Il decreto Sblocca Italia (d.l. n. 133/2014), intitolato “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, è stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 12 settembre scorso. Ecco le misure che sono state confermate e quali invece sono state stralciate.
Tra le prime conferme troviamo l’incentivo fiscale per chi acquista case da dare in locazione. Si introduce la deduzione Irpef dal reddito complessivo, pari al 20% del prezzo di acquisto di un immobile, così come risulta dall’atto di compravendita, nel limite massimo di spesa di 300mila euro (per una deduzione massima, quindi, di 60mila euro). L’incentivo fiscale deve essere ripartito in 8 quote annuali di pari importo, al massimo 7.500 euro all’anno e vale per chi tra il 2014 e il 2017, acquista immobili ad uso abitativo, nuovi o ristrutturati, da imprese di costruzione o di ristrutturazione, da cooperative edilizie o dalle ditte che hanno effettuato gli interventi edilizi. Il bonus è previsto solo per la persona fisica non esercente attività commerciale. L’unica condizione che viene richiesta dalla legge per poterne fruire è che l’immobile, entro sei mesi dall’acquisto o dal termine dei lavori di costruzione, sia dato in locazione per almeno otto anni continuativi. Il bonus non si perde comunque se la locazione si interrompa prima, per motivi non imputabili al locatore ed entro un anno venga stipulato un nuovo contratto. L’immobile oggetto dell’agevolazione fiscale deve avere destinazione residenziale, non deve appartenere alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, né deve essere ubicato in parti del territorio destinate ad usi agricoli, deve conseguire prestazioni energetiche certificate in classe A o B. Infine il contratto di locazione che si stipula deve essere a canone concordato e tra locatore e locatario non devono sussistere rapporti di parentela entro il primo grado.
Sempre in tema di affitti, si amplia la disposizione contenuta nel Piano casa 2014, quella dell’affitto con riscatto, finora limitato solo agli alloggi sociali. Trascorsi 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l’inquilino può riscattare l’immobile e fino alla data del riscatto, può imputare parte dei corrispettivi del canone di locazione pagati al locatore, in conto del prezzo di acquisto dell’abitazione e parte in conto del prezzo di affitto. Ciò significa che il canone di locazione pagato per l’alloggio popolare può essere destinato al prezzo di acquisto dell’immobile e come prezzo dell’affitto, a scelta del conduttore. Ora questa possibilità, finora limitata al riscatto degli alloggi sociali, è estesa a tutte le tipologie di affitto.
Tra le altre misure troviamo l’inclusione nell’ambito degli interventi di manutenzione straordinaria di quelli consistenti nel frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere, anche se comportanti la variazione delle superfici delle singole unità immobiliari, nonché del carico urbanistico, purché non sia modificata la volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l’originaria destinazione d’ uso. Conseguenza è che per il frazionamento o accorpamento basterà una semplice comunicazione al Comune e non più il permesso di costruire. La comunicazione deve essere asseverata da un tecnico abilitato, con cui attesta, sotto la propria responsabilità, che i lavori sono conformi agli strumenti urbanistici approvati e ai regolamenti edilizi vigenti, nonché che non vi è interessamento delle parti strutturali dell’edificio. La comunicazione contiene, altresì, i dati identificativi dell’impresa alla quale si intende affidare la realizzazione dei lavori ed è valida anche ai fini catastali. È il Comune che la inoltra all’Agenzia del territorio.
Nel d.l. Sblocca Italia si introduce anche il permesso di costruire in deroga alle destinazioni d’uso, ammesso previa deliberazione del Consiglio comunale che ne attesta l’interesse pubblico.
Cosa è stato stralciato dal testo definitivo pubblicato sulla Gazzetta? Innanzitutto la proroga dell’ecobonus, la detrazione al 65% per lavori di risparmio energetico sugli immobili che al momento scadrà il 31 dicembre 2014. Non è un vero e proprio dietrofront, in quanto dalle ultime indiscrezioni sembra che l’ecobonus sarà confermato nella prossima legge di stabilità.
Nessuna traccia invece del cosiddetto “bonus rottamazione” previsto per chi “rottama” immobili a bassa prestazione energetica. Stesso destino anche per il Regolamento Edilizio Unico, che avrebbe dovuto essere uniforme in tutti gli 8.000 Comuni italiani.