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Il mercato della Smart Home in Italia supera il mezzo miliardo di euro e raggiunge il +40% rispetto al 2018, ma c’è ancora molto da fare per colmare il gap con gli altri paesi europei e con il resto del mondo. Rispetto a Germania e Regno Unito, infatti, la differenza è ancora di 2,5 miliardi di euro ciascuno, mentre il divario con la Francia è di 1,1 miliardi. Se invece si analizzano le altre grandi potenze mondiali, si può notare ad esempio una differenza di ben 16,7 miliardi di euro rispetto agli USA. Questi sono i risultati della ricerca sulla Smart Home condotta dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano – in collaborazione con Doxa – e presentata durante il convegno “Smart Home: dove c’è IoT, c’è casa”.
A trainare il settore in Italia nel 2019 sono state principalmente le soluzioni smart per la sicurezza, gli speaker per il controllo vocale e gli elettrodomestici connessi, che insieme hanno coperto il 60% del totale delle vendite.
Le soluzioni per la sicurezza si confermano quindi al primo posto in termini di quote di mercato, con un valore di 150 milioni di euro, pari al 28% della spesa (+15% nel 2019). In seconda posizione, gli smart home speaker, 95 milioni di euro pari al 18% del mercato (+58%), che nel 2019 hanno continuato trainare le vendite degli altri dispositivi IoT per la casa connessa. Crescono anche gli elettrodomestici, che valgono 85 milioni di euro e il 16% del mercato (+55%), di cui sempre più utenti usano le funzionalità smart (il 35%, +10% sul 2018). Subito dietro al podio si posizionano le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli assistenti vocali, dell’offerta di servizi legati alla manutenzione e della possibilità di aumentare risparmio energetico e comodità, con un valore complessivo di 65 milioni di euro (il 12% del mercato, +44%). Seguono poi le casse audio (50 milioni di euro, 9%) e le lampadine connesse (35 milioni di euro, 7%), spinte dalle offerte che ne prevedono la vendita insieme agli smart home speaker.
A prevalere come canali di vendita sicuramente il retailing online (150 milioni di euro, +90%) e i retailer multicanale (+39%), che sulla spinta delle vendite degli assistenti vocali raggiungono complessivamente un valore di 250 milioni di euro, pari al 47% del mercato. La filiera tradizionale invece composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori ha perso quote di mercato, pur mantenendo comunque un ruolo importante.
Aziende e casa intelligente
Come si stanno comportando le aziende in questo momento di ascesa della casa connessa? Si stanno concentrando prevalentemente sulla produzione di sistemi in grado di garantire il massimo della sicurezza, ridurre i consumi elettrici, garantire migliore assistenza ad anziani e persone fragili, ottimizzare i tempi di gestione della casa e garantire un migliore supporto a tutte le attività domestiche. Ecco perché si stanno moltiplicando alleanze e partnership fra gli operatori del settore, in modo da offrire servizi che sfruttano la progressiva integrazione tra intelligenza artificiale e dati raccolti attraverso gli oggetti connessi. I nuovi elettrodomestici intelligenti, ad esempio, consentono di avere statistiche e report sempre aggiornati su loro utilizzo giornaliero o memorizzare dati sulle nostre abitudini quotidiane, in modo da fruire servizi sempre più in linea con le nostre esigenze e di conseguenza ridurre i consumi.
Qual è oggi il rapporto tra consumatori e smart home?
Con la crescita del mercato, cresce anche la consapevolezza dei consumatori e la diffusione degli oggetti smart nelle nostre case. Il 68% degli italiani ha infatti sentito parlare almeno una volta di casa intelligente e il 40% possiede almeno un oggetto smart, con soluzioni per la sicurezza e smart home speaker in cima alle preferenze degli acquirenti.
Allo stesso tempo però crescono anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy. Il 54% degli intervistati si rivela restio a condividere i propri dati personali (+3% rispetto al 2018).
“La Smart Home è sempre più nota ai consumatori italiani. In crescita anche il numero di utenti che installa in autonomia e utilizza le funzionalità smart dell’oggetto una volta acquistato. Sono però ancora pochi i consumatori che si dichiarano interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home nel 2020 – ha affermato Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things –. Per aumentare le vendite occorre migliorare i servizi di installazione e formare adeguatamente il personale dei negozi per aiutare i consumatori in cerca di informazioni e consigli. È necessario poi lavorare sull’esperienza utente, sulla comunicazione dei benefici e rassicurare i consumatori sull’utilizzo dei dati raccolti”.
