Resistenti, pratiche ed ergonomiche, le sedie da ufficio – quelle tradizionali, su rotelle e girevoli da scrivania – sono anche complementi d’arredo superutilizzati che ci accompagnano per molte ore al giorno, spesso per anni. Inevitabile che con il tempo si usurino, soprattutto nel rivestimento in tessuto della seduta e lo schienale: periodicamente le aziende mettono in conto di sostituirle e allora, a centinaia, le sedie da ufficio finiscono in discarica, anche se in realtà la struttura sarebbe ancora in buono stato e perfettamente servibile.
L’idea di recupero creativo della sartoria Maison Abi di Trezzano sul Naviglio, a pochi chilometri da Milano, è stata quella di ritirare una serie di sedie da ufficio presso un’azienda che se ne voleva disfare e che è stata quindi ben contenta di donarle; e di rinnovarle in modo originale impiegando, per rifoderarle, i coloratissimi tessuti africani con fantasie esotiche e stilizzate che riproducono animali e piante tropicali, motivi geometrici e floreali: sono i tessuti “wax”, in cotone di alta qualità stampato; originari dell’Indonesia, sono stati introdotti nella tradizione africana a partire dalla metà dell’800, conosciuti anche con il nome di Java: gli stessi oggi utilizzati spesso come copriletto o copridivano in molte case dal tocco etnico.
Il risultato del recupero è davvero molto bello, soprattutto perché va molto al di là del tema della sostenibilità e del riciclo, che pure sono molto importanti e sempre più attuali. Il valore del progetto è infatti anche e soprattutto quello di rientrare in un più ampio programma solidale di accoglienza agli stranieri, richiedenti asilo e rifugiati, in particolare i minori che non hanno una famiglia.
La sartoria Maison Abi, gestita dall’Associazione Villa Amantea, partecipa infatti al progetto “Thomas Sankara” della rete Spar che in Italia si occupa di offrire aiuto e protezione agli stranieri in difficoltà. Così il relooking di vecchie sedie da ufficio second hand assume anche il significato di uno scambio tra culture diverse che si propone alla sensibilità del pubblico: un oggetto tipico della vita occidentale e della sua modalità frenetica di vivere e lavorare, incontra la lentezza e il rapporto con la natura che caratterizza altre parti del mondo, altre dimensioni dell’esistenza.
Ma guardiamole più da vicino, le sedie da ufficio prodotte artigianalmente da Maison Abi: l’intervento di recupero è semplice e le trasforma in modo sorprendente. Le sedute e gli schienali vengono prima rimossi e si procede quindi a ricoprirli lasciando sotto i tessuti originali (che spesso sono macchiati in modo indelebile, strappati o consunti).
Per i nuovi rivestimenti si utilizzano stoffe di diversi modelli e colori che vengono tagliate a misura e fissate con la graffettatrice sul retro dello schienale e della seduta, facendo in modo che le “cuciture” risultino del tutto nascoste e invisibili. Le sedie da ufficio “africane” sono state prodotte in una serie limitata di alcune centinaia e sono una differente dall’altra, pezzi unici.
Con una donazione di soli 25 euro è possibile averne una, per dare un tocco originale alla propria postazione di lavoro, in ufficio ma anche a casa. Tutte le informazioni si possono trovare sulla pagina Facebook dell’associazione: http://www.facebook.com/maisonabi
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