L’arte urbana può essere un rimedio allo sfilacciamento architettonico e di conseguenza sociale delle nostre periferie. Lo dimostra a Mantova un esperimento giunto alla quinta edizione, il festival Without Frontiers – Lunetta a Colori: appuntamento annuale dal 2016, in cui artisti da tutto il mondo si ritrovano nel quartiere periferico Lunetta della cittadina lombarda per dipingere sugli edifici opere che trasformino il paesaggio e gli abitanti.
Cinque i lavori completati quest’anno, che vanno ad aggiungersi a una coloratissima tavolozza di soggetti ampia e variegata e che prendono spunto di volta in volta dalla storia locale, dalle comunità presenti sul territorio, dalla natura del luogo, dalle difficoltà della convivenza. Un laboratorio culturale a cielo aperto, promosso dall’associazione Caravan SetUp, che sta pian piano cambiando faccia a questa zona di Mantova, nata negli anni Sessanta come sito di alloggi popolari per dodicimila persone. Le facciate di casermoni e capannoni si sono infatti trasformate in grandi tele immacolate, su cui trasferire la fantasia creativa di quarantadue lavori a firma di trentacinque artisti rinomati internazionalmente.
“Dopo cinque anni guardo Lunetta e non la riconosco, spiega la curatrice del festival. L’ossatura è la stessa, certo, ma quasi niente è rimasto del grigio che la caratterizzava. Le persone che la abitano sono le stesse, ma è cambiato il loro sguardo. Adesso è vivace, curioso, avvolgente.”
A corollario del festival quest’anno si è inaugurata anche una Scuola di Alta Formazione sull’Arte Urbana – il progetto Lunetta Anno Zero – organizzata in gemellaggio con il Comune di Ravenna sul tema Virgilio e Dante 4.0 – Nuove storie, antichi maestri, per lo sviluppo e la diffusione di interventi di innovazione sociale giovanile secondo il bando Sinergie del Consiglio dei Ministri e di Anci.
E se, come sostiene l’architetto Renzo Piano, “le periferie, ricche di umanità, sono la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli”, che questa dimostrazione di potere dell’arte urbana e dello street style si possa allora moltiplicare in ogni luogo periferico e abbandonato del nostro paese. Per ora a Mantova hanno deciso di provarci anche nel quartiere Te Brunetti.