Tradizione e innovazione nel mondo del cristallo

La mostra "60 Years of Design in Crystal", per festeggiare i sessant'anni Arnolfo di Cambio, è stata l'occasione per conoscere da vicino l'azienda, immergersi nell'atmosfera del pittoresco paese di Colle Val d'Elsa dove ha sede e condividere le storie affascinanti e le sfide dei protagonisti dell'impresa.

Alma Dainesi
A cura di Alma Dainesi
Pubblicato il 07/05/2024Aggiornato il 08/05/2024
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Arnolfo di Cambio, nata nel 1963 a Colle Val d’Elsa (Siena) è un nome imprescindibile nel mondo della produzione di cristallo. Il segreto del suo successo risiede nell’audacia imprenditoriale dei suoi fondatori, che hanno saputo sposare tradizione e innovazione, collaborando con rinomati designer per creare prodotti che coniugano un’estetica ricercata e funzionalità impeccabile. Nel corso di oltre cinquant’anni, l’azienda ha saputo mantenere vivo il patrimonio dei maestri vetrai, rielaborandolo attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia e con un’attenzione particolare anche all’immagine. Questo approccio ha permesso ad Arnolfo di Cambio di ottenere una visibilità internazionale tramite mostre, pubblicazioni e premi, guadagnandosi l’ammirazione sia del pubblico che degli esperti del settore.

Abbiamo avuto il piacere di visitare l’azienda Arnolfo di Cambio a Colle Val d’Elsa, durante l’ultima tappa della mostra itinerante “60 Years of Design in Crystal” che celebra sessant’anni di eccellenza artigianale. Ecco qualche foto

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Tante collezioni firmate da icone del design internazionale

Le collezioni di Arnolfo di Cambio, curate da designer di fama mondiale come Joe Colombo (Smoke, esposta al MoMa) o Cini Boeri (Cibi, protagonista del film Blade Runner), Ettore Sottsass (Orfeo), Enzo Mari (Conversazione), Marco Zanuso (Pitagora), Michele De Lucchi (Bolle), fino ai giovani talenti di oggi, sono autentiche odi alla creatività e all’abilità artigianale.

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Il tableware firmato Roberto Cavalli

Parallelamente alla produzione di oggetti per la tavola, nel 1987 l’azienda ha intrapreso un’altra sfida, quella delle licenze nel settore della moda, iniziando con Christian Dior e ampliando successivamente la sua gamma con nomi illustri come Blumarine, Valentino, Missoni e Roberto Cavalli

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Questa diversificazione ha portato ad un ulteriore rafforzamento della presenza di Arnolfo di Cambio nel mondo del lusso, con l’introduzione di collezioni di articoli per la tavola e per la casa di alta gamma.

Inoltre, grazie a una rete mondiale di rivenditori, distributori e agenti, Arnolfo di Cambio è sempre pronta a presentare al mercato nuovi prodotti e progetti, mantenendo una posizione di leadership nel settore del lusso.

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Come nasce il cristallo

Abbiamo avuto la possibilità di entrare nel cuore del design italiano, che ha preso vita davanti ai nostri occhi, a partire dalla prima tappa alla fornace di Arnolfo di Cambio, dove abbiamo avuto il privilegio di vedere all’opera gli abili artigiani durante la lavorazione del cristallo.

Guarda il video della soffiatura del cristallo

Il termine “cristallo” ha origine dal greco “krustaloò”, che significa acqua gelata, suggerendo l’idea di ghiaccio così freddo da non poter essere sciolto. La sua sciperta si deve a George Ravenscroft, vetraio londinese, che brevettò nel 1674 una nuova formula per un vetro di straordinaria brillantezza e trasparenza, dando inizio all’era del cristallo. In Boemia, successivamente, fu prodotto un cristallo potassico di altissima qualità, molto apprezzato per la sua purezza e duttilità nella decorazione.

Nel XIX secolo, la Fabbrica di Cristalli di Colle Val d’Elsa iniziò a produrre manufatti incisi in vetro bianco, seguendo la tradizione boema. Il maestro vetraio Ubaldo Pacini, nel 1963, perfezionò la formula del moderno cristallo, caratterizzato da una percentuale di piombo fino al 35%, conferendogli durezza e lucentezza.

 

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Il cristallo di Boemia, ottenuto con l’aggiunta di potassio, divenne celebre per gli oggetti artistici. Nel 1969, l’Unione Europea stabilì che solo il vetro con almeno il 24% di ossido di piombo potesse essere definito cristallo.

La qualità del cristallo dipende dalla purezza delle materie prime e dalla precisione nella loro miscelazione. La pasta vitrea, composta principalmente da sabbia a basso contenuto di ferro, viene fusa a temperature intorno ai 1550 °C. Durante il processo di fusione, vengono eliminate le bolle di gas che potrebbero compromettere la qualità del manufatto.

 

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Gli oggetti in cristallo vengono realizzati da un gruppo di vetrai specializzati, che soffiano il vetro per creare le forme desiderate. Successivamente, gli oggetti finiti vengono sottoposti a lavorazioni e decorazioni aggiuntive.

Al Museo del Cristallo, tra le leggende del design

La lavorazione del cristallo è un tratto identitario di Colle Val D’Elsa, che fa parte della storia del Paese e della Comunità.

Quindi è particolarmente significativo che l’ultima tappa delle celebrazioni di Arnolfo di Cambio sia proprio in questa bellissima località della toscana, così ricca di tradizioni.

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L’inaugurazione della mostra – approdata a Colle, dopo Parigi e Milano – è stata un momento carico di emozione: tutti coloro che hanno contribuito al successo dell’azienda erano presenti per celebrare insieme, dai maestri vetrai ai soffiatori e, in generale, tutti gli artigiani e le maestranze.

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La mostra non ha semplicemente celebrato il passato, ma ha anche proiettato uno sguardo al futuro, evidenziando la capacità di Arnolfo di Cambio di coniugare la tradizione artigianale con un approccio innovativo. La collaborazione con artisti e designer di fama internazionale è stata la dimostrazione di come la visione dell’azienda sia sempre stata orientata verso il progresso e l’eccellenza.

 

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