I nostri armadi sono pieni di indumenti che non indossiamo. Ma questo non ci impedisce di… ricomprarne di simili. Lo facciamo in particolare con i jeans: è il fascino indiscreto del denim che, pur cambiando taglio, trattamento, impunture non passa mai di moda in nessun angolo del mondo.
Ogni anno in Europa vengono venduti circa 500 milioni di paia di jeans – in media 7 per ogni europeo, 2 dei quali mai indossati – che finiscono nelle discariche oppure negli inceneritori. Ci sono aziende virtuose che raccolgono le sfide contro lo spreco e propongono delle soluzioni che, se certo non risolvano il problema degli acquisti compulsivi, almeno ne limitano le conseguenze.
È il caso di Ikea che punta a raggiungere l’obiettivo di un’economia circolare e a usare solo materie prime rinnovabili e riciclate entro il 2030. In questa ottica gli scarti diventano risorse preziose e sono oggetto di studio per individuare metodi innovativi e sempre più efficienti di riutilizzo.
Un esempio è la collezione di tessili, disponibile in Italia dal 2 aprile 2021, realizzata con due materiali riciclati – jeans e bottiglie di plastica, o meglio PET (polietilene tereftalato) anch’esso riciclato. La plastica riciclata serve per rinforzare le fibre di cotone: se non ci fosse, il tessuto sarebbe meno resistente. Con questo nuovo tessuto sono state realizzate fodere per cuscini d’arredo, tende e tovaglie vivaci e colorate.
Un esempio dell’efficacia del riciclo? Con 30 bottiglie di plastica e 2 paia di jeans si ottengono 10 metri quadri di tessuto. Ma non solo: per ogni chilo di cotone riciclato è possibile risparmiare 2000 litri d’acqua rispetto a quanto accadrebbe se venisse utilizzato nuovo cotone.
Come avviene il riciclo
Nella prima fase del processo, il materiale plastico viene lavato e trasformato in piccoli pellet, mentre i jeans vengono sfibrati e diventano soffici balle di tessuto. Dopodiché i due materiali vengono uniti e filati su telai. A quel punto il tessuto è pronto per una nuova vita.