Micro cellula abitativa per isolarsi dal resto del mondo, Essentia è l’ultima creazione dell’architetto Michele Perlini nel campo delle piccole costruzioni indipendenti. Già premiato agli Iconic Awards e finalista agli Architizer A+ Awards per la NO.MADE Luxury Mobile Home, il progettista questa volta ha pensato a un concept da posizionare nella natura. Anche nel proprio giardino.
Priva di qualsiasi collegamento idrico o elettrico, Essentia è un prisma irregolare dalla superficie ridotta (la pianta a terra è di soli 3 x 2,5 metri), semplice da trasportare e da montare in loco. Il rivestimento esterno a doghe di legno nasconde uno strato di isolante di pannelli minerali ad alta densità, mentre ampie finestre lasciano entrare luce e panorama circostante.
Il piccolo spazio interno ospita solo un piano di lavoro, un letto singolo e una vasca da bagno, scenograficamente posizionata sotto alla finestra del fronte inclinato. Quest’ultima grazie al calore solare permette di scaldare in breve tempo l’acqua della vasca, che è la stessa per innaffiare il giardino. L’illuminazione notturna è invece garantita da una lampada da tavolo a led senza filo.
Il rivestimento interno, che predilige il legno lavorato artigianalmente, è studiato su misura al centimetro, con nicchie contenitive parzialmente celate alla vista, in modo da trasformare il volume in un nido per studiare, lavorare, creare, rilassarsi. Di legno massello anche la struttura del letto, che sostiene un sommier di materiali naturali. Uno spazio ridotto al minimo, vero e proprio concentrato di architettura progettato come un rifugio pronto ad accogliere e a soddisfare le esigenze di chi lo abita.
«Penso che in questo momento più che mai l’architettura debba ritornare all’essenza, spiega lo stesso progettista. Non basta soffermarsi a uno spazio, ma al suo insieme. Nella nostra opera di architetti, in tutta umiltà penso si debba dare un piccolo apporto al benessere umano, nella convinzione che nell’arte della progettazione bellezza e utilità non possano essere separate. Non sarà facile cambiare velocemente i complicati sistemi umani. Il nostro compito è piuttosto quello di individuare strutture in grado di adattarsi all’uomo.»