Affitti brevi: scatta l’obbligo del CIN, il Codice Identificativo Nazionale

Entro il 29 novembre, i proprietari di case vacanze, b&b e strutture ricettive per affitti brevi si dovranno dotare del CIN, un particolare codice che dovrà essere esposto nello stabile e anche in tutti i relativi annunci.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 09/09/2024Aggiornato il 09/09/2024
paesaggio con case, affitti cedolare secca

Dal 1° settembre 2024, i proprietari e i gestori di strutture ricettive, nonché i locatori di immobili destinati a locazioni turistiche brevi, dovranno attivarsi per ottenere il CIN tramite la Banca Dati Nazionale (Bdsr). Ma cos’è in pratica il CIN e a cosa serve?

Il CIN, acronimo di Codice Identificativo Nazionale, deve essere presente negli annunci di affitti brevi e non solo. Si tratta di un bollino sulle locazioni brevi, un meccanismo unico di identificazione delle strutture ricettive, in chiave antifrode, oggetto di discussione nei mesi scorsi e che ora potrebbe presto vedere la luce. Scopriamo di più.

CIN: cos’è e a cosa serve

Il CIN ha come obiettivo quello di associare alle unità immobiliari dedicate alle locazioni brevi e turistiche un codice, attraverso una procedura automatizzata.  Il Cin andrà esposto all’esterno dello stabile nel quale è collocato l’appartamento e andrà indicato all’interno di ogni annuncio.

Le unità immobiliari per cui è obbligatorio il CIN devono essere dotate di dispositivi di sicurezza, come rilevatori di gas combustibili e monossido di carbonio funzionanti, e di estintori portatili a norma di legge.

Come ottenere il CIN

Per ottenerlo, il locatore deve presentare una dichiarazione sostitutiva che attesti i dati catastali dell’unità immobiliare. Inoltre gli immobili destinati ad affitti brevi devono essere dotati di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio, oltre ad avere estintori portatili a norma di legge posizionati in punti accessibili e visibili.

Il Codice identificativo nazionale (CIN) dovrà essere assegnato, tramite apposita procedura automatizzata, dal ministero del Turismo, alle unità immobiliari ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche, a quelle destinate alle locazioni brevi, oltre che alle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere. Al ministero è affidata anche la gestione della relativa banca dati nazionale.

Chi deve dotarsi del CIN

Il CIN (Codice Identificativo Nazionale) è un codice obbligatorio che deve essere ottenuto dai proprietari e gestori di strutture turistico-ricettive e dagli affittuari di unità immobiliari destinate a locazioni brevi per finalità turistiche in Italia.

A dotarsi del CIN devono essere:

    • Titolari o gestori di strutture turistico-ricettive alberghiere ed extra alberghiere.
    • Locatori di unità immobiliari ad uso abitativo per contratti di locazione a fini turistici.
    • Locatori di unità immobiliari ad uso abitativo per locazioni brevi, come definito dall’articolo 4 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96.

Cosa succede se manca il CIN

L’obbligo del CIN è scattato dal 1° settembre 2024 e chi gestisce case, stanze e strutture per affitti brevi e turistici ha tempo 60 giorni, quindi entro il 29 novembre, per ottenere il codice che dovrà essere esposto nello stabile e anche in tutti i relativi annunci.

Le sanzioni per chi non si adegua all’obbligo di dotarsi del CIN sono molto pesanti. In particolare, i soggetti obbligati privi di CIN sono punibili con sanzione che va dagli 800 agli 8 mila euro. Per la mancata esposizione del CIN, invece, è prevista una sanzione che può andare dai 500 ai 5 mila euro e per le strutture o gli alloggi privi dei requisiti di sicurezza, la sanzione va da 600 a 6 mila euro.

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