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Semplice, bello e a più funzioni: così nasce un classico del design
Multifunzionale, lo sgabello Stool 60 oltre che come seduta aggiuntiva può funzionare anche da piccolo piano da appoggio, da tavolino, da servomuto o da sostegno espositivo per piante e ridotte opere d’arte. Una flessibilità di utilizzo che, unitamente al suo minimalismo formale, lo rende particolarmente semplice da inserire in qualsiasi arredamento, sia moderno sia classico.
Un pezzo della storia del design come questo, proprio grazie alle sue qualità al di sopra degli stili e delle epoche, esula dalle regole compositive di un insieme, diventando protagonista di un ambiente (se particolarmente espressivo) o solo comprimario di carattere. A fianco di divani e poltrone nel soggiorno, dei letti, della scrivania dei più piccoli si trasforma così in un oggetto familiare, capace di assolvere a più funzioni e nel contempo dando un tocco estetico in più. Oltre che di insegnare in modo empatico in cosa consista la bellezza di un progetto senza tempo.
Stool 60, lo sgabello disegnato nel 1933 dall’architetto finlandese Alvar Aalto, è diventato un oggetto iconico, simbolo del design e della sua storia. Leggero e impilabile, frutto di una eccelsa sapienza progettuale, riprende la tecnica del legno piegato, inventata nell’Ottocento da Thonet, per interpretarla in modo assolutamente contemporaneo. Di betulla nativa nordica, composto da pochi semplici elementi – una seduta e tre gambe – è simbolo dello stile di Aalto ma soprattutto un bestseller tuttora nel catalogo di Artek da novant’anni.
Chi era Alvar Aalto, il designer di Stool 60?
Architetto finlandese, Alva Aalto è annoverato tra i maestri del Movimento moderno, protagonisti dell’architettura del XX secolo. Attento all’uomo, così come alla natura, ha “umanizzato” il Razionalismo in realizzazioni che fondono entrambi i termini. E in cui i materiali naturali – in primis il legno, presenza costante nelle sue terre – hanno un ruolo fondamentale. Tra le tante costruzioni, ogni manuale di storia dell’architettura non dimentica il sanatorio di Pamio a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, campo di sperimentazione per Aalto (e sua moglie Aino, collaboratrice) per lo sviluppo dell’arredamento, tra cui la famosa poltrona 41, ancora oggi in produzione.
Lo sgabello Stool 60
Evergreen, capace di trascendere il tempo e la moda, negli anni è stato proposto in diverse edizioni – incluse quelle Kontrasti, Loimu, Villi (quest’ultima in collaborazione con Formafantasma) per il novantennio – ma sempre nel rispetto del concept originale.
Nel segno della sostenibilità, fin dalla sua prima apparizione – vero e proprio antesignano della riduzione volumetrica per il trasporto dell’arredamento, divulgata poi nel mondo da Ikea – i quattro componenti, smontabili (avvitati semplicemente all’assemblaggio), rendono la spedizione economica e ecologica. Mentre il legno di betulla proviene da foreste locali controllate e lavorate secondo criteri ben precisi.
I processi produttivi dello sgabello Stool 60 sono, secondo la visione iniziale di Aalto e quella continuativa del marchio, ancora oggi un calibrato mix tra artigianalità e industrializzazione. La piegatura delle gambe è infatti ottenuta secondo il brevetto del designer, che prevede l’inserimento di diverse strisce di impiallacciatura di betulla incollata nella testa del pezzo di legno massello che verrà lavorato, al fine di semplificarne la piegatura e nel contempo per aumentarne la stabilità e la rigidità. Una tecnica nata proprio per lo sgabello Stool 60, che tuttavia poi, proprio per il risultato, fu applicata a diversi altri arredi, tra cui tavoli, sedie e panche.
In un’ottica di economia circolare l’azienda ha creato la piattaforma Artek 2nd Cycle, con sede fisica ad Helsinki, per la compravendita dei suoi arredi e lampade usati, al fine di dare ad essi una seconda vita. Inutile dire che una buona parte di essi sono proprio gli sgabelli, customizzati spesso dai precedenti proprietari e per questo ancor più carichi di fascino.