Risparmio idrico: raccolta differenziata anche per l’acqua

Contro gli sprechi e per la tutela di una risorsa fondamentale, il FAI - Fondo Italiano per l'Ambiente - promuove la campagna di sensibilizzazione #salvalacqua. Al centro dell'attenzione azioni virtuose, strategie e tecnologie per il risparmio idrico: a cominciare dal recupero e depurazione delle acque piovane e di quelle di scarico.

Silvia Scognamiglio
A cura di Silvia Scognamiglio
Pubblicato il 08/04/2018Aggiornato il 06/09/2018

Il risparmio idrico è innanzitutto una questione di responsabilità, o meglio di “idrocivismo”: con questo termine è stato denominato l’insieme dei comportamenti etici e delle azioni concrete che si pongono come obiettivo il contenimento dei consumi di acqua, la prevenzione degli sprechi e il suo recupero.

In Italia, la necessità di attuare politiche di risparmio idrico – dettata dall’emergenza mondiale – è stata finora meno urgente che in altre parti del globo: forti della consapevolezza che nel nostro Paese l’acqua al momento non scarseggia, per lungo tempo non abbiamo dato al risparmio idrico la giusta importanza.

In un recente convegno svoltosi a Palermo il Fai – Fondo italiano per l’ambiente ha lanciato per il 2018 la campagna nazionale #salvalacqua che coinvolge i singoli e la collettività in una presa di responsabilità sul risparmio idrico e le modalità che si possono mettere in atto. Il tema è stato anche al centro della Giornata Mondiale dell’Acqua, celebrata il 22 marzo scorso. Si inaugura inoltre quest’anno il decennio internazionale dell’acqua che andrà dal 2018 al 2028.

Forse non tutti sanno ancora che anche l’acqua – da quella piovana a quella di scarico – si può raccogliere in modo differenziato, come si fa da tempo per i diversi tipi di materiali solidi di scarto, dalla plastica al vetro. In determinate condizioni e opportunamente trattata, si può recuperare e riciclare per usi diversi da quelli del consumo umano, ma ugualmente necessari: per esempio per l’irrigazione dei campi o per la cassetta del WC, non occorre utilizzare acqua potabile, anzi, questo costituisce uno spreco.

Il recupero dell’acqua non è certo una “scoperta” recente. Quella piovana veniva raccolta fin dall’epoca romana in cisterne di stoccaggio impermeabilizzate all’interno. I moderni sistemi impiegano invece vasche in calcestruzzo oppure moderni serbatoi in materiali superleggeri quali il polietilene ad alta densità. 
Un impianto per il recupero delle acque piovane tramite cisterne interrate è stato realizzato, come modello, per il podere del FAI Casa Lovara a Punta Mesco, nella zona delle Cinqueterre in Liguria, Il progetto prevede 12 cisterne di accumulo interrate da 5.000 litri ciascuna che consentono un accumulo di 80.000 litri d’acqua da impiegare nel fabbisogno per usi agricoli e per gli abitanti del podere. Queste scorte di acqua piovana assicurano un’autonomia idrica fino a 16 giorni. L’impianto, collegato al podere tramite una rete di 1.700 metri lineari di tubature, viene monitorato tramite un sistema digitalizzato che permette di controllare il consumo di risorse e di ottimizzarlo per una migliore efficienza nell’utilizzo delle risorseLe acque piovane, una volta raccolte, possono sostituire tutti gli usi non potabili delle nostre case, ovviamente con la realizzazione di adeguati impianti di collegamento a una rete domestica o comunale

Per quanto riguarda invece la seconda possibilità di risparmio idrico, vale a dire il riutilizzo delle acque di scarico, è fondamentale differenziare le acque nere (scarico dei wc) da quelle grigie che sono tutte le altre (scarico di vasche, docce, lavabi e lavelli della cucina, lavatrici e lavastoviglie e così via). Le acque grigie possono essere riutilizzate per il riempimento delle cassette di risciacquo dei wc, oppure, dopo essere state trattate e integrate a quelle piovane (dette anche meteoriche), possono servire per esempio per irrigare, per innaffiare aree verdi pubbliche o condominiali, soprattutto nei periodi di siccità, lavare le strade e le aree pavimentate, alimentare i serbatoi delle reti antincendio e i sistemi di climatizzazione passiva/attiva. Queste soluzioni, praticate su larga scala, ridurrebbero drasticamente i consumi e avrebbero un effetto benefico, contenendo il carico sui sistemi fognari e di depurazione. L’acqua di qualità, cioè quella potabile, deve essere usata solo per le funzioni alle quali è destinata per assicurare di questa indispensabile risorsa un consumo sostenibile.

Dal momento però che il risparmio idrico dipende in larga misura anche dai comportamenti e dalle abitudini delle famiglie, il Fai in occasione della campagna #salvalacqua lancia anche alcune proposte concrete. Come la Bolletta Blu, un documento unificato tra tutti i gestori, trasparente chiaro, che attesti il consumo di ogni singolo nucleo, con classi di merito che implichino sistemi premianti o penalizzanti (un po’ sul modello dell’energia, con costi diversi nelle fasce della giornata). Un provvedimento di questo tipo non è ancora attuabile ovunque, in Italia: il contatore familiare per conteggiare i consumi di acqua è presente per esempio nei condomini di Roma, ma non in quelli di Milano, e quindi non tutti gli italiani sanno davvero quanto consumano e spendono in bolletta; lo devono dedurre dalla spesa annuale condominiale sulla base del numero dei componenti il nucleo familiare. 

Altre proposte del FAI sono l’Idro Bonus e l’IVA agevolata, con la possibilità quindi di sgravi fiscali per chi attui un risparmio idrico responsabile. A oggi, è in vigore solo un incentivo, inserito in legge di bilancio 2018 per il giardinaggio (36% di deduzione su un tetto di spesa di 5.000 euro).
Altra novità per il prossimo futuro è la Certificazione Idrica. Esiste già un obbligo di legge sulla certificazione degli impianti idraulici, ma quello che propone il Fai è che gli interventi domestici realizzati per la separazione delle acque grigie e nere o per il recupero delle acque meteoriche siano valorizzati in un altro, specifico, certificato che dia valore all’immobile in caso di vendita, come già oggi avviene nel caso della certificazione energetica con le sue classi di appartenenza.

 

Podere del FAI Case Lovara, Punta Mesco alle Cinqueterre in Liguria

Impianto per la raccolta delle acque meteoriche nel Podere del FAI Casa Lovara a Punta Mesco, Cinqueterre, Liguria

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