Cambio dell’ora: nella notte tra il 26 e 27 ottobre 2024 lancette indietro di un’ora

Quando c'è il cambio dell'ora? Prepariamoci ad avere giornate più corte e ad utilizzare prima la luce artificiale, leggendo anche qualche consiglio dell'Enea su come risparmiare corrente.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 07/10/2024 Aggiornato il 07/10/2024
Esterni con pergola PERGOLUMEN BT Group

Lancette dell’orologio indietro di un’ora nella notte fra sabato 26 e domenica 27 ottobre 2024, dalle 03:00 alle 02:00, con il passaggio dall’ora legale all’ora solare. L’ora solare resterà in vigore fino all’ultimo weekend di marzo 2025, quando le lancette andranno spostate in avanti.

Che cos’è l’ora solare?

L‘ora solare è quella definita dal fuso orario del luogo in cui si regola l’orologio. 

Che cos’è l’ora legale?

L’ora legale invece è quella che – per sfruttare maggiormente la luce durante la primavera e l’estate (periodi in cui aumenta anche in termini quantitativi il numero di ore in cui è presente il sole) è stata stabilita, appunto, da una specifica disposizione di legge.

Cambio ora solare-legale: perché è stato introdotto

L’ora solare è stabilita astronomicamente dal passaggio del Sole per il meridiano locale, mentre quella legale è quella prevista per legge e ha come obiettivo l’ottimizzare le ore di luce naturale del giorno, ottenendo risparmi in termini economici e di inquinamento. Con l’ora legale, infatti, si ritarda l’uso della luce artificiale, quindi l’accensione delle lampadine e l’utilizzo di corrente elettrica, beneficiando dell’illuminazione naturale. Il passaggio dall’ora solare a quella legale ha come obiettivo quindi quello di risparmiare: con un’ora in più di luce naturale si ritarda l’utilizzo dell’energia elettrica.

In Italia l’ora legale venne introdotta per la prima volta il 3 giugno del 1916, sull’esempio dell’Inghilterra che aveva pensato al cambio dell’ora per risparmiare sull’energia elettrica e far fronte così alle spese di guerra. Da quella data è stata di volta in volta modificata nel corso del tempo. Così fino al 1980 l’ora legale durava 4 mesi, da fine maggio a fine settembre, dal 1981 al 1995 venne allungata a 6 mesi, dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Dal 1996 ad oggi, invece, dura 7 mesi, dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre. Negli ultimi anni è stata avanzata una proposta a livello comunitario per abolire il cambio ora, demandando ad ogni singolo Paese la scelta di adottare l’ora solare o l’ora legale. I paesi europei si sono mossi in ordine sparso, con la Francia che ha  deliberato, con una consultazione popolare, di eliminare il cambio dell’ora e di tenere l’ora legale, dicendo addio a quella solare. In Italia invece la proposta si è poi conclusa con un nulla di fatto e nel nostro paese vige ancora il cambio ora, due volte l’anno. 

Come risparmiare corrente con i consigli di Enea

Dati alla mano, secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi in cui è stata in vigore l’ora legale, l’Italia ha potuto risparmiare circa 220 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh.

Allo stato attuale con il caro vita che incombe, il cambio ora, che di fatto significa giornate più corte dal punto di vista dell’approvvigionamento della luce naturale e necessità di usare quella artificiale, non fa certamente risparmiare. Con un’ora di luce solare in meno per svolgere attività lavorative e non solo, siamo “costretti” ad accendere la luce in casa e consumare.

In ogni caso, possono venire in soccorso i consigli pratici che ha messo a punto l’Enea per un uso ‘intelligente’ dell’energia elettrica.

In primis utilizzando lampadine a risparmio energetico. La tecnologia LED permette un grande risparmio energetico in quanto, a parità di potenza assorbita, produce una luce 5 volte superiore rispetto alle classiche lampadine ad incandescenza e alogene. La vita di esercizio di un LED a luce bianca è di circa 15.000 ore; mettendolo a confronto con le lampadine fluorescenti (7.500 ore di esercizio) e con le lampadine alogene (750 ore), si può notare il risparmio in termini di manutenzione nel tempo. È bene poi preferire apparecchi elettronici di classe energetica superiore: i consumi elettrici delle abitazioni, dice sempre l’Enea, sono riconducibili per il 58% agli elettrodomestici ed è grazie alla sostituzione di questi ultimi che si può ottenere una sensibile riduzione dei consumi energetici. Per esempio, sostituendo una lavatrice di 20 anni fa con una odierna in classe di efficienza massima si potrebbe ottenere un risparmio di energia elettrica del 35%; prendendo invece in considerazione la sostituzione di un frigorifero si potrebbe arrivare fino al 40%.

