Smart home, cresce l’utilizzo di dispositivi connessi ma i consumatori chiedono più sicurezza

Una ricerca condotta da BVA Doxa per UL Solutions analizza le tendenze d’acquisto di dispositivi smart personali e per la casa. Smart working e incremento dei costi dell'energia accrescono l'interesse, ma emergono alcuni timori rispetto ai possibili rischi per la privacy e la salute che frenano la diffusione dei dispositivi intelligenti.

Stefania Lobosco
A cura di Stefania Lobosco
Pubblicato il 08/12/2022Aggiornato il 08/12/2022
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In Italia cresce l’utilizzo di dispositivi smart personali e per la casa, ben 8 italiani su 10 (circa il 77%) infatti si rivela propenso all’acquisto di prodotti con funzionalità smart connessi ad Internet entro i prossimi due anni, mentre 2 su 3 (67%) dichiarano di essere interessati a comprare almeno un oggetto smart personale nello stesso arco temporale. A rivelarlo la ricerca “Smart home e dispositivi personali smart: il punto di vista dei consumatori italiani” realizzata da UL Solutions – società che opera nel settore della sicurezza applicata – in collaborazione con BVA Doxa.

I risultati della ricerca su Smart Home e dispositivi personali smart, realizzata da BVA Doxa per UL Solutions

I risultati della ricerca su Smart Home e dispositivi personali smart, realizzata da BVA Doxa per UL Solutions

I device che consentono di rendere più interattiva la propria abitazione, migliorarne la gestione e la sicurezza, ottimizzare i consumi, ma anche gli accessori hi-tech per monitorare il proprio stato di salute, lo sport, gestire il lavoro, etc., sono tra le categorie di soluzioni tecnologiche più in evidenza. Tra i criteri di scelta di questi prodotti, gli italiani hanno indicato ai primi posti come “molto importante”:

  • una comunicazione chiara e trasparente sui possibili rischi per la privacy o la salute (48%)
  • una app di gestione del dispositivo con ottime recensioni (45%)
  • certificazione del prodotto da parte di un ente indipendente (43%)

La certificazione qualificata, in particolare, convince di più rispetto alla fiducia nel brand (38%), al passaparola (36%) e al consiglio del venditore (20%).

Il sondaggio mette in luce anche i principali fattori che frenano l’adozione, tra i quali emergono infatti in particolare i timori legati alla sicurezza e ai rischi per la salute. Circa il 30% degli intervistati esprime almeno una paura legata alla sicurezza degli oggetti smart. Tra coloro che si dichiarano “molto preoccupati”, 1 su 3 teme fortemente possibili attacchi informatici e conseguenti rischi per la privacy, 1 su 4 è spaventato dalla possibilità che il proprio dispositivo smart possa essere hackerato e quindi controllato da terzi, e 1 su 5 teme in modo particolare i possibili effetti nocivi sulla salute dovuti alle emissioni di onde radio derivanti dall’utilizzo quotidiano degli oggetti smart.

Quanto lo smart working ha inciso nell’acquisto dei dispositivi smart personali e per la casa?

I lavoratori in smart working, in particolare quelli che hanno iniziato tra il 2020 e il 2021 sull’onda dell’emergenza pandemica, mostrano una propensione all’acquisto di prodotti smart maggiore rispetto al totale degli intervistati. Sono più frequentemente uomini (+8%), tendenzialmente più giovani, con una concentrazione (+7%) nella fascia di età media (35-54enni). Analizzando le tendenze d’acquisto, gli smart worker hanno comprato più dispositivi per la casa rispetto al totale del campione (+7%), in particolare più sistemi smart per l’efficientamento energetico (+ 9%), device per la domotica e l’entertainment (+8%), elettrodomestici (+8%).

La necessità principale è monitorare e gestire l’ambiente domestico da remoto, riducendo i consumi. L’acquisto di termostati intelligenti e climatizzatori smart da parte di questa categoria di consumatori registra infatti un + 11% rispetto al totale degli intervistati. Lo smart working consente infatti di non essere legati né all’ufficio né alla propria residenza, gli strumenti di controllo e monitoraggio da remoto possono quindi facilitare un efficientamento.

La tendenza ad acquistare più prodotti smart da parte di chi lavora in remoto rispetto al totale dei partecipanti al sondaggio è ancora più evidente se si analizza il possesso di smart device personali (+12% nel complesso), in particolare i prodotti per l’health monitor (+9% negli ultimi due anni) e gli oggetti smart indossabili (+7%). Positiva, ma meno evidente, la differenza rilevabile per i prodotti per il monitoraggio e l’assistenza alle persone fragili (+3%).

