55% se a un nuovo apparecchio a condensazione, solare-termico, a pompa di calore si abbinano l’isolamento termico e la sostituzione degli infissi vetrati, fino al 65% per l’installazione di pompe di calore, caldaie e apparecchi a biomassa, sistemi ibridi a pompe di calore e impianti solari-termici (oltre al 50% del costo della Diagnosi Energetica e dell’APE).
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