Altro consiglio taglia sprechi è utilizzare ciabatte multipresa con interruttore annesso. Mediamente la televisione o qualsiasi apparecchiatura elettronica in stand-by, cioè con la luce rossa accesa, assorbe una potenza da 1 a 4 Watt (dipende da marca e modello). Se moltiplichiamo questo dato per 24 ore, risulta che sono stati consumati tra i 24 e i 96 Wh. Questo dato diventa impressionante se moltiplicato per l’intero anno, vale a dire cumulando un consumo inutile stimato tra gli 8.760 Wh e i 35.040 Wh e, se presenti in casa non solo il televisore in stand-by ma anche un lettore dvd, un decoder, uno stereo oppure un computer, la situazione risulta essere ancora peggiore. La soluzione a questo problema potrebbe essere quella di riunire tutte le spine degli apparecchi elettronici in una ciabatta multi-presa con un interruttore annesso, in modo da poter spegnere tutti con un unico gesto se non utilizzati. Inutile ricordare di non lasciare la luce accesa inutilmente, limitandosi la sera a quella della stanza che si sta occupando e, man mano che ci si sposta all’interno dell’abitazione, è sempre buona abitudine spegnere la luce e tutti gli apparecchi elettronici che si stavano utilizzando.

Durante il giorno invece è importante sfruttare al massimo la luce del sole, cercando di tenere il più possibile le luci spente. Attualmente si stanno sviluppando e cominciano a essere presenti sul mercato dei sistemi di controllo da remoto, che permettono di spegnere e accendere le luci con il proprio smartphone. Esistono inoltre da tempo sistemi di domotica più sofisticati per la gestione non solo di luci ma anche, ad esempio, di tapparelle e tende.

Impianto fotovoltaico: come avere il reddito energetico

Per risparmiare una soluzione può essere anche quella di utilizzare per i consumi di casa l’energia fotovoltaica. E gli italiani stanno prendendo consapevolezza dei benefici di questo tipo di energia che sfrutta i vantaggi della fonte solare attraverso le tecnologie degli impianti fotovoltaici, costituiti da pannelli solari che prendono la luce del sole e la trasformano in energia elettrica. Secondo i dati di Terna, difatti nel mese di maggio 2024, le fonti rinnovabili hanno coperto il 52,5% della domanda elettrica (era 42,3% a maggio 2023), il valore su base mensile più alto di sempre.

Inoltre c’è un motivo in più per sfruttare il fotovoltaico. Chi voglia realizzare un impianto fotovoltaico ad uso domestico, se rispetta particolari condizioni, può fruire del Reddito Energetico Nazionale, un bonus previsto per la realizzazione di impianti fotovoltaici a uso domestico, di potenza non inferiore a 2 kW e non superiore a 6 kW, per unità immobiliari di tipo residenziale.

A fruirne però devono essere nuclei familiari in condizione di disagio economico. In particolare possono accedere al Reddito Energetico le persone aventi i seguenti requisiti:

  • appartenenza a nucleo familiare con ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) in corso di validità inferiore a 15.000 euro, oppure inferiore a 30.000 euro per i nuclei familiari con almeno quattro figli a carico;
  • titolarità di un valido diritto reale (proprietà, superficie, enfiteusi, usufrutto, uso, abitazione) su coperture e/o superfici di edifici, unità immobiliari e/o relative pertinenze, ovvero su aree e spazi pertinenziali ove andrà realizzato l’impianto fotovoltaico per cui si richiede l’accesso all’agevolazione;
  • essere intestatari del contratto di fornitura di energia elettrica delle utenze di consumo asservite alle unità immobiliari di residenza anagrafica del nucleo familiare. Si precisa che tale requisito potrà essere posseduto anche da un altro appartenente al nucleo familiare ai fini ISEE.

Nella foto, immagine notturna di esterni con pergola PERGOLUMEN BT Group

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