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Contro gli eventi estremi che possono danneggiare la propria abitazione la possibilità di sottoscrivere un’assicurazione casa può essere un’importante tutela.
Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici hanno determinato un aumento significativo degli eventi meteorologici estremi, con conseguenze dirette sul patrimonio edilizio e sull’incolumità dei cittadini. Le piogge torrenziali, le grandinate e le raffiche di vento non sono più fenomeni eccezionali, ma sempre più frequenti e violenti. In questo scenario, le abitazioni private diventano vulnerabili a danni strutturali e materiali spesso molto costosi da riparare. È quindi fondamentale conoscere le misure di tutela esistenti, sia dal punto di vista normativo che assicurativo, per prevenire gravi perdite economiche.
In questa guida analizziamo nel dettaglio cosa prevedono le polizze contro eventi climatici estremi, quali sono le coperture offerte e come ottenere un eventuale rimborso.
Gli eventi meteorologici estremi* negli ultimi anni sono cresciuti sensibilmente. Secondo i dati prodotti dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente, nel 2023 in Italia sono stati infatti ben 378, il 22% in più rispetto all’anno precedente: ciò significa che è aumentato il numero delle tempeste intense e delle cosiddette “bombe d’acqua”. E il maltempo non risparmia nessuna città, da nord a sud, provocando danni ingenti alle casse dello Stato e al portafoglio dei privati cittadini.
Tra i beni che possono patire le conseguenze di tali calamità rientra ovviamente l’abitazione. La grandine, per esempio, può distruggere vetri, coperture di vario materiale e tutti gli arredi esterni (di terrazzo, balcone, veranda), mentre una pioggia molto intensa può talvolta infiltrarsi in casa e, di conseguenza, allagare i locali, compromettendo pavimentazioni e mobilio. O ancora, il vento forte è in grado di danneggiare tapparelle, tende da sole o pannelli solari.
Nelle abitazioni unifamiliari, poi, l’elenco dei danni si potrebbe allungare ulteriormente: si pensi, per esempio, a un albero sradicato dal temporale che si abbatta sul tetto o, per citare una congiuntura più grave, un torrente che esondi e arrivi ad allagare i piani inferiori di un edificio.
Tutti casi in cui i costi (e le tempistiche) per ripristinare l’immobile sono elevati e – al netto degli aiuti economici che lo Stato può stanziare per le calamità naturali – non affrontabili da tutti. Ecco che allora che stipulare una polizza assicurativa in grado di coprire gli eventuali danni da eventi meteo eccezionali può rappresentare una soluzione auspicabile: le offerte sul mercato sono ormai tante, basta scegliere con attenzione, analizzando nello specifico tutte le clausole contenute nel contratto.
Che cosa copre la polizza
L’elenco dei danni da eventi meteorologici estremi coperti dall’assicurazione varia da compagnia a compagnia, ma nella maggior parte dei casi include quelli provocati da trombe d’aria, cicloni, tifoni, uragani, vento forte, precipitazioni intense, grandinate, tormente e sovraccarichi di neve, fulmini, caduta di sassi, frane.
Ci sono poi anche i cosiddetti “danni da bagnamento”, che si verificano quando l’acqua riesce a entrare all’interno della casa.
Non tutte le polizze proteggono invece dagli eventi catastrofici, come per esempio è considerato un terremoto; in tal caso per essere coperti occorre stipulare un contratto ad hoc, che includa i danni materiali e diretti all’involucro architettonico, ma anche al suo contenuto.
Nei pacchetti proposti dalle compagnie possono essere poi inclusi altri fenomeni altrettanto pericolosi: inondazioni, alluvioni, incendi, esplosioni, scoppi.
In linea di massima, come per ogni tipo di polizza, occorre leggere con attenzione il documento proposto dalla compagnia assicurativa, per soffermarsi sulle garanzie di base e su quelle opzionali, che prevedono un costo extra.
Come funziona il rimborso
Ogni polizza prevede l’erogazione di un risarcimento in caso di danno, che varia a seconda del cosiddetto “massimale”, vale a dire una cifra massima che la compagnia riconosce allo stipulante. Per esempio, se per un danno da grandine il massimale è pari a 5.000 euro, la polizza non risarcirà più di quella cifra e il costo eccedente resta a carico del proprietario dell’immobile. Più è alto il valore del massimale, maggiore è il premio della polizza, ossia il costo che il cliente deve sostenere (con cadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale). La franchigia è, invece, la cifra minima di spesa sotto la quale la compagnia non riconosce alcun pagamento.
Particolare attenzione, in merito a un eventuale rimborso, va prestata anche ai danni che coinvolgono soggetti terzi. Si pensi, per esempio, alla persiana di un appartamento che, a causa di un temporale di eccezionale entità, si stacchi e precipiti su persone o cose. Il proprietario dell’immobile è chiamato a pagare le conseguenze del danno. L’articolo 2051 del Codice civile specifica però che “ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”: ciò significa che, per essere “scagionato”, il proprietario del bene può dimostrare di avere agito correttamente.
Spetta dunque poi a un perito valutare se il danno sia da attribuire esclusivamente all’evento meteorologico o a un’eventuale incuria. Chi stipuli un contratto a protezione da eventi estremi può anche scegliere, pagando un sovrapprezzo, di assicurare oggetti preziosi (gioielli, quadri, opere d’arte, oggetti da collezionismo) o attrezzature da lavoro particolarmente costose (come telescopi, macchine fotografiche, strumentazione tecnica… ).
Dalla denuncia in poi
L’iter che porta al rimborso prevede che il titolare della polizza denunci il prima possibile quanto accaduto, descrivendo dettagliatamente i fatti con l’indicazione del luogo, della data, dell’orario e stilando l’elenco dei danni provocati dall’evento avverso, allegando alla denuncia le fotografie delle parti danneggiate e (meglio) i rilievi meteo riferiti a quel giorno. Ricevuta la segnalazione, la compagnia apre una pratica con relativo numero identificativo e, previo sopralluogo di un perito, valuta l’entità dell’indennizzo.
Detrazione del 19%
Chi sottoscrive una polizza per rischi calamitosi può detrarre il 19% della spesa. La detrazione spetta senza limiti di importo anche per più unità immobiliari e relative pertinenze ma, in caso di polizze “multirischio”, limitatamente alla componente di premio relativa alla copertura da eventi estremi.