Bonus mobili: una guida semplice e aggiornata per capire come funziona

Una guida completa sul bonus mobili, per sapere chi ne può usufruire e con gli esempi per capire in pratica quanto si risparmia.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 15/07/2024Aggiornato il 15/07/2024
bonus mobili

Chi acquista una cucina o i mobili per la sala o la stanza da letto, oppure elettrodomestici come la lavatrice o l’asciugatrice può fruire del bonus mobili, la detrazione fiscale al 50%, collegata alla ristrutturazione, e che resta in vigore anche nel 2024 ma con un importo massimo detraibile di 5.000 contro gli 8000 del 2023. L’agevolazione è prevista quando si effettuano lavori di ristrutturazione vera e propria ma anche più piccoli, come vediamo in dettaglio in questo articolo.

Bonus mobili esempi

Prima di scoprire tutto sul bonus mobili in questa guida completa, facciamo subito qualche esempio per capire come questo imminente cambiamento modificherà il risparmio:

  • Acquisto mobili o elettrodomestici per 12.000 euro pagati a dicembre 2023. Ammesso che si abbia diritto al bonus mobili secondo le modalità descritte in questo articolo, per l’anno 2023 l’importo massimo detraibile è pari a 8.000 euro. Quindi quanto si potrà recuperare con il bonus mobili? Togliendo la percentuale del 50%, dei 12.000 euro spesi si recupereranno 8.000 diviso 2, ovvero 4.000 euro, in 10 anni (400 euro ogni anno).
  • Acquisto mobili o elettrodomestici per 12.000 euro pagati a gennaio 2024. Se si ha diritto al bonus mobili, essendo per l’anno 2024 l’importo massimo detraibile pari a 5.000 euro, di questi si potrà scontare soltanto il 50%, ovvero 2.500 euro in 10 rate annuali (250 euro ogni anno).
  • Acquisto mobili o elettrodomestici per 7.000 euro pagati a dicembre 2023. Essendo l’importo massimo detraibile per l’anno 2023 pari a 8.000 euro, con il bonus mobili si recupera il 50% di 7.000 euro in 10 anni, ossia 3,500 euro (350 euro ogni anno).
  • Acquisto mobili o elettrodomestici per 7.000 euro pagati a gennaio 2024. Essendo l’importo massimo detraibile per l’anno 2024 pari a 5.000 euro, dei 7.000 euro spesi se ne potranno detrarre soltanto 5.000 diviso per 2 ovvero 2500, da recuperare in rate per 10 anni (250 euro ogni anno).

Che cosa è il bonus mobili

Tra le varie detrazioni fiscali che si possono ottenere eseguendo lavori sul proprio immobile troviamo il bonus mobili, la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici (questi ultimi di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori), destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio. La detrazione fiscale è fruibile fino al 31 dicembre 2024.

Nel dettaglio il bonus mobili consiste nella possibilità di detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute per l’acquisto di:

  • mobili nuovi quali cucine, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione.
  • grandi elettrodomestici come frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Tali elettrodomestici devono essere di classe energetica non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, come rilevabile dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo.

Cosa è escluso dal bonus mobili

È escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi e altri complementi di arredo. Tra le spese da portare in detrazione invece si possono includere quelle di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.

Quali sono le condizioni per avere il bonus mobili

Per avere l’agevolazione è indispensabile, quindi, realizzare un intervento di recupero del patrimonio edilizio sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali. Questo intervento, inoltre, deve essere iniziato a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici.

Condizione indispensabile per avere il bonus mobili è realizzare un intervento edilizio come:

  • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti. I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al bonus
  • ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza
  • restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile
  • manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

Non sono compresi tra gli interventi che danno diritto al bonus mobili ed elettrodomestici· quelli finalizzati all’adozione di misure dirette a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi (a meno che, per le loro particolari caratteristiche, non siano anche inquadrabili tra gli interventi edilizi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro o risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia) e  la realizzazione di posti auto o box pertinenziali. Invece la sostituzione della caldaia rientra tra gli interventi di “manutenzione straordinaria” che permette di avere il bonus mobili.

Si ha diritto alla detrazione anche se si acquistano mobili all’estero, sempre però documentando la spesa con fattura e pagando con carta di credito o di debito.