È dunque evidente che lo smart working ha trasformato in abitudine quello che magari prima era solo un interesse o un uso sporadico. Per il prossimo futuro, i livelli di propensione all’acquisto di coloro che, pur essendo già avvezzi all’uso lavorando da casa, hanno ulteriormente consolidato l’adozione, appaiono quindi maggiori rispetto al totale campione.

I dispositivi di controllo dei consumi energetici sono i più acquistati per la smart home

I risultati della ricerca su Smart Home e dispositivi personali smart, realizzata da BVA Doxa per UL Solutions

I risultati della ricerca su Smart Home e dispositivi personali smart, realizzata da BVA Doxa per UL Solutions

Secondo i risultati della ricerca condotta da BVA Doxa e UL Solutions, negli ultimi due anni gli acquisti di dispositivi per la smart home hanno riguardato principalmente (60%) la gestione della casa e l’entertainment. Elettrodomestici e dispositivi smart per la sicurezza rappresentano ciascuno una quota del 39% degli acquisti dichiarati dagli intervistati, seguono a ruota con il 34% i dispositivi per l’efficientamento energetico.

Le principali ragioni d’acquisto citate da coloro che hanno comprato uno o più dispositivi per la smart home riguardano principalmente la comodità, la capacità di gestire apparecchi ed elettrodomestici a distanza tramite app e, naturalmente, la possibilità di rendere più sicura la propria casa. Ma la propensione agli acquisti futuri vede in cima alla classifica dei device per la casa intelligente i dispositivi per il controllo dei consumi e il risparmio energetico.

L’aumento dei costi dell’energia, che nell’attuale contesto economico rappresenta un grave problema per famiglie e aziende, sta infatti diventando il principale driver di adozione. Secondo l’indagine, al primo posto tra i prodotti smart home da acquistare nei prossimi due anni figurano: termostati, climatizzatori, sistemi di controllo della temperatura e dei consumi elettrici, prese e lampadine. Il trend, già in corso da qualche tempo, è destinato a crescere nel breve e medio termine. A livello di categoria di prodotto, tra le quattro oggetto dell’indagine smart home l’interesse principale si concentra sui dispositivi di sicurezza, quali impianti di allarme e antifurto, videosorveglianza e antintrusione. 2 intervistati su 3 (51% del campione) prevedono di acquistare questa tipologia di smart device nei prossimi due anni.

L’installazione dei dispositivi smart per la casa è stata gestita in autonomia da 2 intervistati su 3, ma il 40% di coloro che se ne sono occupati personalmente ha riscontrato notevoli complessità nella configurazione, soprattutto nel caso dei prodotti per l’efficientamento energetico, al fine di incentivarne l’acquisto. La maggior parte degli utenti (60%) si dichiara soddisfatta delle app che gestiscono gli smart device, ma il restante 40% ritiene vi siano spazi di miglioramento in termini di qualità e funzionalità.

La diffusione degli smart device non può prescindere dalla progettazione di app ad alte prestazioni, intuitive e adatte alle esigenze di un pubblico molto ampio – ha dichiarato Francesco Marenoni, sales director del gruppo consumer, medical and information technologies di UL Solutions – I produttori dovrebbero quindi mettere in atto un ascolto approfondito e sistematico delle istanze dei consumatori per un miglioramento continuo della user experience”.

Fitness e salute ai primi posti tra le categorie degli oggetti smart personali più utilizzati 

I risultati della ricerca su Smart Home e dispositivi personali smart, realizzata da BVA Doxa per UL Solutions

I risultati della ricerca su Smart Home e dispositivi personali smart, realizzata da BVA Doxa per UL Solutions

Tra le categorie di dispositivi smart personali, gli oggetti indossabili connessi per il fitness e il tempo libero – quali ad esempio smartwatch, braccialetti, anelli, collane, borse, occhiali, cappelli e indumenti – risultano essere i più acquistati negli ultimi 2-3 anni (31%). Seguono i dispositivi di health monitoring scelti nel 20% dei casi, probabilmente anche a seguito delle esigenze emerse durante la situazione sanitaria post Covid. Solo l’8% di coloro che hanno comprato oggetti smart personali ha acquistato sistemi di monitoraggio dei bambini (es. bracciali connessi, baby monitor WiFi) o per l’assistenza delle persone fragili.

Le preferenze d’acquisto rilevate dall’indagine si riflettono anche sulla propensione per il futuro. I device per il benessere e quelli per il controllo della salute attraggono entrambi il 35% degli intervistati, mentre le intenzioni d’acquisto di sistemi per l’assistenza alle persone fragili (19%) e dispositivi per il monitoraggio dei bambini (11%) risultano più marginali.

