È in vigore dal 2013 la possibilità per chi vive in condominio di potersi distaccare dall’impianto di riscaldamento centralizzato e questo grazie all’entrata in vigore della riforma del condominio, la Legge 11 dicembre 2012, n. 20.
In particolare è stato modificato l’art. 1118 del codice civile prevedendo ora che il condomino possa rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento e distaccarsene, senza però arrecare notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. Se sussiste l’una o l’altra condizione, o entrambe, il distacco non sarà possibile.
Prima di procedere a qualsiasi intervento è bene valutarne la reale convenienza. La normativa prevede che chi intenda distaccarsi dal riscaldamento centralizzato deve in via preliminare e a sue spese eseguire una diagnosi energetica che deve riguardare non solo il singolo impianto ma quello dell’intero edificio. La diagnosi ha come finalità quella di far emergere quanto il distacco possa incidere sui costi totali e se possa provocare o meno anomalie nell’impianto o anche spese eccessive per gli altri condomini. Questa valutazione non è gratuita, quindi c’è un costo da tenere in considerazione a cui si devono aggiungere anche le spese condominiali per la qualificazione dell’impianto centralizzato a cui deve partecipare il condomino che sta valutando il distacco, insieme alle spese per le valvole termostatiche e la contabilizzazione a cui si dovrà comunque partecipare, come in genere a tutte quelle che riguardano la messa a norma, la straordinaria manutenzione e la conservazione dell’impianto di riscaldamento centralizzato. Quindi una serie di costi non indifferenti.
È bene precisare che la diagnosi energetica deve contenere una serie di soluzioni alternative al distacco che si possono valutare come ad esempio l’impianto centralizzato dotato di caldaia a condensazione con contabilizzazione e termoregolazione del calore per ogni singola unità abitativa. Secondo le ultime stime effettuate, riqualificare l’impianto centralizzato costa meno al singolo condominio che distaccarsi e realizzarne uno autonomo.
Il distacco inoltre comporta altri costi che devono essere presi in considerazione e che riguardano proprio la realizzazione di un nuovo impianto, come le spese necessarie per installare una caldaia autonoma ad alto rendimento energetico, l’installazione di una canna fumaria per lo scarico dei fumi e tutte le spese relative agli interventi necessari per realizzare il nuovo impianto autonomo come l’adeguamento alla linea del gas, il distacco delle tubazioni, ecc. Quindi è opportuno verificare, calcolatrice alla mano, quanto davvero distaccarsi dall’impianto centralizzato possa convenire o meno, non potendosi certamente effettuare valutazioni univoche.