Come si richiede la detrazione fiscale

Il bonus mobili si ottiene indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi persone fisiche) e spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio.

Attenzione: se per esempio le spese per ristrutturare l’immobile sono state sostenute soltanto da uno dei coniugi e quelle per l’arredo dall’altro, il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici non spetta a nessuno dei due.

Detrazione su importo massimo di 5.000 euro nel 2024

Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di recupero del patrimonio edilizio, la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro per l’anno 2022, 8.000 euro per il 2023 e 5.000 euro per il 2024 (il limite era pari a 16.000 euro per gli acquisti effettuati nel 2021) riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.

Se gli interventi di recupero del patrimonio edilizio sono stati effettuati nell’anno precedente a quello dell’acquisto, o sono iniziati nell’anno precedente a quello dell’acquisto e proseguiti in detto anno, il limite di spesa deve essere considerato al netto delle spese sostenute nell’anno precedente per le quali si è usufruito della detrazione. L’Agenzia delle Entrate fa un esempio: se con riferimento a un intervento edilizio iniziato nel 2021 sono già stati acquistati nello stesso anno mobili per 8.000 euro, per i quali è stata richiesta la relativa detrazione del 50%, sugli acquisti effettuati nel 2022 si potrà usufruire di una detrazione calcolata sull’importo massimo di 2.000 euro (10.000 meno 8.000). Per gli acquisti del 2022 non spetterà alcuna detrazione, invece, se nel 2021 sono già stati acquistati mobili ed elettrodomestici per un importo pari o superiore ai 10.000 euro.

Le Entrate inoltre sottolineano che il limite degli 8mila euro per il 2023 e 5mila euro per il 2024 riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio.

Nel caso poi di interventi di recupero edilizio che comportino l’accorpamento di più unità abitative o la suddivisione in più immobili di un’unica unità abitativa, per l’individuazione del limite di spesa per l’acquisto dei mobili e grandi elettrodomestici, vanno considerate le unità immobiliari censite in catasto all’inizio degli interventi edilizi e non quelle risultanti alla fine dei lavori.

Come pagare per richiedere il bonus mobili

Per avere il bonus mobili occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Documenti da conservare per il bonus mobili

I documenti da conservare sono:

  • l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente)
  • le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Equivale alla fattura lo scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente, insieme all’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati

Comunicazione all’Enea per il bonus mobili ed elettrodomestici

Necessario, per fruire del bonus, è la comunicazione all’Enea degli acquisti di alcuni elettrodomestici per i quali si può usufruire del bonus (forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici, asciugatrici) anche se la mancata o tardiva trasmissione non implica, tuttavia, la perdita del diritto alle detrazioni fiscali. Per gli elettrodomestici, anche nel caso in cui il diritto alla detrazione fiscale scaturisca dall’aver effettuato un intervento che non comporta risparmio energetico (per esempio rifacimento dei servizi bagno e cucina), vanno comunque comunicati i dati all’Enea. 

L’invio deve avvenire attraverso il sito https://detrazionifiscali.enea.it e entro il termine di 90 giorni a partire  dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo, che nel caso degli elettrodomestici si può considerare come la data del bonifico o di altro documento di acquisto ammesso. Tuttavia l’Agenzia delle entrate ha precisato che la mancata o tardiva trasmissione non implica la perdita del diritto alle detrazioni. 

Come fare?

Dopo essere entrati nel sito, la trasmissione dei dati relativi agli interventi realizzati va effettuata seguendo i seguenti passi: dopo aver effettuato la “Registrazione degli utenti”,  “Compila i dati anagrafici”, segue “Inserisci l’immobile” e poi “Seleziona l’intervento” e nella barra Altro troviamo proprio gli Elettrodomestici.
Nel dettaglio l’Enea richiede la comunicazione di due dati, uno facoltativo e un altro obbligatorio in alcuni casi e facoltativo in altri, rispettivamente la potenza elettrica assorbita espressa in kW e la classe energetica.  

