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Nei condomini l’amministratore tra i vari compiti ha quello di redigere e tenere il registro dell’anagrafe condominiale.
In esso sono riportati alcuni importanti dati relativi all’immobile e al suo proprietario.
Se un’abitazione viene data dal proprietario in locazione a terzi, un dubbio che può sorgere riguarda la necessità di comunicare all’amministrazione i dati del locatario, o se viceversa non vi è alcun obbligo in merito.
Vediamo cosa deve contenere il registro dell’anagrafe condominiale e quali sono le regole in presenza di inquilini in affitto.
Registro anagrafe condominiale: che cos’è e quali dati deve riportare
Per capire quali sono gli obblighi del proprietario di casa in caso di locazione dell’immobile, bisogna innanzitutto sapere che cos’è il registro dell’anagrafe condominiale e quali dati deve contenere secondo la normativa vigente.
La Legge n. 220/2012 ha riformato la disciplina del condominio sotto vari profili.
Tra le altre cose essa ha integrato l’articolo 1130 del Codice Civile, che riguarda i compiti dell’amministratore, aggiungendo il punto 6: in esso è indicato che l’amministratore deve occuparsi della tenuta del registro dell’anagrafe condominiale e aggiornarlo tempestivamente in caso di variazioni.
L’istituzione di questo registro porta con sé l’immediata disponibilità per chi deve amministrare uno stabile dei dati riguardanti le singole unità immobiliari e quindi una maggiore efficienza, puntualità e precisione nell’ambito dell’azione amministrativa, nonché una totale trasparenza per quanto riguarda la composizione del condominio, utile per i rapporti tra i condomini e tra questi e l’amministrazione o gli enti pubblici.
L’anagrafe condominiale deve contenere i seguenti dati:
- i dati anagrafici del proprietario, il codice fiscale, la sua residenza o domicilio, i dati di contatto;
- i dati catastali dell’immobile (Comune, sezione urbana, foglio, particella, subalterno).
Obbligo del proprietario di comunicare chi abita nell’immobile come locatario
L’anagrafe condominiale deve indicare, in caso di un soggetto diverso dal proprietario, anche chi occupa l’immobile ad altro titolo, per esempio usufruttuari, titolari di contratti di comodato d’uso e conduttori, ossia dei titolari di diritti reali e di diritti personali di godimento.
Nel registro dell’anagrafe condominiale, quindi, devono essere riportate tutte le informazioni relative agli inquilini che vivono in un’unità abitativa in virtù di un contratto di locazione.
Il proprietario deve comunicare all’amministratore di condominio i dati anagrafici del locatario titolare del contratto, le sue informazioni di contatto, come mail o telefono, il codice fiscale, la residenza o il domicilio.
In caso di mancata comunicazione, l’amministratore deve richiedere tali dati con lettera raccomandata e, in caso di mancata risposta entro 30 giorni, deve acquisire autonomamente queste notizie attraverso l’Agenzia delle Entrate, addebitandone il costo al proprietario.
Il caso degli affitti brevi
Diverso e particolare è il caso degli affitti brevi.
Qualora il proprietario di un immobile dia in locazione a terzi il proprio appartamento per un periodo non superiore ai 30 giorni, non deve chiedere all’amministratore l’aggiornamento dell’anagrafe condominiale.
Tale comunicazione, che tra l’altro data la natura stessa degli affitti brevi e il loro continuo turn over costringerebbe l’amministratore a un aggiornamento continuo, sarebbe anche superflua alla luce del fatto che il proprietario già comunica alla Questura territorialmente competente le generalità delle persone alloggiate ai sensi dell’articolo 109 del T.U.L.P.S. entro 24 ore dall’arrivo, e ciò è sufficiente a conoscere i dati dei soggetti in caso di necessità legate alla sicurezza pubblica.