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Che cosa è la rendita catastale
La rendita catastale contribuisce anche a stabilire il valore patrimoniale degli immobili di proprietà e viene utilizzata nel calcolo del patrimonio immobiliare per la compilazione del Modello ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).
La rendita catastale è un valore economico attribuito a ciascun immobile, sia esso fabbricato o terreno, calcolato dall’Agenzia delle Entrate. Questo valore rappresenta il reddito annuo potenziale che l’immobile è in grado di generare per sua natura, indipendentemente dall’effettivo uso o reddito che ne deriva.
È necessario avere la rendita catastale dell’immobile per esempio per calcolare l’IMU, l’imposta municipale sugli immobili. E ancora, in futuro, nel caso di lavori di ristrutturazione e di miglioramento energetico del proprio immobile, potrebbe essere necessario un aggiornamento della rendita catastale.
La rendita catastale rappresenta dunque il valore fiscale che viene attribuito al fabbricato e rappresenta la base:
- per il valore del fabbricato ai fini tributari, come l’imposizione IMU e le imposte sulle successioni
- per la determinazione del valore erariale, come la sua redditività.
Come trovare la rendita catastale di un immobile
La rendita catastale di un immobile è consultabile con l’aiuto di un professionista abilitato oppure fisicamente presso l’Agenzia delle Entrate che offre anche un servizio telematico. La Rendita Catastale è sempre indicata sulla visura catastale e viene rilasciata a seguito di una ricerca all’interno dell’archivio catastale.
Come si calcola la rendita catastale
Per calcolare la rendita catastale di un immobile, è necessario conoscere alcuni elementi come:
- Consistenza dell’immobile: ossia la dimensione dell’immobile che può essere rappresentata in modi diversi, in base alla categoria catastale e per le unità immobiliari è rappresentata dai vani catastali.
- Tariffa d’estimo unitaria: ossia un valore numerico stabilito dall’Agenzia delle Entrate in base alla posizione e alla destinazione d’uso dell’immobile.
Ai fini del calcolo della rendita castale, quindi, è fondamentale conoscere la categoria catastale di riferimento di un immobile che si può rivelare attraverso una visura catastale. L’Agenzia delle Entrate invece si occupa di determinare la tariffa d’estimo unitaria, che rappresenta la rendita catastale media unitaria di ogni categoria e classe. Si possono consultare le tariffe d’estimo anche sul sito della Gazzetta Ufficiale.
Il calcolo della rendita catastale, per la maggior parte degli immobili, si ottiene quindi moltiplicando la consistenza dell’unità immobiliare per il valore riportato nelle tariffe di estimo.
Rendita e valore catastale: la differenza
Anche se spesso i due termini tendono ad essere utilizzati come sinonimi, in realtà il valore catastale differisce dalla rendita catastale (che come abbiamo visto si riferisce al reddito autonomo prodotto da un bene). Il valore catastale si ottiene moltiplicando la rendita catastale (indicata nella visura catastale), rivalutata del 5% per un determinato coefficiente stabilito per legge e variabile in base alla categoria catastale dello stesso immobile.
Rendita catastale prima e seconda casa
La rendita catastale è un valore base utilizzato per calcolare il valore catastale di un immobile, che serve per determinare le imposte legate all’acquisto e al possesso di una proprietà. Il calcolo varia a seconda che l’immobile sia considerato prima casa o seconda casa, con l’applicazione di diversi coefficienti moltiplicativi.