Condominio: ammodernare i vecchi impianti elettrici? C’è il rimborso fino a 1200 euro

Da gennaio 2020 i condomìni con impianti elettrici vetusti potranno beneficiare di un rimborso in denaro per le spese dei lavori di aggiornamento.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 25/12/2019Aggiornato il 25/12/2019
condominio

Rinnovare i vecchi impianti elettrici interni ai condomini, per migliorarne sicurezza ed efficienza, con rimborsi per i lavori effettuati fino a 1.200 euro per appartamento coinvolto e fino a 900 euro per ogni piano. Arera infatti, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha avviato una procedura sperimentale che durerà tre anni, dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2022, per l’ammodernamento degli impianti realizzati prima del 1970 o nella fascia tra il 1970 e il 1985 se ritenuti critici.

Rimborso per i condomini che ammodernano vecchi impianti elettrici 

L’obiettivo della delibera dell’Autorità è quello di facilitare l’accordo tra gli amministratori di condominio e i distributori di energia elettrica per rinnovare le “colonne montanti” più vecchie, mantenendo in sicurezza gli edifici e predisponendole alle eventuali richieste di aumento di potenza. Un provvedimento particolarmente importante e destinato a quei condomini con vecchi impianti elettrici che stanno valutando ristrutturazioni o la centralizzazione dei contatori. Il rimborso previsto varia anche in funzione del livello di pregio delle finiture dell’immobile.

I lavori di ammodernamento devono riguardare le cosiddette colonne montanti, ossia le della conduttura che collega il quadro elettrico degli edifici residenziali al contatore dell’ente che eroga l’energia elettrica, nonché punto in cui l’energia è consegnata. Di solito, questo punto è centralizzato per tutti gli impianti che fanno parte di un condominio e si trova in un locale accessibile a tutti, come lo scantinato o il sottoscala. I lavori di ammodernamento per cui si prevede un rimborso devono riguardare le colonne montanti “vetuste”, cioè quelle realizzate prima del 1970, oppure costruite tra il 1970 ed il 1985 con criticità individuate dal distributore.

Impianti elettrici vetusti: l’entità del rimborso

L’ammodernamento delle colonne montanti vetuste consiste nel rinnovo sia delle opere elettriche sia delle opere edili, anche di ripristino, strettamente correlate (opere murarie o cavidotti esterni al muro). L’ammodernamento dell’impianto elettrico inoltre può avvenire, o meno, contestualmente all’operazione di centralizzazione dei contatori.

Se i lavori di ammodernamento avvengono senza centralizzazione dei misuratori, il condominio esegue le opere edili con scasso e ripristino delle finiture pre-esistenti. L’ammodernamento consentirà ad ogni condomino di contrattualizzare una potenza disponibile pari almeno a 6,6 kW.

Per questi lavori è previsto il rimborso massimo al condominio per le opere edili, in funzione del livello di pregio delle finiture dell’immobile:

  • 400 euro al piano se finiture è di basso pregio, 500 euro di medio pregio e 600 euro di alto
  • 700 euro all’utente in caso di finiture di basso pregio, 800 euro se media e 900 euro se alto.

I lavori di ammodernamento delle colonne montanti vetusti possono anche prevedere la contestuale centralizzazione dei contatori. In tal caso opere edili ed elettriche a valle del nuovo quadro centralizzato sono in capo al condominio, trattandosi di attività post-contatore.

In questo caso il rimborso massimo previsto al condominio per le opere edili ed elettriche, sempre in funzione del livello di pregio delle finiture  il seguente:

  • 700 euro al piano se finiture p di basso pregio, 900 se medio e 900 se alto
  • 1000 euro ad utente se finiture di basso pregio, 1100 se medio e 1200 se alto.

Si aggiungono poi 100 euro al metro (fino ad un massimo di 1500 euro) per l’eventuale parte di cavo destinata a collegare la colonna montante con il confine di proprietà.

La procedura per chiedere il rimborso

Il distributore deve fornire al condominio un’informativa preliminare, prospettando anche la sottoscrizione di un accordo sui costi, tempi e modalità per l’ammodernamento delle colonne montanti vetuste.

A tale riguardo, dice l’Arera, le imprese distributrici dovranno definire, entro il 30 giugno 2020, una versione sperimentale di “contratto-tipo” valido per gli anni 2021-2022. Sarà poi il distributore ad erogare i rimborsi al condominio.

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