Salone del Mobile.Milano e Triennale Milano tornano a unire le energie, in occasione della 23a Esposizione Internazionale, aperta al pubblico fino all’11 dicembre 2022, per celebrare e diffondere la cultura italiana del progetto di design e di architettura. I valori e gli intenti delle due importanti realtà, radicate nella storia del capoluogo lombardo ma riconosciute internazionalmente, sono infatti gli stessi. E la decisione della importante manifestazione fieristica – quest’anno giunta al traguardo della sessantesima edizione – di sostenere l’istituzione, nata come luogo di conoscenza e di incontro sia dei professionisti del settore sia degli appassionati, non può che confermare il desiderio comune di Salone del Mobile.Milano e Triennale Milano di canalizzare le forze per mantenere il ruolo di leadership di Milano nel panorama mondiale.
Salone del Mobile.Milano e Triennale Milano, luoghi di conoscenza e di incontro
L’importanza del Salone del Mobile.Milano risiede nell’incredibile rete industriale che ne sta alla base sin dagli esordi, nella qualità dei prodotti e dei prodotti presentati ogni anno – incentrati da sempre su eccellenza di forma e di contenuto, oltre che più di recente sui tanti risvolti della sostenibilità –, nella volontà di fare sistema, di fare tesoro di quello straordinario processo integrato di comunicazione e di produzione culturale che caratterizza la città e il suo territorio.
Ugualmente il ruolo di Triennale Milano è quello di motore propulsivo culturale a cavallo tra passato e futuro, a maggior ragione con la 23a Esposizione Internazionale, votata all’esplorazione di tutto ciò che ci è ancora sconosciuto nel campo dell’arte, del design, dell’architettura, della ricerca e della creatività in generale. Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, questo il titolo dell’esposizione, si pone infatti, secondo il presidente di Triennale Milano Stefano Boeri, come “uno spazio di discussione interdisciplinare in cui curatori, artisti, designer, architetti, scienziati, scuole e collettivi provenienti da tutto il mondo possano incontrarsi e confrontarsi” per dare vita a una “grande e plurale costellazione” di esposizioni, di installazioni, di appuntamenti su ciò che ancora “non sappiamo di non sapere”.