Dove si trovano i dati di potenza elettrica dell’elettrodomestico? Il valore della potenza elettrica assorbita dall’elettrodomestico è riportata, in genere, nella scheda tecnica dello specifico prodotto o nel libretto di istruzioni o sulla targhetta attaccata all’apparecchio. Tuttavia si precisa la compilazione del campo relativo alla potenza elettrica assorbita è facoltativa.

Mancata comunicazione all’Enea: cosa fare? 

Cosa succede se non si effettua la comunicazione all’Enea? A chiedercelo una nostra lettrice a cui risponde la stessa Enea.

Domanda. A settembre 2021 ho ristrutturato il bagno con il 50% sconto in fattura. A ottobre dello stesso anno ho acquistato una cucina del valore di€ 11.000,00 circa per la quale mi  è stato detto che il 50% di 10.000 potevo recuperarlo in 10 anni. Non mi avevano detto che dovevo fare nulla se non il bonifico di pagamento per lavori di ristrutturazione edilizia (detrazione fiscale 50%) art. 16-bis DPR 917/1986,
(riconducibile alla ristrutturazione del bagno).   ho fatto detraendo 500€ nel 730/2022 e in quello di quest’anno altri 500€.
Ora scopro che forse avrei dovuto fare la comunicazione all’Enea. Tuttavia ho letto dal suo articolo che riporto a fine mail, la mancata o tardiva trasmissione non implica la perdita del diritto alla detrazioni fiscali e sembra sia stato precisato dall’agenzia delle entrate. Ora mi nasce un dubbio e un quesito:
 1) è meglio fare una comunicazione tardiva all’Enea (di un anno e mezzo) oppure non comunicare nulla?

2) come faccio a risalire a quanto precisato dall’agenzia delle entrate sulla non implicazione della perdita alle detrazioni per mancata trasmissione della comunicazione all’Enea.

Risposta dell’Enea. In merito all’obbligo della trasmissione all’ENEA dei dati degli interventi che accedono alle detrazioni fiscali per le “Ristrutturazioni edilizie” e per l’acquisto di elettrodomestici, si fa presente che la Risoluzione N.46/E del 18 Aprile 2019 dell’Agenzia delle Entrate specifica che il mancato invio (o invio oltre il
termine) della dichiarazione non fa venir meno il diritto alla detrazione.
Tale omissione potrebbe però in futuro essere soggetta a verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate, e lo è comunque da parte dei Centri di Assistenza Fiscale. Si consiglia, pertanto, di trasmettere comunque i dati all’ENEA, anche se in ritardo, senza dover versare sanzioni.

Per le dichiarazioni da inviare all’ENEA dei dati degli interventi che accedono alle detrazioni fiscali per la “Riqualificazione energetica”, permane la normativa precedente, ossia in caso di tardivo invio occorre avvalersi dell’istituto della “Remissione in bonis”, versando una sanzione di 250 euro. Per ulteriori informazioni in questo caso potrà rivolgersi al servizio dedicato attraverso i relativi collegamenti indicati al seguente:
https://www.efficienzaenergetica.enea.it/detrazioni-fiscali/contatti.html

La dichiarazione deve sempre essere inviata sul portale ENEA delle detrazioni fiscali: https://bonusfiscali.enea.it/
selezionando, all’interno del riquadro relativo al tipo di beneficio fiscale scelto, il tasto corrispondente all’anno di conclusione dei lavori.

In entrambi i casi, però, il problema è che se i lavori sono terminati nel 2021, oppure con riferimento ad elettrodomestici con fatture di acquisto del 2021 o anche anni precedenti, non è più possibile inviare
nuove dichiarazioni, in quanto i portali ENEA relativi al 2021 o anni precedenti sono chiusi per l’invio di nuove dichiarazioni e aperti unicamente per la consultazione delle pratiche già inviate.

In relazione alla descrizione del problema posto, si fa anche presente che ai fini della detrazione fiscale, per l’Agenzia delle Entrate vale il principio di cassa, ossia si portano in detrazione le spese inserendole nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui queste sono state sostenute. Per cui, nel suo caso, sta già usufruendo
del beneficio fiscale e non deve fare più nulla. Per ulteriori chiarimenti può anche integrare quesiti in replica alla presente.