Gli italiani hanno sempre maggiore dimestichezza con la tecnologia. Infatti, è in costante aumento anche il numero di consumatori in grado di installare in autonomia gli oggetti smart acquistati, senza l’aiuto di un professionista (64% dei rispondenti, +10% rispetto al 2018), e l’utilizzo delle funzionalità smart da parte degli utenti (65%, +7%).
Le motivazioni più frequenti che invece ne frenano ancora l’uso sono l’eccessiva complessità (18%), la mancata percezione dei benefici (10%) e la difficoltà a utilizzare le App per la gestione (6%). Nonostante la buona crescita del mercato, sono ancora relativamente pochi i consumatori interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home in futuro (37%), con appena l’11% che intende farlo nel 2020 e il 26% che prevede di farlo nei prossimi tre anni. Le funzionalità più desiderate sono sicuramente le soluzioni per il riscaldamento (23% dei rispondenti) e i grandi elettrodomestici (21%), seguite da lampadine (15%), telecamere (15%) e caldaie (12%).
“Il mercato delle soluzioni per la casa intelligente cresce rapidamente e mostra oggi maggiore maturità, con offerte che si concentrano sempre più sui servizi e i bisogni che gli oggetti connessi possono soddisfare – ha affermato Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Una spinta determinante viene dall’espansione di assistenti vocali e dallo sbarco degli Over The Top, che ora puntano a estendere le funzionalità dei loro smart speaker integrandole in dispositivi sviluppati da terzi e supportando attività tipiche dell’e-commerce, come le consegne a domicilio e il monitoraggio delle scorte. Perdono quote di mercato i tradizionali canali di vendita, che ancora riescono a cogliere solo in parte le opportunità offerte dalle nuove soluzioni, a vantaggio di retailer online e multicanale, che ormai coprono quasi il 50% del mercato, e operatori telco, che raggiungono quota 10%”.
Tecnologie e AI a servizio della casa connessa
L’arrivo delle aziende OTT – Over The Top – nel settore del Smart Home ha portato numerose novità, nuovi casi d’uso e nuove tecnologie a questi dedicate. Amazon, ad esempio, ha rilasciato un nuovo protocollo con l’obiettivo di offrire connessioni a consumi, costi e banda ridotti su distanze in cui WiFi e Bluetooth non garantiscono la copertura, per fornire applicazioni adatte a spazi aperti come l’illuminazione degli ambienti esterni, la rilevazione dei movimenti e la localizzazione degli animali domestici. Apple invece prevede l’inserimento di un chip Ultra Wide Band (UWB) all’interno dell’iPhone 11, con applicazioni in termini di controllo degli accessi (utilizzando lo smartphone come passepartout) all’interno della casa.
“Per accelerare lo sviluppo del mercato della Smart Home, caratterizzato da protocolli molto diversi e spesso non interoperabili, alcuni grandi player hi-tech come Amazon, Google, Apple e ZigBee Alliance hanno progettato una struttura open-source (Connected Home over IP – CHIP) capace di integrare le tecnologie già sviluppate e di facilitare la creazione di prodotti interoperabili fra loro e con gli assistenti vocali – ha commentato Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things –. Le precedenti iniziative congiunte non hanno avuto il successo sperato, ma questo progetto punta sull’approccio open-source e sulla forza degli Over-The-Top per imporsi sul mercato”.
L’Intelligenza Artificiale (AI) è un altro fattore di enorme importanza all’interno dell’ecosistema della Smart Home, in quanto garantisce la produzione di applicazioni nel campo della sicurezza, dell’assistenza agli anziani e del comfort.
“L’AI abilita nuove funzionalità e nuovi servizi – ha affermato Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Oltre agli smart home speaker, in cui è fondamentale la componente AI di comprensione del linguaggio, ci sono numerosi esempi di applicazione in ambito sicurezza, con algoritmi di riconoscimento facciale che potenziano le telecamere di sorveglianza. Nel comfort, con soluzioni per la regolazione dell’ambientazione luminosa, sonora e della temperatura in base alle abitudini delle persone e alle condizioni climatiche. E nell’assistenza ad anziani e persone fragili, con sensori che possono raccogliere dati in vari ambienti della casa per comprendere le abitudini degli occupanti e mandare segnali di allarme in caso di comportamenti anomali”.