Affitti: operativo il Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli

Per chi non riesce a pagare l’affitto perché si trova in cassa integrazione o ha un parente gravemente malato, è concesso un contributo di 8mila euro operativo con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 29/08/2014Aggiornato il 29/08/2014
Affitti: operativo il Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli

Per l’inquilino che non riesce a pagare l’affitto perché ad esempio ha perso il lavoro o si trova in cassa integrazione, è prevista la concessione di un contributo economico di importo massimo di 8mila euro. È il contributo concesso a chi fa richiesta di accesso al Fondo sulla morosità incolpevole che diviene operativo grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 14 luglio 2014, del decreto attuativo. Per il 2014 sono destinati al Fondo  destinato  agli  inquilini  morosi incolpevoli 20 milioni di euro, ripartiti, in proporzione al numero di  provvedimenti di sfratto per morosità emessi, per  il  30%  tra  le  regioni  Piemonte,  Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania e per il restante 70% tra tutte le altre Regioni e le Province autonome d’Italia.

L’inquilino moroso è incolpevole quando non può pagare l’affitto perché ha un reddito molto ridotto o addirittura inesistente. I motivi della mancanza o riduzione del reddito possono essere il licenziamento, accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro, cassa integrazione ordinaria o straordinaria, mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici, cessazioni di attività libero-professionali o di imprese registrate per cause di forza  maggiore, fino alla malattia  grave, infortunio  o decesso di un membro della propria famiglia per cui le risorse economiche disponibili vengono impiegate per fronteggiare le spese mediche e assistenziali.

L’inquilino che si trova in una di queste situazioni può fare domanda di accesso al Fondo tramite appositi bandi che devono pubblicare i Comuni, ricevendo così un contributo economico di massimo 8mila euro per pagare l’affitto. Spetta ai Comuni verificare che l’inquilino abbia un reddito non superiore a 35mila euro o un reddito derivante da regolare attività lavorativa non superiore 26mila euro. Per poter godere del contributo, l’inquilino moroso deve aver ricevuto già un atto di intimazione di sfratto  per morosità, con citazione per la convalida. L’inquilino inoltre deve essere il titolare del contratto di locazione dell’immobile ad uso abitativo regolarmente registrato (sono  esclusi gli immobili appartenenti alle categorie catastali Al, A8 e A9, quindi le case di lusso e di pregio) e deve risiedere nell’alloggio oggetto della procedura di rilascio  da  almeno un anno. Il contributo di 8mila euro è concesso sia agli inquilini con cittadinanza italiana che ai cittadini non appartenenti all’Unione europea, in possesso di un regolare titolo di soggiorno.

Sempre il Comune a cui si fa richiesta di accesso al Fondo per la morosità incolpevole deve verificare che l’inquilino o un suo parente non sia titolare di diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione nella provincia di residenza di altro immobile fruibile ed adeguato alle esigenze del proprio nucleo familiare. Criterio preferenziale  per  la  concessione  del contributo è la presenza all’interno della famiglia di almeno un componente che sia ultrasettantenne, minore o affetto da invalidità accertata per almeno il 74%, o ancora in carico ai servizi sociali o alle competenti aziende sanitarie locali per l’attuazione di un progetto assistenziale individuale.

I Comuni che verificano i requisiti in capo ai richiedenti possono dare la priorità ad inquilini nei cui confronti sia stato emesso provvedimento di rilascio esecutivo per morosità  incolpevole, che sottoscrivano con il proprietario dell’alloggio un nuovo contratto a  canone concordato, ad inquilini che non possono versare il deposito cauzionale per  stipulare un nuovo contratto di locazione.

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