Il bonus mobili nel condominio                       

Quando si effettua un intervento sulle parti condominiali (per esempio, guardiole, appartamento del portiere, lavatoi), i condòmini hanno diritto alla detrazione, ciascuno per la propria quota, solo per i beni acquistati e destinati ad arredare queste parti. Il bonus non è concesso, invece, se acquistano arredi per la propria abitazione.

I lavori sulle parti comuni che danno diritto al bonus sono quelli di manutenzione ordinaria ( come ad esempio la tinteggiatura pareti e soffitti, la sostituzione di pavimenti o di infissi esterni, il rifacimento di intonaci) manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

Bonus mobili: quando si può avere anche senza ristrutturazione

Bonus mobili per sostituzione caldaia

In primo luogo la detrazione fiscale al 50% per l’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici è possibile anche in caso di sostituzione della caldaia. Tale opera rientra infatti tra gli interventi di “manutenzione straordinaria” che permettono di avere il bonus mobili. È necessario, comunque, che ci sia un risparmio energetico rispetto alla situazione preesistente.

Bonus mobili per installazione stufa a pellet 

Come precisa l’Agenzia delle Entrate nella posta di Fiscoggi, la sua rivista ufficiale, nella categoria “manutenzione straordinaria” rientrano anche gli interventi finalizzati all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, quale l’installazione di una stufa a pellet che permette così di fruire del bonus mobili. Con la circolare n. 30/2020 (risposta alla domanda 5.1.7) l’Agenzia delle entrate ha precisato che rimane ferma la possibilità di usufruire del bonus mobili ed elettrodomestici anche se il contribuente ha scelto, in alternativa alla detrazione, di cedere il credito o di esercitare l’opzione per lo sconto in fattura.

Niente bonus mobili per installazione della porta blindata

In un altro quesito, all’Agenzia delle Entrate è stato chiesto se fosse possibile avere il bonus mobili nel caso di sostituzione di una porta di un appartamento con una porta blindata. Le Entrate rispondono ricordando che, per gli interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi, tra i quali può farsi rientrare il montaggio di una porta blindata o rinforzata, si ha diritto a richiedere la detrazione al 50% fino al 2024 per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici. La fruizione di questa detrazione, però, non consente di per sé di richiedere l’ulteriore detrazione per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.

L’eccezione spiegata dal Ministero delle Finanze: Nell’ipotesi, tuttavia, in cui le misure di prevenzione, per le loro particolari caratteristiche, siano anche inquadrabili tra gli interventi edilizi di cui al citato art. 3, comma 1, lettere a), b), c), e d) del DPR n. 380 del 2001 (rispettivamente, manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro o risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia), si ritiene possibile avvalersi anche dell’ulteriore detrazione per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, fermo restando che gli interventi di manutenzione ordinaria possono essere compresi solo se effettuati sulle parti comuni di un edificio residenziale. Detta verifica deve essere effettuata caso per caso, con un accertamento fattuale sulla tipologia di intervento.

Sì al bonus se si paga con finanziamento ma…

La detrazione è ammessa anche se i beni sono acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento. In questo caso, l’anno di sostenimento della spesa sarà quello di effettuazione del pagamento da parte della finanziaria.

Trasporto e montaggio si possono scaricare?

Tra le spese da portare in detrazione si possono includere quelle di trasporto e di montaggio dei beni acquistati e anche in tal caso il pagamento deve avvenire con strumenti tracciabili.

Mobili comprati all’estero? Sì al bonus

Si ha diritto alla detrazione anche per l’acquisto dei mobili all’estero, documentando la spesa con fattura e pagando con carta di credito o di debito, in sostanza eseguendo gli stessi adempimenti previsti per gli acquisti effettuati in Italia.

Bonus mobili: stop alla cessione del credito o sconto in fattura

Oggi non è più possibile usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura per i nuovi lavori connessi ai bonus casa, dalla ristrutturazione all’ecobonus fino al Superbonus. La novità arriva dal decreto legge n. 11 del 16 febbraio 2023 che ha stabilito l’immediato stop totale allo sconto in fattura e cessione del credito per i nuovi interventi edilizi, per cui l’unica strada da percorrere è quella delle classiche detrazioni fiscali nella denuncia dei redditi. La stretta non si applica ai lavori già avviati.

 

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