Tra i motivi d’acquisto più citati spicca il tema trasversale del controllo in ogni sua declinazione: controllo della salute, del benessere, della sicurezza delle persone fragili e dei bambini. Una necessità che può trovare risposta solo nell’impegno e nella capacità dei produttori di garantire l’affidabilità e la sicurezza di tutti questi oggetti, la protezione della privacy, la conformità agli standard e alle norme che ne regolano il corretto funzionamento. Per questo, in particolare nel caso degli apparecchi di monitoraggio dei bambini, la certificazione del prodotto da parte di un ente indipendente è considerata un fattore importante per la scelta.

Per tutte e quattro le tipologie dei prodotti oggetto dell’indagine, si evidenzia una richiesta di miglioramento delle funzionalità e una maggiore chiarezza nel comunicare i vantaggi offerti dall’utilizzo di questi prodotti rispetto a sistemi più tradizionali. Colpisce la necessità di maggiore protezione della privacy espressa da coloro che hanno acquistato dispositivi per il fitness (35% del campione, la quota più elevata), indice di timori per la sicurezza e la riservatezza dei propri dati.

Il giudizio in merito alla facilità di installazione e configurazione varia a seconda della tipologia di prodotto. Circa 8 utenti su 10 si sono occupati personalmente dell’installazione dei dispositivi acquistati. Nel caso dei device per il fitness, 7 utenti su 10 considerano facile la configurazione. Per le altre categorie, invece, la procedura di installazione appare più complicata, forse perché meno intuitiva per prodotti entrati da poco nell’uso quotidiano.

Per quanto riguarda le app di gestione degli smart device personali, si osserva un buon livello di soddisfazione soprattutto per i dispositivi di fitness, ma emergono ampi spazi di miglioramento per le altre categorie di prodotto analizzate. Lo sviluppo di interfacce semplici e user friendly, un aggiornamento costante e funzionalità utili per il monitoraggio dell’attività sportiva, della salute personale e delle persone fragili sono molto apprezzate dai consumatori.

Più sicurezza dei dispositivi smart per ampliarne la diffusione

I risultati della ricerca su Smart Home e dispositivi personali smart, realizzata da BVA Doxa per UL Solutions

I risultati della ricerca su Smart Home e dispositivi personali smart, realizzata da BVA Doxa per UL Solutions

I risultati della ricerca di UL Solutions mostrano chiaramente i dubbi degli utenti e potenziali clienti, sia in termini di qualità dei dispositivi che di rischi per la privacy e la salute. Marenoni ha dichiarato: “Il sondaggio mette in luce la necessità di rafforzare la percezione della sicurezza e dell’affidabilità degli oggetti smart per rassicurare il consumatore, aiutandolo così a superare la resistenza all’acquisto. Per contribuire alla crescita del mercato consumer dei dispositivi smart è inoltre importante comunicare più chiaramente i vantaggi che derivano dall’utilizzo degli smart device poiché, come dimostra l’indagine, non sempre la portata e il possibile impatto positivo sul quotidiano risultano evidenti. La comunicazione è una leva importante, ma deve essere supportata da azioni concrete che le aziende produttrici possono mettere in atto per essere credibili e aiutare i potenziali clienti a vincere le resistenze che ancora frenano l’adozione”.

In questo contesto, la ricerca ha identificato alcune possibili aree di intervento e offre ai costruttori di dispositivi smart alcuni suggerimenti volti soprattutto ad aumentare la percezione di sicurezza dei prodotti come ad esempio:

  • includere test di certificazione indipendente nel ciclo di progettazione dei prodotti (hardware e software), sia in relazione alla sicurezza informatica, sia per garantire la non nocività o pericolosità dei dispositivi;
  • sottolineare il valore della certificazione qualificata in tutta la comunicazione attorno al prodotto e al brand al fine di consentire al cliente di distinguere con facilità le marche che investono nella sicurezza e qualità del prodotto sulla base di un giudizio imparziale espresso da un ente terzo indipendente;
  • garantire un aggiornamento continuo della app di controllo e gestione, in termini di sicurezza ma anche di funzionalità e usabilità attraverso l’ascolto delle istanze provenienti dagli utenti;
  • aggiornare frequentemente il software installato sul prodotto durante l’intero ciclo di vita;
  • fornire un servizio di assistenza clienti “amichevole” che, oltre ad intervenire in caso di guasto, possa aiutare l’utente ad installare e configurare correttamente il dispositivo, a beneficio della funzionalità e della sicurezza;
  • formare gli utenti all’uso dei dispositivi attraverso la pubblicazione di manuali, tutorial, best practice da seguire per ottenere il massimo della funzionalità e della sicurezza;
  • sensibilizzare i consumatori in merito ai temi della privacy e della sicurezza informatica mediante la promozione di eventi fisici, online e social dedicati ai rischi e a come tutelarsi.
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