bollette, ricevute e scontrini, ma anche copie delle dichiarazioni dei redditi (modello 730). Quante scartoffie e documenti abbiamo nelle nostre case? E dopo quanto tempo possiamo “liberarcene” senza doverci più preoccupare che un giorno il Fisco bussi alla nostra porta e ci chieda di esibirli per eseguire dei controlli?
Prima di indicare i tempi di conservazione, occorre specificare la differenza esistente tra scontrino, fattura e ricevuta. Semplificando, potremmo dire che un artigiano o un commerciante rilasciano lo scontrino (cessione beni) o la ricevuta fiscale (prestazioni servizi), mentre i professionisti (avvocato, medico, commercialista) emettono una fattura con Iva (esente Iva per le prestazioni sanitarie). Chiarito ciò, i tempi di conservazione dei documenti fiscali sono diversi a seconda del tipo di pagamento che attestano.
- ricevute dell’IMU: 5 anni;
- dichiarazione dei redditi (730, Cud, ecc): 5 anni
- ricevute pagamento di imposte: 5 anni
- pagamento del canone rai: 10 anni;
- pagamento bollo auto: 3 anni
- bollette relative alle utenze domestiche (gas, luce, acqua): 5 anni
- bollette telefonia: 10 anni;
- ricevute di affitto: 5 anni;
- ricevute spese condominiali: 5 anni
- pagamento multe/contravvenzioni: 5 anni;
- fatture fornitori (artigiani, imprese ecc): 3 anni:
- fatture di avvocato, commercialista, ecc: 3 anni;
- ricevute/scontrini ristoranti/alberghi: 6 mesi;
- scontrini fiscali: solitamente 2 anni o quanto prevede la garanzia del prodotto acquistato.